La missione dell’Apollo 12, un “remake” meno conosciuto!

50 anni fa in questi giorni si svolgeva la missione dell’Apollo 12. Erano passati solo quattro mesi dal mitico momento dell’allunaggio di luglio dell’Apollo 11 e già due uomini si apprestavano a rimettere i piedi sulla superficie lunare. E ci sarà un motivo se io, che pure nel 1969 ero una bambina, ricordo tutto quello che accadde nel luglio 1969 e nulla di quello che accadde a novembre… quasi come se non fosse mai successo.

A luglio ero in campagna a trascorrere l’estate, non avevamo la luce elettrica, e la sera, senza inquinamento luminoso, noi bambine e bambini ci divertivamo a inseguire le lucciole. Ma nelle notti di luna piena tutto cambiava, il chiarore era tanto e ci sembrava davvero magico avere tanta luce… oggi invece ovunque ci si trovi non ci si rende conto di quanto sia luminosa una notte di luna piena. Io l’ho scoperto solo attraversando l’Adriatico in barca a vela! Ma sto divagando… ebbene, ricordo come fosse ieri mio padre che stacca la batteria dell’auto e, come faceva per i grandi eventi televisivi di allora, ad esempio Giochi senza frontiere, la collega ad un piccolo televisore portatile Brionvega, in bianco e nero ovviamente, e ci fa entrare nell’orbita di quello che fu sicuramente il più grande evento mediatico mondiale dopo l’invenzione della televisione.

Ruggero Orlando con la sua caratteristica voce, Tito Stagno con la sua cravatta a pallini, Neil Armstrong con la sua celebre frase «Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un grande balzo per l’umanità» e poi gli articoli di Oriana Fallaci in esclusiva per l’”Europeo” che sfogliavo curiosa, appassionandomi a questa giovane e brava giornalista che negli anni successivi sarebbe diventata il mio idolo (non per sempre ahimè… ma questa è un’altra storia!). Non mi dilungo sui miei ricordi, è tutto splendidamente raccontato da un’altra bambina degli anni Sessanta, Annamaria Piccione in La mia notte sulla Luna, un libro che racconta a ragazzi e ragazze di oggi com’era il mondo di allora e permette ad adulti e adulte di rivivere quegli anni, con i mangiadischi e le canzoni dello Zecchino d’oro.

La scorsa primavera, coinvolta dall’idea del 50° anniversario, mi sono tuffata nelle raccolte dell’”Europeo” del 1969 conservate in campagna dai miei genitori e ho rivissuto tutta l’atmosfera di curiosità, attesa, speranza che aleggiava allora.

FOTO 1. Copertine

Quanta differenza fra i porti chiusi del 2019 e la speranza di conoscere tutto l’universo del 1969. Quanto egoismo da una parte e quanta ingenuità dall’altra, nel pensare che l’allunaggio avrebbe cambiato per sempre la vita dell’umanità perché ad esso avrebbero fatto seguito numerosi altri viaggi su numerosi altri pianeti e la scoperta di nuovi mondi abitati… ma non solo, si pensava che un giorno avremmo mangiato il cibo degli astronauti e ci saremmo anche lavati i denti con lo speciale dentifricio inventato per loro. La Luna era ovunque, nei cartoni animati, nelle pubblicità, negli articoli degli opinionisti, oltre che naturalmente nelle cronache della giovane Oriana.

E poi ci fu la seconda missione, a novembre, quella che pochi ricordano forse perché fu semplicemente una copia della prima senza però l’enfasi della novità. E a proposito di enfasi, se a luglio Neil Armstrong aveva pronunciato quella celebre frase, a novembre Conrad invece, mettendo piede sulla Luna, disse: «Whoopie! Sarà stato un piccolo passo per Neil ma per me è lungo abbastanza» ironizzando sulla sua bassa statura. Lo sapevano anche loro dell’equipaggio dell’Apollo 12 che la storia era stata già fatta e non avrebbero aggiunto granché di altro, tanto valeva divertircisi. Pare infatti che si siano divertiti un sacco, nonostante i due fulmini che colpirono il razzo subito dopo la partenza del 14 novembre durante un temporale e nonostante il fatto che la telecamera fu danneggiata, subito dopo l’allunaggio, dai raggi solari e non la si poté usare.

Foto 2.apollo-12-equipaggio

Ci furono poi altri Apollo: la missione più sfortunata fu quella dell’Apollo 13 che non riuscì ad allunare, poi altre quattro fino ad Apollo 17, nel 1972 con cui si chiuse la missione. In tutto 12 uomini hanno messo piede sulla Luna. Nessuna donna ovviamente. Ma il mese scorso Christina Koch e Jessica Meir sono uscite dalla Stazione spaziale internazionale per un intervento tecnico alle batterie, «due donne che si sono avventurate sole nello spazio» hanno titolato i giornali. Pù correttamente l’agenzia spaziale americana ha scritto: «La nostra passeggiata di sole donne si sta compiendo oggi!» Sole donne ci piace molto di più di donne sole.

L’Apollo 12 allunò il 19 novembre. Quest’anno il 19 novembre la luna sarà all’ultimo quarto ma varrà comunque la pena osservarla e ricordare, noi che possiamo farlo, quegli anni colmi di speranze e di sogni, con un po’ di malinconia e sperando nei futuri viaggi in programma, sulla Luna e su Marte. Perché se si desidera andare a conoscere lo spazio forse ci si sente un po’ più vicini sulla Terra.

 

Articolo di Donatella Caione

donatella_fotoprofiloEditrice, ama dare visibilità alle bambine, educare alle emozioni e all’identità; far conoscere la storia delle donne del passato e/o di culture diverse; contrastare gli stereotipi di genere e abituare all’uso del linguaggio sessuato. Svolge laboratori di educazione alla lettura nelle scuole, librerie, biblioteche. Si occupa inoltre di tematiche legate alla salute delle donne e alla prevenzione della violenza di genere.

 

 

 

 

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