Ci sono dei nomi personali che hanno raggiunto un’alta popolarità nazionale e internazionale nel patrimonio toponomastico inteso come area di nomi di varie forme topografiche, luoghi, strutture di comunicazione, ma anche edifici in cui sono ubicate istituzioni o imprese che in questa prospettiva funzionano come dei veri e propri luoghi. È dato per scontato che tra questi nomi troveremo soprattutto nomi maschili, che dominano l’odonimia, il naming istituzionale e in generale l’urbanonimia (ovvero i nomi di vari riferimenti infrastrutturali in una città). In Polonia, i record statistici in questo ambito sono legati, ad esempio, al poeta “profeta” Adam Mickiewicz che compare in 1146 odonimi in altrettante numerose località polacche; agli scrittori insigniti del premio Nobel Henryk Sienkiewicz (882 occorrenze toponimiche) e Władysław Reymont (520); a re Giovanni III Sobieski (oltre 390 odonimi); o, ancora, a un personaggio d’origine polacca riconosciuto globalmente: papa/ beato/santo Giovanni Paolo II (quasi 980 unità). Della stessa misura vivi e frequenti sono tutti questi nomi celebri nelle denominazioni ufficiali di istituzioni educative, sociali e culturali. Le scuole dedicate ad Adam Mickiewicz sono innumerevoli, ma è certo che di norma un nome non si può ripetere in più istituzioni in una stessa località. Le eccezioni concernono grandi città. A Lodz ragazzi e ragazze possono studiare in due strutture di livello diverso dedicate, nelle loro denominazioni ufficiali, al poeta: Szkoła Podstawowa nr 1 im. Adama Mickiewicza w Łodzi [Scuola Primaria n. 1] e XIX Liceum Ogólnokształcące im. Adama Mickiewicza [Liceo XIX].
Il mondo femminile sul piano statistico è rappresentato da numeri meno spettacolari tranne il nome della scienziata di fama internazionale Maria Skłodowska-Curie (Varsavia, 1867 – Passy, Francia, 1934), vincitrice di due premi Nobel in fisica e chimica rispettivamente nel 1903 e nel 1911, naturalizzata francese, vivendo e lavorando in Francia e sposata a Pierre Curie, anche lui scienziato e suo collaboratore.
Il nome di Skłodowska costituisce quasi 300 odonimi polacchi in altrettante località, tenuto conto della suddetta circostanza di frequenza d’uso, anche logica per ragioni amministrative e pratiche di poter trovare senza confusione una via o una piazza in una città o un’altra area abitata.
A questo proposito, rare sono le situazioni in cui uno stesso nome o, in generale, la base del “contenuto” di un odonimo siano usati nei confini di una stessa località. Se capita, è dovuto soprattutto a ragioni storiche o processi di ridenominazione oppure alle conseguenze dell’incorporazione in un agglomerato di nuove aree finora autonome come cittadine o villaggi con le loro intitolazioni precedenti.
La transonimizzazione di un antroponimo, cioè la sua trasposizione a un’altra categoria onomastica, per esempio a un urbanonimo (nome di un referente toponimico o istituzionimico in una città), è un processo che fissa lo stesso nome personale in varie unità onimiche di una data località. Per questo, il nome oggetto di questo articolo, Maria Skłodowska-Curie, la scienziata, in quanto figura storica di rilievo internazionale di cui vale la pena vantarsi, sta alla base di molte intitolazioni delle città polacche come Lublino, Varsavia, Breslavia, Lodz e tante altre, grandi, medie e piccole che siano, sino a comparire anche in piccoli paesi o frazioni.
Il caso di Lublino (sud-est del Paese) è particolare, anche se non è un luogo in cui Maria visse, studiò o lavorò. La traccia della famiglia a Lublino spetta comunque al nonno paterno di Maria, Józef Skłodowski, che fu direttore del locale ginnasio nella seconda metà del XIX secolo e fondatore di uno degli edifici di questa scuola, oggi parte di una delle università lublinesi, niente meno che Uniwersytet Marii Curie-Skłodowskiej, Umcs. L’Università “Maria Curie-Skłodowska” è stata fondata nel 1944, come uno degli atenei statali in Polonia, punti di riferimento scientifico e didattico del regime comunista postbellico. Toutes les proportions gardées, la fondazione dell’ateneo si potrebbe spiegare nei termini di una reazione politica per manifestare l’atteggiamento laico del Partito socialista al potere, soprattutto in una città in cui dalla fine della Prima guerra mondiale funzionava e funziona tuttora un’altra università, l’Università cattolica, oggi ufficialmente conosciuta come Katolicki Uniwersytet Lubelski im. Jana Pawła II, Kul (Giovanni Paolo II).
