Una pagina gloriosa di storia parla di una donna del popolo: Caterina Segurana.
Due giovani scrittori nizzardi, Alberto Fenocchio e Francesco Barberi, scrivevano per la festa del 15 di Agosto del 1863:
«Oh Catarina, che ci ricordi la più bella pagina della nostra storia!»
Ma chi era questa Caterina Segurana? Ella nasceva nell’anno 1506 da genitori di modestissime condizioni, che vivevano del loro lavoro, ma al di fuori dell’episodio dell’assedio di Nizza non esiste nessuna documentazione che stabilisca seriamente una biografia di Caterina Segurana!
Sappiamo che faceva la lavandaia e teneva anche una bancarella al mercato: si tratta dunque di una vera popolana e vedremo che come tale si comporterà per la gloria della sua terra.
Tracciamo brevemente il quadro e le origini dell’assedio di Nizza!
Carlo V già dal 1529 avvisava l’Europa che Francesco I, re di Francia (lo stesso che ospitò Leonardo da Vinci) stava facendo alleanza con l’impero ottomano e il sultano Soliman.
Si sa che Francesco I rinnegherà la parola data nel 1523, con un trattato con il quale rinunciava solennemente a un qualsiasi diritto d’ingerenza della corona di Francia sulla contea di Nizza, allora sotto controllo di Carlo III, duca di Savoia. Ne segue l’assedio di Nizza al quale partecipano una flottiglia e una armata turca consistenti, si parla di 20.000 ottomani ai quali si aggiungevano due navi francesi con una potente artiglieria.
Inizia il martellamento senza tregua della città, Nizza é difesa dalle truppe del duca di Savoia poco numerose, che si rivelano da subito insufficenti con la conseguenza che molti degli abitanti fuggono in Provenza o a Genova e molti dei servi trovano rifugio in montagna.
Ecco che entra in scena Caterina, dotata di un ardore marziale impressionante, che si ritrova nelle zone più pericolose e minacciate; è vista giorno e notte di guardia sulle mura del castello-fortezza che dominava la città oggi distrutto, condividendo pericoli e stanchezza della guarnigione, come un semplice soldato.
Dopo giorni di cannonate le orde turche aprirono una breccia introducendosi nella città. Si racconta che Caterina Segurana si scagliò furiosamente sull’alfiere nemico e gli strappò il baluardo agitandolo in segno di vittoria.
Si racconta: «Con un urlo selvaggio brandisce il baluardo rosso dal «croissant» dorato», poi con il suo mestolo di lavandaia tramortì l’alfiere provocando le urla di gioia, rianimando il coraggio dei suoi compatrioti, i quali si precipitarono con furore sugli assalitori cacciandoli fuori dalla città.
Ma l’apoteosi di quel giorno di gloriosa vittoria, collocato al 15 di agosto, fu il gesto che fece e fa tuttora secoli dopo, l’immensa popolarità e ammirazione dei nizzardi: dall’alto delle mura Caterina, alzando le gonne, mostrò il suo lato B sbeffeggiando e offendendo l’invasore!
Purtroppo Nizza resisterà gloriosamente pochi giorni per capitolare il 22 di agosto!
Barbarossa il crudele re d’Inghilterra e alleato del re di Francia e degli ottomani, tornerà a Costantinopoli dopo avere venduto pubblicamente a Marsiglia un numero importante di cristiani, porterà con lui in Turchia, 14.000 prigionieri, i quali diventarono gli schiavi cristiani dei musulmani!
Caterina Segurana rimane tuttora l’espressione di un fortissimo sentimento patriotico e di appartenenza alla sua terra, infatti i nizzardi vengono soprannominati «seguran»

Dopo questi atti di bravura, non si sa più nulla di Caterina Segurana, gli omaggi sono arrivati tardi, infatti era solo una donna, per di più una popolana, in un’epoca dove solo i considerati “grandi” venivano onorificati, magnificati per le loro imprese.
