Nel 1974 il Portogallo vede ritornare la democrazia liberale dopo decenni di dittatura.
Nel 1926 Antonio Oliveira de Salazar aveva preso il potere manu militari dando inizio a una politica nazionalista, cattolica, autoritaria e corporativista molto simile al fascismo italiano.

La neutralità del Portogallo e della Spagna durante la II guerra mondiale ha dato a Salazar e a Franco una vita politica molto più lunga di quella dei loro simili in Italia e in Germania.
Nel 1949 il Portogallo entra nella Nato: nonostante l’autoritarismo interno, il regime viene tollerato dai Paesi liberali in quanto anticomunista. Alla morte di Salazar, nel 1970, il suo posto passa a Marcelo Caetano: nulla sembra essere cambiato.

Il dissenso nasce all’inizio degli anni Settanta nell’esercito, fiaccato dalle guerre coloniali per impedire la decolonizzazione di Angola, Mozambico e Guinea Bissau. Dopo un tentativo fallito di rivolta militare, il 25 aprile 1974 l’esercito smette di sostenere il governo. La popolazione civile appoggia l’esercito per porre fine alla dittatura. Una donna, Celeste Caeiro, regala ai soldati dei garofani rossi, che questi infilano nei fucili in segno di non aggressività: da qui la svolta democratica portoghese prende il nome di “Rivoluzione dei garofani”.

La Nato non interviene e lascia che l’esercito rovesci il governo per riportare il pluralismo politico. Dopo brevi scontri tra l’esercito e la polizia, che invece sostiene ancora il regime, nel giro di poche ore finisce la dittatura.
La prima legge della giunta provvisoria ratifica l’avvenuta deposizione dei dirigenti fascisti; in seguito vengono liberati i prigionieri politici detenuti durante la dittatura e legalizzati tutti i partiti prima vietati.

Nel 1976 viene approvata la nuova Costituzione democratica e i militari abbandonano il potere. Con forti pressioni antisocialiste della Nato, le elezioni sanciscono la vittoria dei partiti liberali.
Dieci anni dopo, il Portogallo entra a far parte della Comunità Europea, cosa che non sarebbe stata possibile con una dittatura ancora in vigore. Quello portoghese è uno dei pochissimi modelli di Rivoluzioni quasi completamente non cruente del Novecento.
Articolo di Andrea Zennaro
Andrea Zennaro, laureato in Filosofia politica e appassionato di Storia, è attualmente fotografo e artista di strada. Scrive per passione e pubblica con frequenza su testate giornalistiche online legate al mondo femminista e anticapitalista.