Maria Eletta Martini, a dieci anni dalla morte

Una donna delle istituzioni e del volontariato, capace di cambiare idea e difendere la libertà.

Rosa Jervolino, Maria Eletta Martini, Lucca, Pacini Fazzi Editore, 2017

Moriva dieci anni fa, il 29 dicembre, a Lucca, la città dove nacque nel 1922, Maria Eletta Martini, docente, deputata, staffetta partigiana.

Nella Collana “Italiane” è la numero sette. A scrivere di lei Rosa Jervolino, prima ministra degli Interni, più volte ministra e sindaca di Napoli. «Negli anni del dopoguerra – si legge nella biografia edita da Pacini Fazzi Editore – lungo e difficile è stato il cammino percorso dalle donne italiane, verso una vera autonomia ed una sostanziale libertà, cammino che è tuttora in corso. Un cammino al quale hanno contribuito fattori molteplici di carattere culturale, di costume, di mentalità che si è snodato soprattutto attraverso le leggi. Va quindi reso onore non solo alle donne che, alla Camera e al Senato, hanno proposto e sostenuto queste nuove normative ma anche alle 21 “madri della patria”, cioè alle donne che hanno inserito nella carta costituzionale i principi che poi sono stati concretizzati nelle singole norme di settore.

Tra queste coraggiose realizzatrici dei principi costituzionali, un ruolo significativo ed importante spetta a Maria Eletta Martini. Per la prima volta deputata nel 1963 nella circoscrizione di Pisa, Lucca, Livorno e Massa Carrara, fu poi riconfermata nel 1968, 1972, 1976, 1979 – dal 1979 al 1983 fu vicepresidente della Camera dei deputati sotto la presidenza di Pietro Ingrao e Nilde Iotti. Nel 1983 si candidò al Senato nella Circoscrizione di Viareggio risultando eletta. Nel 1987 fu di nuovo eletta alla Camera. Finita la legislatura, nonostante l’invito a ripresentarsi, decise di ritirarsi dedicandosi in modo ancora più intenso al volontariato.

Il lavoro di Martini in Parlamento è stato importante e ricco di frutti. Numerose le leggi che ha seguito e delle quali è stata relatrice e che ha portato avanti fino a farle giungere in porto. Il lavoro più difficile è stato quello fatto per fare approvare la riforma del diritto di famiglia (Legge 151 del 1975) sul quale è interessante soffermarsi in modo più analitico. A parte i problemi di merito, si è trattato di un vero “miracolo politico”. Infatti, la riforma arriva dopo la legge sul divorzio (Legge 898 del 1970) riconfermata con referendum nel 1974. Il clima in Parlamento era di accesa contrapposizione fra le forze politiche; eppure, le nuove norme sulla famiglia furono approvate all’unanimità con la sola astensione del Msi, frutto di un continuo confronto e di una paziente ricerca dei punti di accordo».

Dirigente delle organizzazioni giovanili cattoliche negli anni della Resistenza, Martini fu dal 1946 nella Dc, partecipando alle prime campagne elettorali del dopoguerra. Dal 1956 al 1966 fu a Lucca consigliera comunale, poi la lunga stagione parlamentare, e di nuovo, dal 1990 al 1993, consigliera nella sua città. Consigliera nazionale della Democrazia Cristiana, sostenne le tesi politiche di Aldo Moro e di Benigno Zaccagnini, di cui fu grande amica. Guidò il Dipartimento Cultura del suo partito e quando scoppiò Tangentopoli fu voce forte contro gli scandali interni. «Maria Eletta – scrive Jervolino – si era battuta per fare approvare un severo Codice di Comportamento, ora si trattava di applicarlo andando a colpire tutti gli inquisiti tenendo presente l’art. 27 della Costituzione secondo il quale l’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva e insieme la necessità di agire con rapidità per difendere l’integrità del partito. Occorrevano saggezza e coraggio anche perché si trattava di estromettere dal partito personaggi potenti, cosa certamente non facile». Fu tra le fondatrici del nuovo Partito Popolare Italiano, nato dalle ceneri della Dc. Nel luglio 2001 fu tra le fondatrici della Margherita. Il 2 giugno 2002 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi la insignì della massima onorificenza repubblicana con il Cavalierato di gran croce, per l’alto servizio reso al Paese durante la lunga carriera parlamentare.

«C’è però un argomento – scrive ancora Rosa Jervolino – del quale non si può dire che Maria Eletta si sia occupata, perché Maria Eletta è stata il volontariato». Nel 1984 fondò il Centro Nazionale per il Volontariato – studi, ricerche e collegamento fra le associazioni (Cnv), con sede a Lucca; ne fu la prima presidente. Nel 2008 la carica passò a Giuseppe Zamberletti e lei divenne presidente onoraria. Per dieci anni, dal 1991 al 2001, fu nell’Osservatorio Nazionale per il Volontariato, su nomina del Presidente del Consiglio dei ministri. Nel Comitato Nazionale di Bioetica presso il Consiglio dei ministri, nel 1997 costituì, insieme a 10 associazioni regionali, il Cesvot (Centro Servizi Volontariato Toscana) di cui fu vicepresidente vicaria. Nel 2008 Martini diede vita alla Fondazione Volontariato e Partecipazione, dedicata alla ricerca sociale. Ripeteva sempre questa frase: «La Costituzione dice: la Repubblica garantisce, non dice lo Stato garantisce, e la Repubblica siamo noi».

Donna di grande intelligenza, fu capace di cambiare idea ogni qualvolta i fatti del mondo e della nazione le chiedevano di riflettere, mettere in discussione i suoi percorsi di vita. Un’esistenza dedicata alle altre e agli altri quella di Martini, una vita spesa a difendere i diritti delle donne, a lavorare per una giustizia sociale nella quale credette fino all’ultimo istante.

Nella sua città è sorto il Centro di Ricerca a lei intitolato, istituito dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, che si occupa di realizzare e divulgare ricerche in ambito culturale, giuridico, del volontariato, del terzo settore e dell’impresa sociale. Anche una sala del Cred (Centro Risorse Educative e Didattiche) ha il suo nome. Fra le nove rotatorie dedicate dall’Amministrazione cittadina a donne di valore, insieme a otto madri costituenti, quella davanti a Porta Santa Maria, nei pressi della sua abitazione, si intitola a Maria Eletta Martini, “Madre della Repubblica”, come la definì rendendole omaggio il Presidente Mattarella in occasione della sua visita in città avvenuta il 3 marzo 2017.

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Articolo di Nadia Verdile

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Nadia Verdile è nata a Napoli, vive a Caserta, le sue origini sono molisane. Scrittrice e giornalista, collabora con il quotidiano «Il Mattino». Ha diciannove libri all’attivo, molti suoi saggi sono stati pubblicati in riviste nazionali  ed  internazionali. Relatrice in convegni e seminari di studio, come storica, da anni, dedica le sue ricerche alla riscrittura della Storia delle Donne. È direttrice della Collana editoriale “Italiane” di Pacini Fazzi Editore.

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