«Non è la nave più grande ad avere maggiori possibilità di successo di fronte ai grandi cambiamenti, ma quella più capace di adattarsi».
Consigli per le/gli ammalati di retrotopia.
In tempi di pandemia, di crisi sanitaria, climatica, sociale ed economica è difficile prevedere il futuro. Ci mancano i punti di riferimento cui eravamo solite/i ancorarci. Sebastiano Barisoni, vicedirettore di Radio 24 dal 2013, prova ad indagare il periodo che stiamo vivendo con il suo stile divulgativo e con una narrazione semplice, comprensibile anche a chi non mastichi l’economia. Lo fa con il suo libro Terra incognita — Una mappa per il nuovo orizzonte economico, edito da Solferino ed uscito alla fine del 2020. Il volume è dedicato ai Millennials, «a Federico e tutti i suoi coetanei per i quali non esiste alcun mondo nuovo essendo questo l’unico mondo che hanno mai conosciuto». Da tempo nelle mie lezioni di economia politica e relazioni internazionali ogni volta che parlo alle/ai giovani di quello che era il mondo degli anni dell’attuazione della Costituzione e della costruzione del Welfare State, li vedo con un’espressione sul volto che non so definire: rassegnazione e scetticismo non fotografano adeguatamente il loro atteggiamento verso quello che gli racconto. A pagina 101 del libro di Barisoni ne ho trovato la descrizione più appropriata: «…Quando parlo con dei ragazzi, mi guardano come se fossi sotto l’effetto di una droga. Parlo di un mondo che per loro non esiste più, anzi, un mondo che, se hanno quindici anni, non possono nemmeno ricordare». È proprio questo che mi rimandano le/gli studenti: stupore e incredulità, come se chi gli sta parlando vaneggiasse.
La formazione del vicedirettore di Radio 24 è in relazioni internazionali, quella disciplina che ha rapporti non solo con l’economia politica, ma anche con la storia, la geopolitica, la politica economica e internazionale ed il diritto internazionale. Il suo linguaggio quindi non è specialistico come quello degli economisti e il suo sguardo sul mondo è il più idoneo a cercare di comprendere una società complessa come quella in cui viviamo. Siamo un po’ tutte e tutti ammalate/i di quella che Zygmnd Bauman chiamava retrotopia, «quasi un rifiuto del futuro e un’utopizzazione del passato che viene eletto a luogo ideale». È una tendenza in cui mi riconosco, purtroppo. Con l’autore di Terra incognita, invece, abbandoniamo questo atteggiamento culturale e nella prima parte del libro attraversiamo Il mondo conosciuto, in un racconto in parte caratterizzato da ricordi ed esperienze dell’autore, in parte spiegato nelle sue fasi e nei suoi momenti di svolta con un linguaggio chiaro, comprensibile anche ai non addetti ai lavori. Attraversiamo così gli anni dell’istituzione della Wto, in cui l’ascensore sociale, promosso dall’articolo 3 della Costituzione italiana, funzionava ancora, anche se stava rallentando, e i/le figli/e potevano aspirare a conquistare una posizione sociale che avrebbe consentito loro un tenore di vita migliore di quello dei loro genitori. Nella seconda parte, Si staccano gli ormeggi, Barisoni ci guida ad esplorare la crisi dei mutui subprime del 2007/2008, preceduta da quella delle imprese dot.com, crisi dovute ad una finanza sregolata di cui si dà la colpa solo alle politiche neoliberiste di deregulation di Thatcher e Reagan, ma che vede nella Terza via di Blair e Clinton (a quest’ultimo si deve l’abrogazione del Glass Steagall Act, il baluardo voluto dopo la Grande Depressione che separava le banche commerciali dalle banche di investimento) molte responsabilità, tra cui quella di avere stretto un patto scellerato con la finanza e i banchieri d’affari, in cambio della morfina finanziaria con cui anestetizzare il ceto medio, che stava perdendo potere d’acquisto.
In un apposito capitolo lo scrittore — di famiglia triestina, ma residente a Verona — affronta la crisi tutta europea dei debiti sovrani del 2012 e ci ricorda la frase, entrata ormai nella storia, del Presidente della Bce di allora, Mario Draghi, oggi assurto alle cronache del nostro sistema di governo parlamentare: «Whatever it takes. And believe me, it will be enough», con la quale assicurò la tenuta dell’euro contro la speculazione finanziaria, senza dimenticare di sottolineare gli sbagli della Trojka nei confronti della Grecia. L’autore ci spiega con dati alla mano che cosa sono stati la turbofinanza e il turbocapitalismo, la leva finanziaria e la finanziarizzazione dell’economia, i bonus scandalosi dei top manager. Un dato per tutti sarà bene ricordare: nel 2013, dopo la grande speculazione sul debito sovrano del Big Fish «…a fronte di un Pil Mondiale che valeva 75 mila miliardi di dollari, le attività finanziarie globali ne valevano 993 mila». Qualcosa non aveva funzionato nel migliore dei sistemi economici possibili, quello capitalistico.
