L’esame di maturità nell’uragano dei cambiamenti

Ho “raggiunto” la mia maturità, a conclusione dei cinque anni di Liceo artistico, la scorsa estate, nel 2019, e ciò che mi piace ricordare qui è il mio percorso orale, nella speranza che possa essere utile a chi affronterà l’esame in futuro; ma voglio anche riflettere su come sia cambiato, nell’ultimo anno, non solo l’esame, ma anche la nostra visione del mondo, nella consapevolezza che abbiamo vissuto la storia di un cambiamento che ha colpito la nostra epoca, mutando il nostro modo di pensare e di percepire ciò che ci circonda, sconvolgendo e alterando le nostre esistenze. Mi ha sempre affascinato come le cose possano cambiare intorno a noi, in noi e nelle persone che conosciamo; il cambiamento è talvolta silenzioso, mentre altre volte forte come un pugno nello stomaco, in ogni caso una cosa è certa: molto raramente siamo noi a sceglierlo o dominarlo, ci coglie alla sprovvista proprio quando meno ce lo aspettiamo e l’unica cosa che siamo costretti e costrette a fare, è affrontarlo e subirlo. Gli ultimi mesi ci hanno messo di fronte a un mutamento radicale del nostro stile di vita e delle nostre abitudini, è cambiato il nostro modo di percepire la realtà e di relazionarci con gli altri e talvolta la paura ha preso il sopravvento rendendoci deboli e insicuri/e. Sebbene in circostanze simili ci ritroviamo spesso impotenti, senza possibilità di scelta, ciò che possiamo scegliere, invece, sono le nostre azioni e la nostra reazione al problema e citando una frase della coraggiosa artista Frida Kahlo «alla fine della giornata, possiamo sopportare molto più di quanto pensiamo di poter sopportare». Dobbiamo sempre rammentare che le nostre parole e le nostre scelte seppur piccole, possono avere una grande influenza su chi ci circonda. L’emergenza Covid non solo ha messo in ginocchio il mondo intero, ma anche la nostra quotidianità, le istituzioni e la nostra società, colpendo gli individui senza alcuna distinzione di sesso, età ed etnia; tutti e tutte siamo state chiamate a rispondere insieme contro un unico nemico. Tra le varie istituzioni, una di quelle maggiormente colpite è stata la scuola che si è dovuta svolgere in modalità a distanza tramite videochiamate e lezioni online. La didattica a distanza, in queste difficili settimane, ha dovuto sostituire il normale insegnamento “frontale” continuando comunque a perseguire il compito sociale e formativo dell’educazione scolastica seppur in modo innovativo e differente. La scuola, in un periodo così difficile, ha avuto l’importante compito di mantenere la “normalità”, mantenendo viva la comunità di classe e il senso di appartenenza a essa, combattendo il rischio di isolamento e di demotivazione. Per quanto riguarda l’esame di maturità sono state avanzate diverse proposte e infine si è deciso di mantenere il colloquio in presenza, seppur apportando determinate precauzioni e accorgimenti. Lo svolgimento dell’esame ha previsto solamente l’orale, il quale è stato diviso in diverse fasi tra cui la discussione multidisciplinare a partire da un documento proposto dalla commissione, la presentazione dei PCTO, percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento, argomenti di Cittadinanza e Costituzione, e ad apertura di colloquio, due momenti che sostituiscono la prima e seconda prova, fino all’anno scorso attività scritte o pratiche. Seppure ci siano state alcune varianti significative, alcune fasi fondamentali e innovative erano già presenti nella maturità dello scorso anno, come la discussione multidisciplinare, i PCTO e le questioni inerenti temi di Cittadinanza e Costituzione, ed è per questo che ho ripensato alla mia maturità dello scorso anno: noi credevamo di essere i primi ad affrontare un esame così diverso, ad aprire la strada a chi dopo di noi avrebbe fatto meno fatica a orientarsi. Invece quest’anno è di nuovo cambiato se non tutto, molto! Considerando il fatto che le modalità del nostro Esame di Stato erano state molto trasformate rispetto agli anni precedenti, ero molto preoccupata di come si sarebbe potuto svolgere, dato che, tra l’altro, ero stata sorteggiata nella prima giornata, e quindi non avevo avuto modo di poter assistere a colloqui precedenti al mio. La mattina dell’orale sono arrivata a scuola in anticipo e stranamente mi sentivo calma. Una volta entrata nell’aula, tutti/e le docenti della commissione mi hanno fatto sentire a mio agio, accogliendomi con un sorriso, per poi introdurmi allo svolgimento dell’esame. Inizialmente la presidente della commissione, dopo avermi fatto firmare, mi ha mostrato le famigerate… tre buste! tra le quali avrei dovuto sceglierne una a piacere! La modalità era già stata ampiamente criticata, non considerata adeguata alla serietà dell’esame, ma la presidente ha alleggerito il portato da quiz televisivo, ribadendo l’uniformità degli spunti scelti come difficoltà, e l’importanza di riuscire a organizzare bene il proprio discorso, con tutta la calma necessaria. Una volta aperta la busta, ho avuto alcuni minuti per pensare ai collegamenti e con mia grande sorpresa, il contenuto della lettera era un argomento che ho ritenuto davvero interessante: un’immagine di prodotti della Kartell, la grande industria italiana specializzata nella realizzazione di oggetti di design in materiale plastico. Immediatamente ho iniziato a trovare dei collegamenti con gli argomenti trattati nelle varie discipline durante l’anno, come se avessi già chiaro nella testa quello che avrei dovuto dire. Dopo aver steso una breve mappa concettuale (che mi sono divertita a riprodurre qui, mentre all’esame era scritta al momento, con penna biro su un foglio bianco) decisi di iniziare prendendo la parola.

