Il percorso di genere che proponiamo si snoda fra alcuni dei luoghi più suggestivi di Siena. Luoghi che ci narrano storie di donne, alcune delle quali sono ricordate con intitolazioni di parchi, vie e giardini, grazie anche alle iniziative di sensibilizzazione che l’associazione Toponomastica femminile ha condotto sul territorio.
La passeggiata procede da nord a sud, esplorando sostanzialmente tre zone di questa città: il quartiere dell’Acquacalda, il quartiere di Camollia, un vicolo situato in una zona centrale di Siena a due passi da Piazza del Campo e infine un’area verde nella frazione di Taverne d’Arbia. I parchi, i giardini e le aree verdi che incontreremo sono: parco Anna Frank, parco Iris Origo (in zona Acquacalda), giardino Ipazia, giardino Bruna Talluri, parco Norma Cossetto (in zona Camollia), parco Maria Montessori (in zona centrale vicino piazza del Campo) area verde giardino Oriana Fallaci (a Taverne d’Arbia).

La speranza è che questo percorso possa offrire l’opportunità di entrare in contatto con figure di donne la cui storia ha molto da insegnarci oppure ci offra l’occasione per approfondire aspetti di figure già note, con considerazioni che donino nuovi spunti di riflessione, il tutto passeggiando in una città piena di storia e ricca di fascino qual è Siena.
Alla scoperta dell’“Acquacalda”
Nella toponomastica italiana i toponimi riferiti all’acqua non mancano e in mezzo a nomi curiosi come Acqua Padula o Acqua Cavalla, Acquacalda non attira neanche troppo l’attenzione, sarà riferito a una antica fonte termale, si dirà… invece di terme purtroppo in zona Acquacalda non ce ne è traccia; ciò che si può trovare, però, è un’ampia piscina comunale e una zona attrezzata per lo sport, in particolare con piste acrobatiche per le mountain bike, il tutto a due passi dal parco Anna Frank. La zona Acquacalda, che si estende su un’area di 2 kmq, è facilmente raggiungibile specialmente per chi arriva da nord percorrendo il raccordo autostradale che collega Firenze a Siena e non deve far altro che prendere l’uscita omonima.

Tra le vie intitolate a donne presenti in zona Acquacalda, possiamo indicare via Violante di Baviera, non lontana dal parco; si tratta di una via ampia che si snoda tra palazzi residenziali, spazi verdi e aree giochi e ospita una scuola dell’Infanzia. Violante di Baviera (Monaco di Baviera, 23 gennaio 1673-Firenze, 30 maggio 1731), fu gran principessa di Toscana e in seguito, dal 1717 al 1731, governatrice della città di Siena; creò un ambiente di corte vivace e culturalmente stimolante, composto principalmente da giovani aristocratiche, con le quali strinse strette relazioni, dando all’universo femminile una dimensione di protagonismo all’interno del palazzo granducale.
Con il marito Ferdinando De’ Medici aveva in comune la passione per il teatro e la musica e ciò oltre a consolidare il legame tra i due coniugi, creò un binomio artistico nella cura e nella selezione degli spettacoli di corte e nella scelta degli artisti. Violante di Baviera assunse poi il ruolo di protettrice di artiste e cantanti. Il suo ruolo andò rafforzandosi in seguito alla morte del marito, in quegli anni infatti la principessa si occuperà personalmente delle artiste e degli artisti che accoglierà e riceverà alla sua corte. Violante stessa fu autrice e interprete di commedie nonché coreografa dei balli che andavano in scena a palazzo Pitti e nella villa Medicea di Lappeggi. Oltre al ballo e alle commedie, la principessa si cimentava nell’improvvisazione poetica e apprezzava gli intrattenimenti musicali. La corte di Violante di Baviera intrattenne inoltre scambi culturali continui con la socialità accademica del tempo attraverso la partecipazione alle Accademie femminili del Cimento (a Livorno), delle Assicurate (a Siena) e dell’Arcadia (a Roma).
Sempre in questa zona, in passato era presente un monastero delle suore benedettine (oggi in vendita al prezzo di 2,1 milioni di euro!) che era stato luogo di frequentazione anche di una importante figura del mondo cattolico, la beata Savina Petrilli (Siena, 29 agosto 1851-Siena, 18 aprile 1923) religiosa italiana, fondatrice delle Sorelle dei Poveri di Santa Caterina da Siena. Proprio alla beata senese è stata dedicata una via in zona Acquacalda: si tratta di una via secondaria che mette in comunicazione perpendicolarmente le due vie principali, via Bernardo Tolomei e via Ambrogio Sansedoni. Percorrendo via Savina Petrilli e proseguendo su via Bernardo Tolomei e proseguendo sulla bella strada alberata di via Raimondo da Capua si giunge al Parco Anna Frank.
Una passeggiata nel verde del Parco Anna Frank
L’Amministrazione Comunale di Siena e il Club Unesco hanno deciso di dedicare il parco, che si trova in via Raimondo da Capua a soli 500 metri dall’uscita Acquacalda del raccordo Firenze-Siena, ad Anna Frank.

