Il concerto
«Solo voy con mi pena, sola va mi condena, correr es mi destino para burlar la ley…»(«Vado solo con il mio dolore, solo la mia sentenza va, correre è il mio destino per aggirare la legge»).

Inizia così il G8 di Genova. Non ci sono catapulte né armi fantascientifiche. È la sera del 18 luglio e piazzale Kennedy, pienissimo di giovani, acclama il cantante idolo del nuovo movimento. Le onde del mare si infrangono sulle spiagge di Corso Italia mentre le casse diffondono le parole: «Africano clandestino, peruano clandestino, marijuana ilegal».
Antifascista cosmopolita, zapatista disobbediente, internazionalista dell’allegria, poeta dei conflitti e cantore degli sconfitti, ad aprire i giorni di Genova è Manu Chao. Con una chitarra in una mano e uno spinello nell’altra, Manu gira il mondo da sempre. Non a caso, il suo capolavoro si intitola Clandestino. Il concerto è gratuito, ma le birre no: con i ricavati, Manu ha intenzione di dissetare gratuitamente chi parteciperà ai cortei dei giorni seguenti, insieme al suo amico don Andrea Gallo, a capo della comunità di San Benedetto al Porto. Chiameranno questo esperimento Bar Clandestino. Dopo Manu Chao salgono sul palco i 99 Posse, il gruppo rap napoletano che per tutti gli anni Novanta ha accompagnato la politica e la poetica dei movimenti dall’Autonomia fino ai Disobbedienti.
Tra le decine di migliaia di giovani presenti, vi è un ragazzo di 23 anni, dai capelli biondi e gli occhi azzurri, che assiste al concerto, non immaginando che, per lui, sarà l’ultimo.

Il corteo dei migranti «Questa giornata è stata talmente bella che avremmo anche potuto portare il bambino, è piccolo ma oggi non rischiava nulla…», si dicono Andrea ed Enrica andando via dal centro la sera del 19 luglio. Il tema della giornata è quello dei migranti. Decine di migliaia di persone sfilano pacificamente, allegre e colorate. C’è gente di tutti i colori e le etnie, tutti i generi e le età. Don Andrea Gallo riesce a farsi aprire la zona rossa per lasciare fiori e palloncini. Neanche passando davanti alla questura si verificano tensioni.

Una foto ritrae, allegri e sorridenti, don Andrea Gallo, Vittorio Agnoletto e Fausto Bertinotti (il prete degli ultimi e il segretario di Rifondazione fumano lo stesso sigaro). Accanto a loro c’è una donna incinta: ho conosciuto sua figlia, oggi ventenne, a una manifestazione antirazzista a Ventimiglia, analoga a quella a cui partecipò prima di nascere.

Il corteo dei migranti è la festa che apre il nuovo millennio: benvenuti e benvenute a tutte e tutti coloro che arrivano in cerca di fortuna! Si manifesta per un’Europa plurale e solidale, con frontiere aperte e servizi sociali inclusivi. Tre anni prima, con la legge Turco-Napolitano, il governo italiano aveva istituito il reato di immigrazione clandestina e aperto luoghi di detenzione per migranti senza documenti anche in assenza di reati; l’anno successivo, la legge Bossi-Fini aveva inasprito la pene per l’immigrazione clandestina e programmato il rimpatrio forzato dei migranti anche nel caso in cui provengano da Paesi in guerra o sotto dittatura.

A Genova il movimento risponde in nome della solidarietà. In mare non si lascia nessuno e nessuno va rimandato indietro dopo aver attraversato mari, deserti montagne e frontiere per trovare una vita dignitosa: ecco i valori del nuovo millennio.
Questa manifestazione è emblematica del G8: oltre a smentire le voci terroristiche diffuse dai giornali, la giornata del 19 luglio è quella che meglio rappresenta lo spirito del movimento No Global, qui è racchiusa tutta la speranza in un mondo migliore.
La manifestazione è pienamente riuscita. Ma i media italiani e internazionali la seppelliscono sotto il silenzio più totale.
«E domani cosa facciamo?»
«Non lo so, belìn, Andrea andrà alla manifestazione, la Cristina resta a casa, Edo è indeciso, Danielino e Carletto andranno al mare…».
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Articolo di Andrea Zennaro

Andrea Zennaro, laureato in Filosofia politica e appassionato di Storia, è attualmente fotografo e artista di strada. Scrive per passione e pubblica con frequenza su testate giornalistiche online legate al mondo femminista e anticapitalista.