Collegamenti multisciplinari

Innanzitutto, sono partita spiegando cosa fosse la Kartell e l’importanza di questa grande industria italiana nata nel 1951, la prima a collaborare con grandi designer per la produzione di oggetti in plastica; bisogna, infatti, tener conto che la plastica all’epoca fu una grande invenzione che rivoluzionò completamente non solo il mondo del design, ma anche lo stile di vita delle persone, incidendo sul mercato internazionale. Dopodiché mi sono collegata al discorso della plastica in senso più ampio, parlando dei pregi e dei difetti di questo materiale che oggi ha, purtroppo, avuto un impatto negativo sul nostro pianeta a causa dell’uso scorretto da parte nostra. Come è noto di recente i giovani di tutto il mondo si sono uniti in manifestazioni per la tutela e la salvaguardia del nostro pianeta sotto la spinta di una ragazzina di 16 anni: Greta Thunberg, che si sta battendo già da anni su questa tematica. Come la storia ci insegna, spesso l’umanità ha alternato momenti di grande scoperta e avanguardia tecnologico-scientifica a periodi oscuri e di degrado. Basti considerare il secolo scorso, uno dei periodi più bui della nostra storia, dove si manifestarono regimi totalitari (il nazismo, il fascismo e lo stalinismo) che privarono gli individui di ogni tipo di libertà e diritto, compiendo orrende atrocità quali la Shoah o il fenomeno dei gulag. Ma, in un’alternanza curiosa, momenti oscuri sono anticipati da sprazzi di luce. Un esempio eclatante di invenzione e innovazione è stata la belle époque a inizio secolo, quando anche l’Italia, grazie alla terza rivoluzione industriale, ha vissuto un periodo di grande benessere generale. In questi anni fu inventata la corrente elettrica, che permise alle persone di riunirsi e ritrovarsi in luoghi pubblici animando la vita notturna. In questo periodo in cui Thomas Edison inventò la corrente continua, un suo dipendente, ovvero Nikola Tesla, riuscì a introdurre la corrente alternata che permise un maggior raggio di trasmissione ed era, quindi, più conveniente. Questa tipologia di corrente viene utilizzata ancora oggi negli impianti elettrici. Un’altra testimonianza di questo periodo storico è il Futurismo, corrente culturale e artistica nata nel 1909 grazie al Manifesto steso da Marinetti e pubblicato sul giornale “Le Figarò” a Parigi. Il Futurismo è un movimento che esalta l’innovazione tecnologica e l’avanguardia, privilegiando tutto ciò che è rivolto al futuro. Marinetti afferma e ribadisce nei suoi scritti un forte disprezzo nei confronti del passato e di tutto ciò che è legato all’antichità, dichiarando addirittura che sarebbe necessario bruciare e distruggere ogni tipo di museo, biblioteca e luogo di cultura legato al passato in quanto, secondo i futuristi, tutto ciò che ci tiene inchiodati  alle nostre radici non ci permette di guardare al futuro e alla novità. Altro carattere particolare del futurismo è l’esaltazione della forza della violenza, la velocità, tanto che Marinetti stesso afferma che alla Nike di Samotracia è preferibile il rombo di un’automobile. Un esempio dell’esaltazione tecnologica dei futuristi è la famosa opera di Giacomo Balla “Lampada ad arco” in cui viene messa in evidenza l’importanza dell’invenzione dell’energia elettrica, grazie alla quale è stato reso possibile illuminare la città durante la notte e quindi animare la vita notturna e l’aggregazione sociale. Un altro periodo di ripresa e rinascita sociale politica e culturale fortemente rilevante in Italia è stato il grande boom degli anni ‘50 che ha permesso una nuova ripresa del nostro paese dopo la Seconda Guerra Mondiale, che aveva causato in Europa milioni di vittime di cui la maggior parte civili innocenti. In questo periodo il grande boom economico non è stato solo dal punto di vista finanziario e del benessere sociale, ma anche dal punto di vista politico. Le Madri e i Padri costituenti, mettendo da parte le divergenze ideologiche e politiche, si sono preoccupati/e di dare all’Italia un nuovo assetto e una vera Costituzione, che avesse basi antifasciste ed egualitarie con l’obiettivo di non cadere più negli errori del passato, tutelando i diritti e i doveri di tutti i cittadini e le cittadine, senza distinzioni sociali, di genere, economiche e culturali. Nonostante questi