«In un piovoso pomeriggio di dicembre sfogliavo con la nonna una pubblicazione sul nostro paese, Montichiari, di un certo Oreste Foffa. In questo testo, oltre alla storia locale, ho trovato alcune biografie di personaggi, di ‘gente di Montichiari’, e tra le tante mi ha incuriosito quella di una cantante lirica, Maria Cristina Minazzi, oggi quasi sconosciuta ma, a quanto pare, molto cara ad Arturo Toscanini e famosa nella prima metà del ‘900. Ho cercato quindi di documentarmi su questa illustre artista. Sapendo che aveva calcato i più noti palcoscenici italiani ed europei, la mia curiosità era aumentata sempre di più».

Così inizia la sua ricerca Sara Cominotti, della classe 2 F dell’Iis Tartaglia-Olivieri di Brescia. Guidata dalle docenti Maddalena Pedrini e Elena Viviani, ha partecipato alla sezione A-Giornalismo d’inchiesta del concorso Sulle vie della parità VIII ed., in collaborazione con l’Agenzia di stampa Dire.
Apprendendo sempre meglio l’utilizzo della scrittura e dell’impaginazione con immagini, ha sviluppato l’esperienza in modalità digitale, visto il periodo con didattica a distanza, confrontandosi con la classe e le docenti mediante incontri online in Meet.
L’obiettivo raggiunto, e condiviso con tutta la scuola e la cittadinanza del Comune di Montichiari, è stato far riemergere nella memoria collettiva la figura di una donna eccellente nel suo campo, che rischiava di essere dimenticata. Inoltre sensibilizzare l’Amministrazione comunale sul valore di una figura femminile che ha dato lustro alle sue concittadine e concittadini, e che per questo merita un riconoscimento pubblico: nel paese è presente una piazza antistante il teatro, “Piazza al Teatro”, e la classe ha chiesto che la piazza sia intitolata “Piazza Maria Minazzi – Cantante lirica monteclarense”, eventualmente in aggiunta al nome già esistente per non creare disagi burocratici, oppure in alternativa ha proposto la scelta di una delle vie laterali del centro storico.
Così prosegue la ricerca investigativa della studente: «Ultima di tre figli, Maria nasce a Castiglione delle Stiviere il 13 settembre del 1906, ma la famiglia è di origine monteclarense e il padre Giuseppe non tarderà a riportare il negozio di ferramenta nel paese d’origine. Qui Maria inizia a cantare nel Duomo di Santa Maria Assunta e viene notata dal maestro Carlo Inico, anch’egli monteclarense, il quale, supportato dal Conte Treccani, la indirizza verso i grandi maestri di canto lirico, prima a Brescia e poi alla scuola della Scala di Milano. Il debutto avviene all’età di 33 anni ed è un crescendo di successi, che la portano a cantare come protagonista delle maggiori opere liriche; fino ai primi anni 1950, quando decide di ritirarsi dalle scene. Maria torna a Montichiari nel 1978, dove conosce Marisa Saietti e suo marito Carlo Raffi. Dall’intervista da loro rilasciata, sappiamo che fino ad allora Maria aveva vissuto in un appartamento di Via Brera a Milano insieme a un’amica, Adele Argenti, affettuosamente chiamata Nanù. Quando Nanù si ammala di tubercolosi e ha bisogno di aria più salubre, si trasferiscono entrambe a Montichiari. Alla morte di Nanù, non volendo vivere da sola, Maria rimane a casa dei coniugi Raffi, che la ricordano come una donna affascinante, signorile, acuta e intelligente in ogni sua manifestazione. In una medaglia coniata in suo onore, del 1948, sono scolpite le seguenti parole: Canta con il cuore e il cuore prende. Si spegne il 24 novembre del 1997. Nel tempo Montichiari si è sempre dimostrata pronta a celebrarla come meritava. Ad esempio, nel 2016 al Teatro Bonoris si è tenuto un festival della canzone lirica a lei dedicato, il Memorial Maria Minazzi, che poi non è stato più rinnovato, e così la sua memoria è caduta nell’oblio. Per la cultura da lei trasmessa e per aver rappresentato le donne di Montichiari in Italia e in Europa, penso che sia un peccato lasciare che venga dimenticata. La mia proposta perciò è quella di dedicarle un luogo all’interno del nostro comune, a perenne memoria dei posteri».

Questa la motivazione della premiazione: «L’aspetto più rilevante risulta essere quello relativo all’impatto sul territorio, con la segnalazione all’Amministrazione comunale di una piazza ben individuata che potrebbe essere dedicata all’artista protagonista della ricerca; le fonti sono ben individuate e indicate; da apprezzare anche lo sforzo compiuto dalla studente, che ha lavorato individualmente al progetto, ma presentandolo alla classe, alla scuola e alla cittadinanza, costituendo un buon esempio di giornalismo d’inchiesta».
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Articolo di Danila Baldo

Laureata in filosofia teoretica e perfezionata in epistemologia, tiene corsi di aggiornamento per docenti, in particolare sui temi delle politiche di genere. È referente provinciale per Lodi e vicepresidente dell’associazione Toponomastica femminile. Collabora con con Se non ora quando? SNOQ Lodi e con IFE Iniziativa femminista europea. È stata Consigliera di Parità provinciale dal 2001 al 2009 e docente di filosofia e scienze umane fino al settembre 2020.