I comunisti polacchi non volevano permettere ad una università d’origine istituzionale religiosa di dominare in una città, all’epoca, anche multiculturale con più nazioni, lingue e religioni (polacchi, ebrei, ucraini, russi…). Si potrebbe dire che il nome di Maria Skłodowska-Curie fosse stato sfruttato in questo processo, vista la figura fortemente laica della sua portatrice che crebbe a Varsavia nella cultura cattolica, ma se ne staccò dichiarandosi atea o addirittura agnostica, perdendo la fede dopo le morti premature della madre Bronisława e della sorella maggiore Zofia. Un altro fatto determinante è che Lublino fu una delle prime città liberate durante la Seconda guerra mondiale e sede fino al 1945 del Comitato di liberazione di Bolesław Bierut (primo presidente della Repubblica Popolare Polacca), nato in una delle località incorporate successivamente nella città. Vista questa genesi comunista, la Umcs era chiamata “czerwony” uniwersytet [università “rossa”].
Oggi le due università di Lublino, essendo autonome e sempre più importanti nel gruppo delle 43 università polacche, apparentemente concorrenti in molti ambiti (ad esempio nelle scienze umanistiche e sperimentali), negli stessi e in altri cooperano e si completano; ciò è naturale e positivo dal punto di vista di una città di media grandezza con quasi 360.000 abitanti e di una regione in cui non operano molte strutture universitarie e di ricerca scientifica. Nell’intenzione originaria dei fondatori, la Umcs era destinata a occuparsi particolarmente di aree scientifiche come fisica, chimica e scienze naturali. Oggi questa specializzazione è sempre attuale, ma non più preminente sulle altre, anche comparandola con istituzioni simili sul piano nazionale.
Ad ogni modo la Umcs è l’unica università polacca con una intitolazione femminile. Se si dovesse paragonare con l’Italia, tra le università italiane ce ne sono tre dedicate ad una donna, ma i loro nomi sono riferibili a figure di venerazione religiosa: l’Università degli Studi “Suor Orsola Benincasa” a Napoli, la Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento “Sant’Anna” a Pisa e la Lumsa- Libera Università “Maria Ss. Assunta” a Roma.
Analizzando la situazione strettamente dal punto di vista onomastico, si osserva che la sede centrale e il campus dell’Università “Maria Curie-Skłodowska” a Lublino si trovano in una piazza dello stesso nome la quale, non a sorpresa ma confusamente, si raggiunge da ul. Marii Curie-Skłodowskiej [via Maria Curie-Skłodowska].
L’urbanonimia di Lublino con intitolazioni a Maria Curie-Skłodowska si estende anche a un monumento con la statua della scienziata nella omonima piazza. A pochi passi dalla Umcs possiamo entrare in un liceo a lei dedicato o trovare alloggio in un hotel: l’Hostel Skłodowska.
Curie-Skłodowska, Skłodowska-Curie, Skłodowska, stiamo parlando del nome della stessa persona?… Sì, anche se sembra non essere conseguente, ciò si nota anche in numerosi urbanonimi e vari fatti onomastici in cui si usano i cognomi della fisico-chimica polacca. Lo illustrerò abbondantemente. Ma vediamo prima qualche sequenza cronologica della vita di Maria e l’applicazione della norma linguistica e culturale polacca alla scelta e all’ordine dei componenti del doppio cognome in questione.
La futura ricercatrice nacque come Skłodowska, assumendo naturalmente il cognome di suo padre Władysław. La famiglia Skłodowski apparteneva alla cosiddetta piccola nobiltà polacca, usando lo stemma Dołęga (un vocabolo con etimologia complessa, riferentesi in generale alla prosperità, potenza, forza). Anche sua madre, Bogusława Boguska, proveniva da una famiglia nobile dello stemma Topór (pol. topór ‘ascia, mannaia’). La scienziata è stata battezzata come Maria Salomea. Il suo secondo nome di battesimo però è usato solo nella sua identificazione enciclopedica ufficiale.