grandi e positivi cambiamenti si presentarono comunque degli aspetti negativi: nel ventennio successivo la figura dell’intellettuale, che un tempo era considerata di principale rilievo, incominciò a perdere importanza passando in secondo piano. Da questa situazione si generò un dibattito tra poeti e intellettuali che dovettero attuare un rinnovamento della letteratura in modo da poter raggiungere i nuovi lettori. Questo concetto era stato già anticipato da Antonio Gramsci nel 1929 nei “Quaderni dal carcere”, dove si afferma la necessità di un rinnovamento culturale della figura dell’intellettuale, che necessitava di un cambiamento totale che potesse adeguarsi alle nuove richieste del pubblico. Questo processo è stato reso possibile grazie all’invenzione di nuovi tipi di narrativa da parte di letterati emergenti: Italo Calvino, Cesare Pavese, Umberto Eco e altri letterati di spicco. Questo tema verrà particolarmente approfondito da Montale uno dei poeti più rappresentativi del Ventesimo secolo. Durante la premiazione del Nobel, vinto nel 1975, nel suo famoso discorso, Montale si pone la domanda sulla possibilità della poesia al giorno d’oggi. Nel noto monologo il poeta tratta diversi punti parlando dei problemi relativi a una società che risponde alla domanda del “qui e ora” e che tende a ricercare un prodotto di mercato come se il poeta fosse una macchina. La vera poesia, afferma Montale, è invece eterna e rivolta a chiunque in qualsiasi momento storico, è una poesia che risponde alle esigenze spirituali che sono intrinseche alla natura dell’essere umano e che sono l’essenza fondamentale della vita stessa. Sebbene la poesia attraverserà nella lunga vicenda della storia periodi di decadenza, di abbandono e di smarrimento, essa è, e resterà sempre una delle vette più alte dell’animo umano. Conclusa la prima sezione dell’esame sono passata alla presentazione in inglese dei miei percorsi di Alternanza Scuola Lavoro, diventati nel corso del triennio PCTO, collegando così l’unica materia che non avevo ancora trattato nel colloquio. La mia esperienza formativa era legata alla vacanza-studio fatta a Londra all’inizio del quarto anno. Ho posto la mia attenzione non tanto sulla descrizione dell’esperienza, ma su quanto mi avesse lasciato a livello personale. Il confronto con una cultura diversa e un contesto differente mi ha insegnato ad affrontare le nuove situazioni, traendo il meglio per me stessa e per il mio futuro e aprendomi verso nuove realtà. Infine, collegandomi a una riflessione in merito alla gratuità della National Gallery, ho esposto l’articolo 9 della Costituzione relativo alla salvaguardia del patrimonio culturale e artistico. L’Italia possiede infatti un imponente patrimonio artistico: il nostro paese possiede oltre il 70% delle opere artistiche a livello mondiale. Ho poi aggiunto che a fronte di questo articolo sarebbe auspicabile rendere gratuito l’accesso ai musei e alle attrazioni culturali in modo da poter raggiungere il maggior numero di persone possibile, come avviene in altri paesi europei. Al termine dell’esame ho provato una sensazione esaltante perché l’ho ritenuta una delle prime grandi sfide della mia vita e il fatto di averla superata in modo particolarmente brillante mi ha trasmesso una piena consapevolezza delle mie capacità e mi ha dato la spinta per affrontare in maniera fiduciosa il mio futuro. Auguro un grande “in bocca al lupo” a tutte le ragazze e ragazzi maturandi di questo e dei prossimi anni scolastici, auguro di poter vivere quest’esperienza nel migliore dei modi e di non smettere di inseguire i propri sogni, scegliendo in modo attento la strada per raggiungere obiettivi importanti. “In tempi duri dobbiamo avere sogni duri, sogni reali, quelli che, se ci daremo da fare, si avvereranno.” Clarissa Pinkola Estés.

Articolo di Elena Moroni

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Ho 20 anni mi sono diplomata al liceo artistico Callisto Piazza di Lodi e frequento il primo anno di università presso il Politecnico di Milano nel corso di design d’interni. Sono giovane e impaziente di scoprire, conoscere e capire il mondo intorno e dentro me. Non so ancora quale strada sceglierò, ma se ascolto attentamente posso già sentirla dentro di me.

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