Fascismi. Germania. Caratteristiche del Nazismo

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Quella nazista si presenta come una società fortemente militarista in cui tutta la vita pubblica è in funzione dello Stato e dell’esercito. Nessuno spazio è concesso alle attività private.

Hitler imposta la società tedesca sulla falsariga del fascismo italiano, affascinato dalle grandi adunate e parate che omaggiano Mussolini nei filmati dell’Istituto Luce. Ma Mussolini non gode affatto della potenza militare del Führer.

In Italia il Duce fa grande ricorso anche ai momenti del lavoro agricolo, sia per l’impatto scenico che per le reali esigenze economiche. Hitler in linea del tutto teorica riprende il mito della società agraria, ma in realtà la sua politica è tutta puntata altrove: mentre è grande l’attenzione all’industria pesante tedesca, in particolare nel settore siderurgico e bellico, non si ricorda una sola bonifica o opera agricola attuata dal governo nazionalsocialista (sono famose invece quelle realizzate in Italia sotto il fascismo).

In Germania dal 1933 al 1945 si attua un vero e proprio sistema totalitario: mentre in Italia la Monarchia e la Chiesa cattolica mantengono una certa autonomia almeno formale rispetto al regime (pur non ostacolandolo per oltre vent’anni), tutti i ruoli e tutte le istituzioni tedesche sono racchiuse nel Partito, quando non nella persona stessa di Hitler.

L’altro elemento che caratterizza la dittatura nazista più delle altre è il razzismo. Rom, slavi, ebrei e omosessuali non sono soltanto puniti dalla legge scritta, ma odiati e disprezzati dall’intera popolazione con un fanatismo senza precedenti. Allo stesso modo nei confronti del Comunismo non c’è soltanto ostilità politica ma una fortissima irrazionale paura, una fobia collettiva, fortissima e inspiegabile.

Il regime nazista non si regge soltanto sulla paura e sulla repressione ma mantiene un consenso altissimo quasi fino alla fine, come se la coscienza collettiva tedesca fosse stata assopita per decenni senza che nessuno si rendesse conto del livello di delirio a cui la situazione era giunta. I primi lager con finalità di sterminio vengono istituiti immediatamente dopo la salita al potere di Hitler per risparmiare sui costi sociali di mantenimento dei disabili, senza che nessuno abbia alcunché da eccepire.

Diversamente dal fascismo italiano, nel totalitarismo tedesco vige una totale misoginia: manca ogni riferimento positivo alla figura femminile e alla maternità, l’istinto materno del prendersi cura dei piccoli e dei deboli è definito «un umanitarismo sentimentale contro natura che minaccia il primato della razza», è incoraggiata la proliferazione massiccia tra persone «ariane» ma è riconosciuto soltanto il valore della figura maschile, lungi dalle sovvenzioni date da Mussolini alle madri di numerosi figli.

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Articolo di Andrea Zennaro

4sep3jNILaureato in Filosofia politica e appassionato di Storia, è attualmente fotografo e artista di strada. Scrive per passione e pubblica con frequenza su testate giornalistiche online legate al mondo femminista e anticapitalista.

 

 

 

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