«Qui giace Alfonso, e il fausto e l’alterezza
Sua che turbò Gregorio, el fuoruscito
Corse le Marche e depredò quel lido.»
Con questo Sonetto sul signor Alfonso Piccolomini, l’Autrice conclude il suo romanzo storico con cui ha mirabilmente tratteggiato la figura del duca Alfonso Piccolomini, di altissimo lignaggio, appartenente a una delle famiglie nobili di maggior spicco del Cinquecento.
Attraverso una paziente e certosina ricerca negli Archivi di Stato di Firenze e Pisa viene ricostruita la figura di questo nobile, pronipote di Papa Pio II, ma cancellato dalla storia ufficiale con una damnatio memoriae in quanto accusato di banditismo e condannato a morte per impiccagione.
È uno scontro senza esclusione di colpi tra il Papa Gregorio XIII che voleva recuperare diritti e possessi feudali e la nobiltà. Tale situazione fece fiorire in quel periodo il fenomeno del banditismo tra la connivenza dei nobili che si assicuravano protezione nei loro castelli e, in cambio, potevano contare su un piccolo esercito personale contro le prepotenze dello Stato e l’ammirazione diffusa tra il popolo che non considerava i banditi alla stregua di comuni delinquenti.
Quando il suo palazzo di Montemarciano nelle Marche venne distrutto dalle truppe pontificie, la reazione di Alfonso, ingiustamente accusato di connivenza con i banditi, fu terribile. Di carattere fiero e vivace non perdonò ai suoi accusatori, distruggendone la città, Montalboddo, e uccidendo molti nemici. A soli ventuno anni era diventato un temibile avversario del Papa che non esitò a mettere una taglia sul suo capo.
Si susseguono anni di scontri e scorrerie, Alfonso fu condannato a morte in contumacia, poi con la mediazione del Granduca di Toscana, suo amico, ottenne il perdono e l’annullamento della taglia e della scomunica.
Furono anni di relativa tranquillità. Alfonso, nel 1584 andò a Parigi, ricevuto con tutti gli onori da Caterina de’ Medici ma nel giro di un anno, deluso nelle sue aspettative, nonostante la nascita di un grande amore per una giovane marchesa, rientrò in Italia amareggiato.
In Italia si susseguono eventi negativi fino alla sua cattura, al processo e alla conseguente condanna a morte. Sarà impiccato nel 1591 a trentatré anni.
Paola Benadusi Marzocca
Il duca bandito. Vita e morte di Alfonso Piccolomini, duca di Montemarciano
Tau Editrice, Todi (PG), 2019
pp. 131
€13.00
Recensione di Anna Maria de Majo
Laureata in Scienze Naturali all’Università La Sapienza di Roma, dopo la carriera come Assistente di Antropologia presso la Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali della stessa Università, si dedica alla letteratura giovanile, iscrivendosi all’Associazione Gruppo di Servizio per la Letteratura Giovanile e collaborando alla rivista del Gruppo con articoli su vari autori/autrici e recensioni di libri.