Manca ancora una intitolazione a Fernanda Pivano a Genova, ovvero come la poesia diventa cattiva prosa

Erano passati dieci anni dalla morte di Fernanda Pivano, quando TOPONOMASTICA FEMMINILE (Tf), con il concorso dell’Ass.ne ORIZZONTI, propose alla cittadinanza di Genova, sua città natale e del cuore, l’intitolazione di un luogo: una piccola piazza con tutti i requisiti necessari, e bisognosa di interventi di rivitalizzazione, nel crocicchio di stradine tanto care alla scrittrice. Si ricordano per inciso l’amicizia di Nanda con Fabrizio De André, la collaborazione artistica che culminò nella messa in musica di alcune delle poesie da Spoon River, che Fernanda aveva tradotto nel ’43 a rischio di visitare le prigioni fasciste, come pure il legame con Don Gallo, che volle come celebrante delle sue esequie che si svolsero nella cattedrale di Carignano e vi partecipò una folla commossa, infine la sepoltura, voluta nel cimitero Monumentale di Staglieno. La Commissione Toponomastica rispose purtroppo con un diniego: interrompeva la nomenclatura della zona– fu la scusa ufficiale – ma era solo un futile pretesto, e consigliava l’indicazione di un altro luogo. Poco distante Tf individuò uno spiazzo ricavato in una recente ricostruzione (era rimasto per decenni ricoperto dalle macerie causate dai bombardamenti della 2° guerra mondiale), parimenti bisognoso di interventi tesi alla riqualificazione.
Questa terrazza, soprastante i Giardini Luzzati, si trova in un settore dove convivono intitolazioni che già interrompono la nomenclatura ‘storica’ dei vicoli circostanti: il campo Eduardo Galeano (1940-2015), sottostante; la scuola Don Gallo (1928-2013), dopo una brevissima discesa; la Piazza Teresa Mattei (1921-2013), di fronte alla scuola; i Giardini Emanuele Luzzati (1921-2007), sotto la terrazza, affacciati alla Scuola; la piazzetta Mauro Rostagno (1942-1988), nel perimetro dei Giardini; tutte di recente intitolazione, essendo collocate in una porzione urbanistica ricostruita [ma a qualche centinaio di metri si trovano per esempio : Via Eugenia Ravasco (1845-1900) e Piazza Renato Negri (1901-1945), segno che la nomenclatura ‘medioevale’ delle strade era di già stata interrotta in passato]. Per la nuova proposta Tf ha raccolto l’adesione di più di 20 tra Gruppi spontanei, Organizzazioni, Associazioni, [si ricordano, tra le più grandi, ‘Comunità di San Benedetto al Porto’, ‘SUQ’, ‘Teatro della Tosse’, ma le altre sono non di meno importanti], addirittura la ‘Il Ce.Sto Cooperativa (gestore e rinnovatore dei Giardini Luzzati) si è proposta, a intitolazione avvenuta, a mezzo di una raccolta di fondi, di farsi titolare di un progetto atto alla riqualificazione del sito, con la creazione di un’oasi dedicata alla lettura, alla poesia, alla cultura.
Ma questo è solo l’antefatto, ora vogliamo proseguire nella forma dell’intervista, ponendo alcune domande a Margherita Marengo, responsabile di Tf per l’area metropolitana di Genova, e a Cristina Lodi, Consigliera di minoranza nel Consiglio comunale di Genova, che tra il personale politico cittadino si è più impegnata nella vicenda.

Margherita e Cristina
Margherita Marengo (a sinistra) e Cristina Lodi (a destra)

