Riconoscere e valorizzare le ragazze e le donne Asperger 

Questa tesi è stata scritta qualche anno fa come lavoro conclusivo di un master annuale sui B.E.S. 
Nel corso di questi anni le ricerche in materia sono, per fortuna, andate avanti e molte argomentazioni scritte ai tempi possono risultare inesatte o superate. Quando decisi di studiare questo argomento l’interesse e le ricerche in merito erano davvero pochissime e, come maestro di sostegno di scuola primaria e come femminista convinto, ne fui subito attratto e incuriosito. 
Mi capitò tra le mani un testo fondamentale che, a mio parere, tutte e tutti dovrebbero leggere: Aspergirls di Rudy Simone, scritto da una donna Asperger per tutte le donne Asperger. 
L’autrice inizia con questa frase: «Le donne nello spettro autistico sono una sottocultura all’interno di una sottocultura. Abbiamo molti degli stessi tratti, sfide, abitudini, caratteristiche e atteggiamenti degli uomini, ma con qualcosa di diverso. Non è tanto il fatto che la Sindrome di Asperger si presenta in maniera diversa negli uomini rispetto che nelle donne, quanto il fatto che viene percepita differentemente e, pertanto, non riconosciuta» e segue un interessante itinerario che mescola perfettamente teorie scientifiche, stereotipi sull’autismo e di genere, lotta alle disuguaglianze e al sessismo, rimandi artistici, letterari e cinematografici e, soprattutto, esperienze e pensieri di vita vissuta e reale che possono davvero aiutare tantissimo a motivare le ragazze e a capirsi e farsi capire. 
Rudy Simone ci illustra come la teoria che fino a oggi voleva la Sindrome di Asperger come presente maggiormente nei soggetti di sesso  maschile sia, in realtà, da sfatare e questo perché le ricerche, finora, non hanno mai tenuto conto di  importanti fattori: la capacità delle ragazze di nascondere e camuffare certi atteggiamenti, gli stereotipi sessisti e di genere che hanno sempre colpito in negativo sia le ragazze che i ragazzi e soprattutto il fatto che, come accaduto purtroppo per tante importanti figure femminili della letteratura, della storia, del cinema, della scienza, della filosofia o dell’arte, le donne Asperger sono scomparse dagli studi. 
I soggetti studiati fino a poco tempo fa, difatti, erano quasi tutti maschi, perciò si tendeva ad attribuire le stesse caratteristiche anche alle donne Asperger, senza tenere conto delle specificità di quest’ultime. Poi ci sono gli stereotipi di genere come quelli che vogliono le bambine silenziose e i bambini non adatti a esprimere debolezze ed emozioni. La sindrome di Asperger è, difatti, un disturbo pervasivo dello sviluppo imparentata con l’autismo ed è considerata una forma dello spettro autistico “ad alto funzionamento” ed è stata descritta nel Manuale statistico e diagnostico dei disturbi mentali (DSM-IV) nella sezione 299.80 come difficoltà qualitative nel rapporto sociale, manifestandosi con almeno due tra le seguenti: 
– difficoltà marcata nell’uso di comportamenti non-verbali multipli, come il guardarsi negli occhi, le espressioni facciali, la postura corporea e i movimenti per regolare le interazioni sociali;  
– impossibilità a sviluppare relazioni appropriate tra persone di pari livello;  
– mancanza di ricerca spontanea per condividere divertimenti, interessi, o obiettivi con altre persone (difficoltà nel mostrare, portare o indicare oggetti d’interesse alle altre persone); 
– mancanza di reciprocità sociale ed emotiva; 
– modelli di comportamento stereotipati e ripetitivi, manifestati da almeno uno dei seguenti: 
– raggiungimento di un’occupazione mentale con uno o più modelli stereotipati e ristretti d’interesse, che sia anormale nell’intensità e nell’attenzione; 
– aderenza apparentemente inflessibile a specifici rituali o comportamenti non necessari; 
– movimenti corporei stereotipati e ripetitivi (come agitare mani e dita o altri movimenti); 
– persistente ed eccessivo interesse per parti di oggetti. 
Il disturbo crea difficoltà notevoli nelle aree sociali, professionali o altre aree d’importanza notevole per la vita di tutti i giorni. Non esiste un significativo ritardo nelle abilità linguistiche, non esiste un significativo ritardo nello sviluppo cognitivo o nelle capacità appropriate all’età di aiutarsi e di avere un comportamento adatto alle circostanze (tranne che nelle interazioni sociali) e curiosità per l’ambiente esterno nell’infanzia. Non ci sono motivi di ritenere che si tratti di una forma di schizofrenia o di un altro disturbo pervasivo dello sviluppo
Le ragazze e le bambine Asperger, però, hanno una maggiore capacità a camuffarsi e ad adattarsi, ma ciò non abbassa di certo la sofferenza interiore che le può portare ad avere (come per i soggetti maschi) conseguenze negative come la bassa autostima, ed ecco perché, come dice Rudy Simone, è importante «riconoscere e valorizzare». 
Riconoscere, difatti, è la prima parola che la scrittrice usa, dato che questa significa anche «Avere coscienza di sé, delle proprie caratteristiche» e solo facendo questo primo passo è possibile intraprendere un percorso che porti ad attuare pienamente la seconda parola da lei usata: valorizzare
È proprio quest’ultima parte del libro su cui è improntata la tesi: la valorizzazione di sé come persone uniche, con caratteristiche e sensibilità speciali che possono diventare dei veri punti di forza nella vita, trasformandosi in qualcosa simile a dei superpoteri. In virtù di questa prospettiva possiamo vedere le Aspergirls, in ciò che le caratterizza, paragonabili a delle eroine come Wonder Woman o Supergirl, che sono sia persone speciali, sia icone femministe. 

La tesi integrale al link: https://toponomasticafemminile.com/sito/images/eventi/tesivaganti/pdf/129_Silvestri.pdf

***

Diplomato all’istituto magistrale “Saffo” di Roseto Degli Abruzzi, si laurea in “Scienze della formazione primaria-Indirizzo scuola primaria” con specializzazione nel sostegno all’Università Degli studi Dell’Aquila. Inizia la sua carriera in cooperative sociali che si occupano di persone con disabilità e anziani. Lavora attualmente come maestro in ruolo di scuola primaria ed è membro della Commissione Pari Opportunità del comune di Giulianova.

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