La globalizzazione, inizialmente vista come il mondo aperto a tutte e tutti e la realizzazione di maggiori opportunità, aveva creato, citando ancora Bauman e il suo libro Dentro la globalizzazione, da un lato i «viaggiatori», i globetrotter, quelli capaci di sfruttarne al meglio i vantaggi, dall’altro i «residenti», quelli obbligati a restare, costretti a sopportare tutti gli svantaggi della globalizzazione, che soffrivano sulla propria pelle i flussi migratori con cui convivere e la riallocazione del lavoro su scala globale. Quei residenti, che si sono sentiti abbandonati, sono poi andati alla ricerca di chi “proteggesse il contado”, non fidandosi più delle èlite che li avevano abbandonati e cercando rifugio nei movimenti sovranisti e populisti.
Le prime due parti del libro hanno il pregio di dare una visione articolata e completa degli anni che abbiamo attraversato e sono delle buone lenti per interpretare quel passato che non tornerà più e da cui non abbiamo purtroppo tratto grandi lezioni. La Terza parte, Terra incognita, contiene alcuni suggerimenti interessanti sul futuro che verrà, dopo la crisi innescata dalla pandemia, distinguendo tra crisi e rivoluzioni e introducendoci al concetto di neosobrietà nei consumi, che ci ha insegnato il Covid. Lascio a chi leggerà questo agile saggio scoprirne il significato, così come il senso della rivoluzione web, che è cosa diversa dalla semplice rivoluzione digitale. In questa parte alle/ai giovani, «rabdomanti del valore aggiunto», spetta il merito di essere diventati gli esperti della vera «sovranità del consumatore», cioè la capacità di cercare sul web, per ogni prodotto o servizio da acquistare, la migliore offerta al mondo e quindi la possibilità di diventare consumatori attenti e critici. Tutt’un’altra storia rispetto a quanto da sempre sostenuto nei Manuali di Economia politica, in cui esisteva e si ripeteva a pappagallo il postulato della sovranità del consumatore, che personalmente non mi ha mai convinto, ma in cui di fatto era l’offerente/produttore ad avere tutte le informazioni sul prodotto rispetto al consumatore. Ben lo aveva dimostrato Kahneman, con la sua teoria delle asimmetrie informative, che l’aveva messa in discussione. Tutto il libro di Barisoni è costruito sulla metafora della navigazione, oggi in acque sconosciute e senza punti di riferimento. Tra le qualità che l’autore cita per affrontare quel cambiamento di epoca che è la quarta rivoluzione industriale 4.0, ci sono l’empatia, la solidarietà, il merito, il saper fare squadra e il mettere in conto la possibilità di sbagliare, quando ci si inoltra in terre e mari sconosciuti e dominati dall’incertezza. Per navigare sotto questo cielo e con queste acque non è necessario avere grandi navi. Basta sapersi adattare al cambiamento, anche se si è piccoli.
Terra incognita è un libro utile soprattutto a rileggere il nostro passato, con alcuni spunti sulle qualità necessarie ad affrontare il futuro. Il valore aggiunto, che si riallaccia al tema del valore dei beni, tornato in auge e approfondito in anni recenti da economisti eccentrici come Mazzucato e Piketty, si insinua in quasi tutti i capitoli ma il suo pregio maggiore sta nella fiducia nei confronti dei nostri adolescenti, una fiducia fondata sulla capacità dell’autore di osservarli e di capirne le ragioni e le qualità, con grande empatia.

Sebastiano Barisoni
Terra incognita — Una mappa per il nuovo orizzonte economico
Edizioni Solferino, Milano, 2020
pp. 208
***
Articolo di Sara Marsico

Abilitata all’esercizio della professione forense dal 1990, è docente di discipline giuridiche ed economiche. Si è perfezionata per l’insegnamento delle relazioni e del diritto internazionale in modalità CLIL. È stata Presidente del Comitato Pertini per la difesa della Costituzione e dell’Osservatorio contro le mafie nel sud Milano. I suoi interessi sono la Costituzione , la storia delle mafie, il linguaggio sessuato, i diritti delle donne. È appassionata di corsa e montagna.
Grazie per l’interessante consiglio di lettura!
"Mi piace""Mi piace"