Le strade femminili di Trento

L’incantevole città di Trento secondo i dati emersi dall’ultimo censimento (2021) conta 1066 strade. Di queste, 648 hanno intitolazioni neutre, 366 maschili e 52 femminili. La percentuale sul totale di strade dedicate a donne è al 4,8%, un dato che si conferma nella media nazionale (si confrontino, ad esempio, Roma con il 3.08%, Parma 5,4%,), sebbene la sua “conterranea” Bolzano conti un rapporto molto più elevato sulle strade totali (7.1%).

Grafico tratto dal sito di Toponomastica femminile


Per quanto riguarda invece il rapporto tra numero di strade maschili e strade femminili, noto come indice di femminilizzazione, questo si attesta al 14,2 %; un dato significativamente sopra le medie nazionali (si pensi a Roma 9.09% e Parma 9.2%), nonostante rimanga sempre dietro ai numeri di Bolzano (il cui indice di femminilizzazione tocca il 18%).
Ma un censimento toponomastico non è solo numeri e percentuali: attraverso ogni dato infatti abbiamo l’opportunità di trovare e conoscere donne spesso poco note e le loro storie.
Un dato emerso dall’ultima elaborazione del capoluogo del Trentino, infatti, è che la maggior parte delle intitolazioni sono dedicate a importanti donne che hanno avuto un rapporto stretto e diretto con la città.

Grafico tratto dal sito di Toponomastica femminile

Seguendo questa linea e andando verso un’analisi più approfondita, possiamo notare che le figure storico politiche femminili sono le più utilizzate per le intitolazioni pubbliche di Trento (23.1% sul totale delle strade femminili): ricordo tra queste Ernesta Bittani (1871-1957), giornalista e attivista antifascista, Elsa Conci (1895-1965) deputata della DC, Maria Danieli Pederzolli (1883-1934) insegnante irredentista italiana arrestata e condannata dall’Austria, la partigiane Ines Pisoni (1913-2005), Clorinda Menguzzato (1924-1944) e Ancilla Marighetto (1927-1945), le consigliere regionali e promotrici sociali Giuseppina Bassetti (1910-1982) e Zita Lorenzi (1913-2002), la politica Maria De Unnterrichter (1902-1975). Una forte maggioranza quindi di attiviste  e partigiane strettamente legate alla storia del territorio circostante, in quanto tutte sono nate, morte o vissute proprio a Trento. 

Foto a cura di Livia Stefan

Un ulteriore elemento interessante da rilevare è in riferimento alle letterate e umaniste trentine cui sono state dedicate strade nella città: Antonia Pruner, docente e assistente sociale che nel secondo dopoguerra, che curò la ripresa delle scuole di Trento dopo i bombardamenti della città; le poetesse e scrittrici Teresa Sontacchi, Luisa Anzoletti (1863-1925) e Nedda Falzogher (1906-1956), gravemente malata di poliomielite dall’età di cinque anni; l’archeologa Pia Zambotti (1898-1965), prima donna ad essere insignita del premio indetto dall’Accademia dei Lincei; la filantropa Gemma de Gresti (1873-1928). Interessanti le intitolazioni a Valentina Zambra (1897-1984) tra le prime mediche chirurghe italiane, e le attrici cinematografiche Anna Maestri (1924-1988) e Edda Albertini (1926-1988).  In epoca recente è stata intitolata una strada a Valeria Solesin, la giovane vittima  a Parigi durante la strage al Bataclan nel 2015.
Una menzione particolare la merita l’intitolazione alla “lavandara”, per un sentiero che conduce al rio Valsorda e che con ogni probabilità infatti è dovuto alla strada usualmente percorsa dalle donne del luogo per raggiungere il fiume e lavare i panni. Un particolare riferimento quindi ad un’attività quotidiana femminile dei secoli scorsi. 

Foto a cura di Antonio Bortoluzzo

In aggiunta a queste figure strettamente legate al territorio di Trento e alla sua storia ricorrono anche numerose intitolazioni di carattere e origine religiose: il 19.2% delle strade femminili  della città è intitolata a Madonne (come ad esempio, Via madonnina, via di Madonna bianca etc.), il 21,2% a Sante e Beate (es. via di Santa Brigida, via S. Margherita), il 7.7% a suore (via delle Bettine, via delle suore di Maria Bambina).
Pertanto, il 48,1% delle strade femminili a Trento è intitolata a figure sacre o religiose. Questo dato non stupisce più di tanto: infatti oltre ad essere una costante tipica dei comuni italiani, la preponderanza di dediche pubbliche a personalità religiose ha inoltre come motivazione il fatto che Trento conserva un vasto numero di chiese e cappelle appartenenti a varie epoche artistiche.
Insomma Trento, nonostante sia ancora nei numeri distante dalla parità di genere nelle intitolazioni pubbliche, vanta tuttavia numeri incoraggianti e al di sopra della media e celebra le donne che hanno amato e abitato la città.
E’ per questo che consiglio di visionare non solo i dati dell’ ultimo censimento, visionabili a questo link, ma suggerisco anche di approfondire le storie e le biografie delle donne della città, figure femminili talvolta non troppo conosciute, ma uniche e che meritano senza dubbio di essere ricordate. 

Si ringraziano le amiche e collaboratrici Martina Zinni e Alessandra Menichino per la realizzazione dei grafici e il gruppo Toponomastica femminile giovani per l’aggiornamento del censimento.

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Articolo di Marta Vischi

Laureata in Lettere e filologia italiana, super sportiva, amante degli animali e appassionata di arte rinascimentale. L’equitazione come stile di vita, amo passato, presente e futuro, e spesso mi trovo a spaziare tra un antico manoscritto, una novella di Boccaccio e una Instagram story!

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