D: Margherita, perché l’intitolazione a Fernanda?
R: Come sappiamo Tf promuove le intitolazioni al femminile per colmare il differenziale di genere in questo campo. A Genova le vie intitolate a donne sono 161 e 1500 intitolate a uomini, l’indice di femminilizzazione, che si ottiene dal rapporto tra questi due valori, risulta essere circa il 10%, dato abbastanza alto rispetto alla media nazionale che si aggira intorno al 3,5 %. Se però si analizzano le figure rappresentate, quelle religiose sono il 63% e da ciò risulta evidente la carenza di figure laiche che possano fornire un modello alla cittadinanza e alle nuove generazioni, per rispondere alla loro realtà odierna. In particolare, all’interno del Municipio 1, dove noi abbiamo chiesto una piazzetta per Fernanda, a fronte di un territorio vasto, formato per la maggior parte da un labirinto di “Caruggi” dove vie, vicoli e piazzette sono innumerevoli, troviamo solo 4 intitolazioni a donne non religiose o sante. In questo contesto abbiamo pensato che una figura genovese di grosso spessore culturale, attraverso le cui traduzioni l’Italia scoprì la cultura della beat-generation, fosse opportuna e doverosa, ma ancora di più ci ha convinto il suo profilo di pacifista: Fernanda era una convinta sostenitrice del pacifismo. Questo aspetto si coniuga perfettamente alla scelta del sito, quale atto utile a sanare la profonda ferita prodotta in quel luogo dal conflitto, e rappresentante al contempo un monito contro tutte le guerre.
D: Come vi siete mosse?
R: A fronte del diniego da parte della Commissione Toponomastica comunale alla nostra prima proposta, portata avanti insieme alla Ass.ne ORIZZONTI, con cui collaboriamo nel lavoro di mappatura sul territorio, abbiamo cambiato il sito ma non la zona, per le motivazioni già esposte. Abbiamo coinvolto la cittadinanza raccogliendo un numero consistente di adesioni. Con queste Organizzazioni cofirmatarie abbiamo fatto una nuova proposta di intitolazione, nobilitandola anche con una proposta concreta di riqualificazione urbana. Abbiamo accompagnato queste iniziative con momenti di condivisione collettiva che hanno visto una nutrita partecipazione. Poi è intervenuto il lookdown dovuto al contagio e abbiamo dovuto sospendere. Ma nel frattempo non abbiamo avuto risposta alcuna alla nostra istanza.
D: E ora Margherita cosa sta succedendo?
R: Abbiamo appreso dalla stampa, e per una vicenda tanto triste quanto sconcertante, che la Giunta del Comune di Genova ha avocato a sé le decisioni riguardanti le intitolazioni. Questo è accaduto, nota bene, a pochi giorni dal 25 Aprile, dalla celebrazione del 70° anniversario della Liberazione, con la decisione votata in Consiglio Comunale, forti della maggioranza, di intitolare il porticciolo di Nervi a Luigi Ferraro (comandante nella X mas, aderente alla RSI). Uno sfregio alla città, medaglia d’oro al valor militare per la Resistenza, che si liberò prima che vi arrivassero i liberatori, una città in cui l’atto di resa fu firmato da un generale nazista nelle mani di un operaio…
D: Le prossime azioni?
R: Siamo in una situazione di stallo, poiché dovremo riprendere le azioni affinché le nostre legittime aspettative abbiano un riscontro positivo. Ma, in una situazione nella quale le geometrie istituzionali vengono ridisegnate al fine di perseguire obiettivi inqualificabili, non vorremmo  che le nostre insistenze possano essere scambiate come merce di scambio, inquadrate in senso cerchiobottista: questo nuocerebbe a noi, a Tf e alla memoria di Fernanda. Dobbiamo riflettere e consultarci con i nostri riferimenti per non fare passi falsi e proseguire nella volontà di rendere merito a Fernanda, alla sua memoria, in maniera pulita. Si disse di Lei – a proposito della sua frequentazione con le personalità della beat generation, frequentazione fisica non solo intellettuale – che era un angelo sceso all’inferno e uscitone senza neppure sporcarsi le ali: dobbiamo stare attenti a non sporcargliele noi ora.
D: Cristina, il suo interessamento per l’intitolazione di uno spazio cittadino a Fernanda Pivano ci sembra nato, oltre che da un convincimento politico, anche da un’adesione a livello personale, giusto?
R:
Si, proprio così. Fernanda è stata per la mia generazione e lo è tutt’ora nella nostra memoria una grandissima scrittrice, traduttrice e critica letteraria di cui ricordo molte delle sue opere. Ma ho impresse nella mente le immagini del suo funerale, la commozione di quel giorno di centinaia di persone, addolorate per la sua perdita. Ma non solo. Mi ha anche colpito la disuguaglianza di trattamento delle donne rispetto agli uomini nelle intitolazioni di strade e piazze: per questo ringrazio Toponomastica femminile per le sollecitazioni a fare meglio e a fare bene sia quando si è forza di maggioranza, sia quando si è minoranza. Esistono molte donne che vanno ricordate, la cui memoria va celebrata.
D: Oggi la Giunta comunale ha avocato a sé le decisioni in merito alla toponomastica della città di Genova e a questo ‘colpo di mano’ ha fatto immediatamente seguito un’intitolazione a un personaggio con un passato politico quanto meno discutibile riaccendendo polemiche e esacerbando lo scontro. Ci può illustrare come sono andate le cose?
R:
Intanto è importante ricordare che a Genova le proposte di intitolazioni di strade o piazze possono essere presentate da enti pubblici e privati, partiti politici, Municipi, associazioni a carattere nazionale e locale, istituti, circoli, organizzazioni sindacali, comitati, singoli cittadini, a condizione che queste proposte siano state valutate preventivamente dal Consiglio del Municipio compente.
Nel caso si voglia onorare la memoria di una persona è necessario presentare domanda alla segreteria della Commissione per la toponomastica cittadina, corredata da esauriente curriculum vitae, e possibilmente, indicare un’area disponibile e idonea all’intitolazione.
La Commissione per la toponomastica cittadina ha approvato le linee guida ancora vigenti, dove vengono indicati i criteri generali integrativi cui ci si deve attenere in osservanza della normativa in materia. Uno dei criteri riguarda l’unanimità del riconoscimento. Purtroppo con questa amministrazione comunale le intitolazioni invece, come è successo per il porticciolo di Nervi, avvengono spesso in maniera divisiva e non unanime e ritengo che questo non sia nemmeno in linea con la norma vigente comunale.
D: Ripresentare una mozione per portare avanti l’intitolazione a Fernanda Pivano considerato il clima non crede possa diventare una sorta di merce di scambio politico?
R:
Io ritengo che il tentennamento relativo ai luoghi, da parte del Municipio competente, non dia la possibilità di fatto di intitolare uno spazio a Fernanda e la questione è incomprensibile. La figura di Fernanda è indiscutibilmente riconosciuta a livello nazionale e internazionale e la storia della sua vita non è certo divisiva. Fernanda non può essere merce di scambio. Portare l’approvazione attraverso un documento consiliare deve avere solo un obiettivo di rinforzo e conferma del contributo che lei ha dato allo sviluppo della letteratura italiana. Solo questo va acclamato in modo unitario e univoco e solo con la volontà di tutte e tutti di votare all’unanimità la sua intitolazione.

 

 

Articolo di Maria Pia Ercolini

D8BjAyQLLaureata in Lettere e in Storia e Società a Roma, insegna Geografia e coordina progetti di didattica di genere. È fondatrice e presidente nazionale dell’associazione Toponomastica femminile. Ha pubblicato le guide turistico-culturali RomaPercorsi di genere femminile (voll. 1 e 2), e curato i volumi Sulle vie della parità e Strade maestre. Coordina la collana Le guide di Toponomastica femminile

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