Dsa e nuove tecnologie

Per Dsa (Disturbi specifici dell’apprendimento) si intendono quei disturbi del neurosviluppo caratterizzati da notevoli difficoltà ad apprendere abilità scolastiche di base, quali lettura, scrittura e calcolo in presenza di uno sviluppo intellettivo nella norma. È quindi necessario realizzare una didattica inclusiva, al fine di garantire il diritto all’istruzione di alunni/e Dsa, che nella popolazione italiana hanno una incidenza stimata tra il 2,5% e il 3,5% (Iss 2011).
I/le Dsa possono raggiungere gli stessi obiettivi didattici? Certo, attraverso tre strumenti fondamentali: il Pdp (Piano didattico personalizzato), gli strumenti compensativi e le misure dispensative.
Nell’ordinamento nazionale, la legge 170/2010, Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico, che lo scorso 8 ottobre ha compiuto dieci anni, propone una strategia formativa basata sulla personalizzazione e l’individualizzazione della didattica; all’art. 5, possiamo leggere che «gli studenti con diagnosi di Dsa hanno diritto a fruire di appositi provvedimenti dispensativi e compensativi, di flessibilità didattica individualizzata e personalizzata, che tenga conto delle caratteristiche e dei punti di forza dello studente».
Ciò su cui ci si vuole soffermare è l’importanza degli strumenti compensativi e di come la tecnologia ne abbia cambiato la natura.
Per strumenti compensativi si intende l’insieme di quei mezzi che sollevano lo/la studente da prestazioni, quali la lettura, la scrittura o il calcolo, deficitarie a causa del disturbo, senza facilitargli il compito dal punto di vista cognitivo. Gli strumenti possono essere a bassa o ad alta tecnologia; nelle linee guida della legge 170/2010 vengono indicati: la sintesi vocale, il registratore, i programmi di video-scrittura, la calcolatrice, le tabelle, i formulari, le mappe concettuali.
Fondamentale è valutare quale o quali siano gli strumenti sulla base delle esigenze personali dello/a studente, e ricordare che l’uso di qualsiasi strumento necessita di una metodologia a sostegno e di un training specifico: il rischio di assenza di un approccio strategico renderebbe infatti inefficace il compenso.
Con il Piano Nazionale Scuola Digitale, approvato con il decreto n. 851 del 27 ottobre 2015, sono stati fatti investimenti al fine di portare la scuola all’innovazione digitale per formare classi che sappiano utilizzare in modo consapevole e creativo la tecnologia. Se l’uso dei dispositivi tecnologici allarga gli orizzonti dell’apprendimento, che in tal modo non è più confinato alla sola aula scolastica, questi diventano indispensabili per studenti che hanno specifiche difficoltà. Per riprendere la legge 170/2010: l’art. 5, comma 2b, garantisce «l’introduzione di strumenti compensativi, compresi i mezzi di apprendimento alternativi e le tecnologie informatiche […]».
Ogni strumento, anche il più tecnologico, presenta dei pro ma anche dei contro da tenere in considerazione; approfondiamone qualcuno.
La sintesi vocale.
Una delle tecnologie più utilizzate a compenso delle difficoltà di lettura è la sintesi vocale, il cui software converte il testo digitale scritto in parlato. Ovviamente è vantaggiosa in quanto permette l’autonomia nella lettura di testi, a fronte però di una lettura spesso priva di espressione (anche se le voci sono sempre meno robotiche) e con possibili errori per mancanza di coerenza tra forma e contenuto. Inoltre chi ne fa uso non deve avere difficoltà nella comprensione da ascolto e deve saper utilizzare attivamente questo strumento, per evitare una lettura passiva e quindi poco stimolante.
La scrittura al computer.
Uno strumento di compenso per la disgrafia e, in parte, per la disortografia è la scrittura al computer. Il computer garantisce una migliore prestazione nella scrittura, imprescindibile però da un training specifico, che richiede la conoscenza della tastiera. La velocità che si acquisisce è solo uno dei punti di forza, il testo che si crea è ordinato e facilmente modificabile e il correttore ortografico associato segnala gli errori ortografici, che una volta evidenziati fungono da feedback per lo/la studente.
Le mappe.
Le mappe concettuali sono riconosciute come strumento compensativo nelle Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento allegate al decreto ministeriale del 12 luglio 2011. In rete esistono mappe già confezionate, l’utilizzo delle quali richiede solo uno studio meccanico e mnemonico; anche in questo caso si ritiene che un atteggiamento attivo nella creazione della mappa sia la vera chiave, è infatti il processo di costruzione della mappa da parte dello/a studente che genera apprendimento, permette l’autonomia e lo sviluppo di un metodo di studio funzionale, che renda in grado di sintetizzare e organizzare le informazioni del testo.
Tra gli strumenti utili non dobbiamo pensare esclusivamente al computer, il tablet ad esempio è molto più fruibile e le app non solo hanno costi più ridotti, ma sono anche più immediate. Esistono comunque tablet già predisposti e con app preinstallate per bambini/e con difficoltà e disturbi di apprendimento, come EdiTouch.
Ciò che potrebbe risultare più complesso è muoversi in questo mare in cui ogni giorno si presentano novità e aggiornamenti; ci si deve quindi affidare a chi ha più dimestichezza con la tecnologia o a blog, come AppLogo, che recensiscono le diverse app utili in varie aree, dalla scuola alla terapia.
Oggi sempre più utilizzati sono i siti che permettono di creare materiale poi fruibile online, app come LearningsApp e Wordwall: tra i punti di forza c’è la possibilità di attingere a materiali creati da professionisti/e e condivisi con la community, che fungono da spunti operativi anche per la didattica a distanza, che molti/e docenti hanno dovuto sperimentare per la prima volta quest’anno.
Come visto le possibilità sono infinite e in continua evoluzione, risulta dunque di fondamentale importanza considerare diversi fattori prima di dare agli/lle studenti gli strumenti compensativi, tra cui l’età, il grado di scolarità, le difficoltà specifiche e i punti di forza.
Una volta individuati gli strumenti adatti, è necessario che le/i discenti siano sostenuti e motivati all’utilizzo di tali strumenti al fine di farne un uso consapevole e critico.


Per approfondire
App Logopedia, http://applogo.logolia.it/
EdiTouch, http://www.tabletascuola.net/
Training Cognitivo, https://www.trainingcognitivo.it/category/articoli-2/nuove-tecnologie/
Aid Italia, https://www.aiditalia.org/Media/SezioniLocali/vicenza/Documenti/NOVEMBRE%20DSA/RELAZIONE%20GHIOTTI.pdf Decreto Ministeriale, http://2.flcgil.stgy.it/files/pdf/20151209/decreto-ministeriale-851-del-27-ottobre-2015-piano-nazionale-scuola-digitale

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Articolo di Alessia Bulla

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Laureata magistrale in Letteratura italiana, Filologia moderna e Linguistica, ha una seconda laurea in Logopedia. È particolarmente interessata allo studio sincronico e diacronico della lingua italiana, alla pragmatica cognitiva e alla linguistica, che insegna in aerea sanitaria presso l’Università di Roma Tor Vergata.

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