Ma Caterina ha avuto il suo riscatto in un modo bellissimo, infatti é sempre la persona più amata, più ammirata, più popolare di Nizza; portano il suo nome una scuola e una delle vie più belle della città, che parte da Piazza Garibaldi per finire il suo percorso al porto. Cosi come tanti riferimenti di prestigio rivolti a questa donna incredibile, talmente incredibile dall’attraversare i secoli senza una ruga, con un mescolo da lavandaia in una mano alzata e la spada nell’altra.
Caterina Segurana, o la superiorità, il coraggio, la forza, delle donne del popolo!
Ed ora, dall’entroterra di questa bellissima Costa Azzurra, una storia di donna, una Catarina Segurana “rurale”: Lucrezia Castel!
Immaginiamo un piccolo borgo medievale di qualche centinaia di abitanti chiamato “Les Ferres” e Lucrezia lo difese in un momento drammatico della sua storia!
Nizza non é l’unica città salvata da una donna. Anche Lucrezia Castel salvò il suo villaggio nel 1793, lo difese dall’invasione delle truppe austro-piemontesi della contea di Nizza.
Per omaggiarla e ricordarla, tra la chiesa e il bastione, é stata inaugurata una targa in onore di questa figura emblematica.
Per raggiungere Les Ferres, occorre salire in questo villaggio di presepi, incastonato tra Esteron e Cheiron, sotto il Mont Saint Michel a mezz’ora del ponte della Manda. Il villaggio risale almeno ai gallo-romani, ci sono cappelle costruite su templi pagani, i vicoli hanno vestigia del XII secolo, la chiesa di stile romanico e gotico ha una particolarità: invece di essere rivolta a est é orientata a ovest e contiene un trittico della scuola di Brea!
Il riferimento a Caterina Segurana é ardito, prima di tutto per il metodo, é noto che Caterina caccio i turchi con una lama battente, che li abbia spaventati mostrando loro il suo lato B, quello che Lucrezia non ha fatto! Infatti, quest’ultima difese il suo villaggio, confinante con la Provenza, dagli attacchi dell’800 austro-sardi che avevano varcato l’Esteron, confine con la contea di Nizza!
Nel 1809, il sindaco Alziary, attesta gli atti di Lucrezia Castel: la «Ferroise» pistola in mano, sciabola nell’altra esorta gli abitanti de Les Ferres a combattere per evitare saccheggi e furti di armenti.
Nel 1841, lo storico Etienne Garcin, la paragonò a Jeanne Hachette de Beauvais (un’altra donna eroica assiema alla mitica Giovanna d’Arco, molto note in Francia) e scrisse: «Il 15 di Ottobre del 1793 Lucrezia Castel apprende che il suo piccolo villaggio é minacciato di devastazioni e saccheggi da un corpo di austriaci e piemontesi. Vede i suoi timidi compatrioti non abituati a fare la guerra, pronti a fuggire per salvarsi dalla morte, li arringa, si mette alla loro testa: poi donne e uomini la seguirono con sicurezza». Un centinaio di persone sotto un capo cosi valoroso, sono bastate per mettere in fuga il nemico e salvare le case!
Queste due storie, quella di Caterina Segurana e quella di Lucrezia Castel, sono un splendido esempio del coraggio unico delle donne quando il pericolo minaccia la vita della comunità umana e non importa se la vittoria fu di corta durata, l’importante é che rimanga scritta nella memoria collettiva, per attraversare i secoli come testimonianza della lotta infinita delle donne per la vita e la libertà di tutti e tutte!
Ringraziamo Marie Renzini, componente dell’associazione Le Potager de la Fantaisie di Nizza, per la ricerca storiografica e le informazioni qui raccolte.
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Articolo di Danila Baldo

Laureata in filosofia teoretica e perfezionata in epistemologia, coordina il gruppo diade e tiene corsi di aggiornamento per docenti, in particolare sui temi delle politiche di genere. È referente provinciale per Lodi dell’associazione Toponomastica femminile. Collabora con con Se non ora quando? SNOQ Lodi e con IFE Iniziativa Femminista Europea. È stata Consigliera di Parità provinciale dal 2001 al 2009 e docente di filosofia e scienze umane sino al settembre 2020.