Sul piano internazionale è conosciuta come Maria o Marie Curie. Questa variante è accettabile anche nella realtà polacca, ma dovendo usare uno solo dei suoi cognomi, si preferisce comunque Skłodowska all’unico Curie.

http://www.polish-coins.com/katalogmonet/969-francja-2006-maria-curie-sklodowska
Nell’uso del doppio cognome, l’ordine standard è cognome d’origine + cognome del marito, uniti con un trattino senza spazi, quindi Skłodowska-Curie. L’ordine Curie-Skłodowska apparentemente è sbagliato e vista la norma lo è, ma considerato il precedente e la diffusione del nome ufficiale della Umcs (vedi sopra), la variante Curie + Skłodowska sembra anche accettabile, soprattutto perché identifica la stessa persona. La sospettata confusione è dovuta al fatto che Maria usava nella sua firma quasi tutte le varianti possibili, soprattutto dopo il suo definitivo trasferimento in Francia e adottando la norma ortografico-onomastica francese e internazionale senza o con il trattino vincolante: Marie Skłodowska Curie / Skłodowska-Curie, Marie Curie-Skłodowska / Curie Skłodowska, Marie Curie, Madame Curie (perfino Madame Pierre Curie, conformemente all’uso francese). Ciò è interessante: infatti l’Accademia Svedese scrisse sul diploma del suo primo premio Nobel nel 1903 “a Maria Curie”, invece sul secondo del 1911 “a Maria Skłodowska-Curie”.
Non tutti/e sanno che quella “confusione” sui cognomi della nostra scienziata e cittadina del mondo, generata anche da interessi nazionalistici, maschilisti, normativi, ecc., è attualmente risolta in Polonia da un ordinamento burocratico che affida appunto alla donna di decidere, al momento di redigere l’atto di matrimonio, con quale/i cognome/i e secondo quale ordine vuole esser chiamata nei documenti ufficiali dopo le nozze. La storia di Maria Skłodowska è proprio la storia di una donna che ha rivendicato i suoi diritti e che ha rappresentato per il femminismo mondiale una vera e propria pioniera. Quindi la vicenda dei suoi cognomi, come quella della sua origine polacca, è anche la storia di una rivendicazione di una donna e di un popolo allo stesso tempo. L’odonimia e altre categorie di onimia in Polonia riferite alla figura di Maria Curie testimoniano il fenomeno della sua variegata identificazione. La maggior parte degli odonimi osserva l’ordine Skłodowska-Curie (ul. Marii Skłodowskiej-Curie, oltre 200 casi). L’ordine contrario Curie-Skłodowska è presente sulla mappa di Lublino, ma anche di alcune decine di altre località.

Da notare i casi dell’uso del cognome doppio senza traccia del nome proprio (oltre una quarantina). Sorprendono le situazioni in cui si registrano abbreviazioni convenzionali del nome di battesimo Maria (=M.), ma stranamente anche del componente Curie, ad esempio a Szczecinek: ul. C. Skłodowskiej [sic!], come se anche “C.” fosse l’iniziale di un nome.
In casi altrettanto ufficiali o meno ufficiali, ma registrati sulle targhe stradali, si incontrano forme come ul. M. C. Skłodowskiej o ul. MC Skłodowskiej (sic!) a Sierakowice, in Pomerania. Solo una volta il cognome nella dedica è ridotto al componente unico Curie (ul. Curie a Zagórz ) e può essere interpretato come il riferimento ai coniugi Curie, Maria e Pierre, entrambi scienziati, ma anche alle loro figlie non ignorate dalla storia europea e mondiale: Ève Curie e Irène Joliot-Curie. A margine notiamo che una via in Polonia è dedicata a Pierre Curie, ul. Piotra Curie a Toruń / Cuiavia-Pomerania e cinque al marito di Irène, genero e assistente di Maria, Frédéric Joliot-Curie, per esempio a Varsavia.
Articolo di Artur Galkowski
Professore di linguistica italiana e francese all’Università di Łódź in Polonia, dirige la Cattedra di Italianistica dell’Istituto di Filologia Romanza. I suoi interessi scientifici si concentrano prevalentemente su onomastica, linguistica testuale, glottodidattica. Presiede la Commissione di Onomastica Slava del Comitato Internazionale degli Slavisti e fa parte del corpo direttivo dell’ICOS, International Council of Onomastic Sciences. È presidente della Società degli Italianisti Polacchi.