Libere sempre

Ehi, ragazzina.
Fermati, per favore. Stammi a sentire. C’è qui, accanto a me, una persona che vorrebbe dirti qualcosa. È anche lei una ragazzina, come te; tua coetanea per freschezza e forza di pensiero.
I rispettivi documenti ti diranno che tanti anni passano tra la sua nascita e la tua. Tu, però, lasciali stare, gettali via: sono solo fastidiose precisazioni che non hanno né senso né ragione di esistere.
Quando lei inizierà a parlare e tu ad ascoltare, capirai subito quanto simili siate, voi due. Non ci sono giudizi né morali che dovrai subire; non ci sono insegnamenti calati dall’alto di uno scranno. Piuttosto, troverai la delicatezza di una confidenza, l’importanza dei dubbi, il valore — enorme — del confronto.
Perché Marisa Ombra, classe 1925, partigiana, funzionaria politica, scrittrice, femminista, ha deciso di parlarti da amica, da pari a pari, da una che vorrebbe spiegarti e vorrebbe capire: «Ecco, questo è il motivo che mi spinge a parlare con te: dirti dello sconcerto che stanno provando donne come me. Donne che sempre hanno osservato con attenzione — e direi con passione — la vita delle loro simili, cercando, per quanto era in loro potere, di vivere insieme la grande avventura della conquista di un posto libero in questo mondo. Donne che hanno cercato prima di tutto di capire, e continuamente si sono interrogate prima di valutare e giudicare. Qualche volta sentendosi anche impossibilitate a giudicare. Come adesso».
Ti vuole raccontare di lei perché vuole sapere di te; ti racconta della sua malattia perché sa che potrebbe riguardarti; ti parla del suo amore per i tacchi e per i vestiti perché immagina sia lo stesso che hai tu.
Ti spiega ciò che sono stati i suoi vent’anni perché vuole provare a capire i tuoi: «Per me le cose erano un po’ più complicate […], ma quel genere di sensazioni che ho descritto non erano assenti, le vivevo più o meno come le vivi tu oggi, solo che convivevano con altre più forti».
E nel tentare di comprendere questo nostro tempo presente, una cosa la lascia allibita: quand’è che il corpo femminile è divenuto un’impresa commerciale? Quand’è, soprattutto, che abbiamo accettato questo mercato impari e a ribasso dove noi donne abbiamo un valore solo se gli uomini glielo attribuiscono?
Per lei, che con le sue sorelle di lotta e rivoluzione ha usato il corpo come strumento di libertà e liberazione, durante e dopo la Resistenza, questa nuova percezione è incomprensibile. Si chiede dove le ragazze della sua età abbiano sbagliato. In quale momento preciso, lo spirito di cambiamento che avrebbe dovuto modificare le cose, si sia smarrito: «Com’è possibile che sia stato così scarso il radicamento di tutte quelle idee, quelle battaglie? Forse non siamo state abbastanza attente a trasmettere ciò che avevamo imparato e conquistato? Dove e quando abbiamo sbagliato? È stato semplicemente un processo storico inevitabile? O il potere ancora una volta ci ha messe all’angolo? Senza che noi lo avvertissimo per tempo, reagendo subito?»
È esattamente questo ciò che Maria Ombra vuole: che tu non venga messa in un angolo, che tu possa scegliere, sempre. Perché è iniziando a scegliere che si diventa grandi.

Lei ha lottato per garantirci questa libertà. E questa libertà è il sinonimo del vostro futuro. «Nei faticosi tentativi di capovolgere il nostro modo di stare al mondo, abbiamo anche commesso molti errori ingenui. Alcuni di questi vedo che ancora si ripetono […]. Avevamo pensato di dover essere tutto, e di esserlo in modo perfetto. Pensavamo di dover semplicemente aggiungere, ai tanti ruoli che avevamo praticato da sempre, quello nuovo della donna che partecipa alla vita pubblica, va alle riunioni avendo letto libri e giornali, messo a letto i bambini e lasciato la casa in perfetto ordine. Avendo anche scelto con cura il vestito più gradevole».
Quello che ti sta spiegando è che la lotta partigiana è stata, soprattutto per le donne, l’unica possibilità di cambiare le cose. Certo, in parte ci sono riuscite. Eppure, già a ridosso del 1945, la società, la politica, i partiti le volevano di nuovo a testa bassa e in silenzio.
Quando inizi a cantare, però, la voce comincia a esploderti in gola. E nonostante i bavagli, zitta non ci puoi più stare.

Ora, la melodia di queste nostre sorelle spetta a te.
Il pericolo è ancora pronto, lì, sulla soglia del tempo che passa. Basta poco a far diventare i diritti privilegi e i privilegi remote possibilità. E allora, non devi mai abbassare la guardia né calmare lo spirito.
Ehi, ragazzina. Vieni.
Fermati per poco qui accanto a me e ascolta questa nostra preziosa amica.
Lei ci ha concesso il diritto alla felicità. In cambio ci chiede solo lo sforzo di provare ad essere libere sempre. Glielo dobbiamo. Ce lo dobbiamo.

Marisa Ombra
Libere sempre. Una ragazza della resistenza a una ragazza di oggi
Giulio Einaudi Eitore, Torino, 2012
pp. 96

***

Articolo di Sara Balzerano

FB_IMG_1554752429491.jpg

Laureata in Scienze Umanistiche e laureata in Filologia Moderna, ha collaborato con articoli, racconti e recensioni a diverse pagine web. Ama i romanzi d’amore e i grandi cantautori italiani, la poesia, i gatti e la pizza. Il suo obiettivo principale è quello di continuare a chiedere Shomèr ma mi llailah (“sentinella, quanto [resta] della notte”)? Perché domandare e avere dubbi significa non fermarsi mai. Studia per sfida, legge per sopravvivenza, scrive per essere felice.

Lascia un commento

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...