L’intitolazione ha avuto luogo con una cerimonia il 10 dicembre del 1995, in coincidenza con la Giornata Internazionale dei Diritti Umani. L’iniziativa di intitolare il parco ad Anna Frank (Francoforte sul Meno, 12 giugno 1929-Bergen Belsen, marzo 1945), giovane ebrea tedesca, divenuta un simbolo della Shoah per il suo diario e la sua tragica fine, è volta a stimolare, specialmente in un posto frequentato da giovani, il valore della memoria storica. Il ricordo della ragazza è stato assunto anche come simbolo di tutte le persecuzioni subite dagli esseri umani, privati dei loro diritti nel passato e nel presente. Con un’esortazione che parte dalla Giornata internazionale dei Diritti Umani e si estende idealmente alla lotta quotidiana di ogni individuo, l’intitolazione rappresenta uno stimolo affinché ognuno di noi si attivi per far sì che siano rispettati in ogni ambito e situazione i diritti fondamentali delle persone, che troppo spesso sono dati per scontati e ancor più spesso vengono disattesi in tante parti del mondo.
Magari, mentre si passeggia per il parco, si può anche riflettere sul fatto che Anna, a causa della necessità di nascondersi per ben due anni prima di essere scoperta e deportata, è stata privata della possibilità di vedere il cielo, di sentire la pioggia o il calore del sole e del poter camminare sull’erba. Durante tutto quel periodo, la giovane si è concentrata sullo studio e sulla lettura di libri di storia e di letteratura europea; da quello che sappiamo dai suoi diari, coltivava il sogno di diventare un giorno una famosa scrittrice. Mentre era nascosta, sperava di poter tornare a scuola e di trascorrere un anno a Parigi o magari a Londra.
Aveva desiderio di studiare la storia dell’arte e diventare fluente in diverse lingue, di indossare bei vestiti e fare ogni genere di cose eccitanti. Senza amici o amiche con cui confidarsi, Anna è ricorsa alla scrittura di un diario per esprimere le sue paure, i suoi sogni e i suoi pensieri. Il 16 marzo 1944 scriveva: «La parte più bella è poter annotare tutti i miei pensieri e sentimenti, altrimenti soffocherei».

Andiamo dunque a fare una bella passeggiata al parco Anna Frank, meglio ancora se in compagnia delle nostre figlie e nipotine, soffermandoci tra una corsa e l’altra, per prenderle per mano e ricordar loro che tutta questa libertà non ci è sempre stata concessa, ma è stata conquistata attraverso le lotte e le manifestazioni di individui consapevoli e attivisti per la lotta dei diritti umani. Per non dimenticare che molte ragazze e donne, come la giovane autrice del diario, non hanno potuto e non possono ancor oggi godere delle libertà fondamentali degli esseri umani.
Dal parco Anna Frank, abbandonando via Raimondo da Capua e proseguendo per via Bernardo Tolomei, si giunge in via Celso Cittadini e svoltando a sinistra all’altezza della pompa di benzina che si trova in coincidenza del numero civico 70, si giunge al parco Iris Origo.
Una sosta al Parco Iris Origo
Il 15 gennaio 2016 presso la Sala delle Lupe di Palazzo Pubblico in Piazza del Campo a Siena si è svolto l’incontro promosso dal centro culturale delle donne Mara Meoni con l’intervento della presidente dell’Associazione Toponomastica femminile Maria Pia Ercolini dal titolo: Toponomastica femminile. Un percorso di parità. A distanza di un anno, il 20 gennaio 2017, il Comune di Siena ha preso la decisione di intitolare il parco situato in via Cittadini a Iris Origo assieme ad altri tre spazi verdi della città dedicati a Bruna Talluri, Maria Montessori e Ipazia.

Iris Margaret Cutting Origo (Birdlip, Inghilterra, 1902-Chianciano Terme, Siena, 1988), è stata una scrittrice angloirlandese, attiva nell’aiuto alla popolazione della Val di Chiana e della Val d’Orcia durante il passaggio del fronte. Un momento storico delicato per il nostro paese nel quale, a seguito dell’armistizio del 3 settembre del 1943, nessuna misura era stata presa dal re e dal governo per prevenire la reazione tedesca. La difesa del territorio fu quindi posta nelle mani dei civili. Il passaggio del fronte iniziò con il diffondersi della notizia che le truppe tedesche stavano requisendo tutto ciò che poteva essere utile all’esercito in ritirata, come ad esempio i vestiti o i viveri di ogni genere che la popolazione non fosse stata in grado di nascondere efficacemente al passaggio delle truppe tedesche. Fu in quei terribili momenti che Iris, assieme al marito Antonio Origo, presero l’importante decisione di rimanere presso la loro tenuta La Foce, dove i coniugi abitavano dal 1924.
Sin dai primi anni si dedicarono alla cura della loro tenuta La Foce, donando nuova vita a una antica dimora costruita nel tardo XV secolo come ostello per pellegrini e mercanti in viaggio lungo la Via Francigena, un percorso che dalla Francia, conduce fino a Roma. Dal momento dall’insediamento di Antonio e Iris, La Foce diviene luogo di vita culturale, di attività agrarie e di cura dei giardini.
Nei drammatici momenti del passaggio del fronte, i due coniugi si prodigano nell’assistenza dei bambini profughi e di molti prigionieri di guerra o alleati in fuga, che cercano di trovare un varco attraverso le linee tedesche o, semplicemente, di sopravvivere. Molti di loro vengono alloggiati e sfamati presso la tenuta dei coniugi Origo.
Iris ha narrato questi momenti, in seguito, nel suo libro dal titolo: La Guerra in Val d’Orcia, primo libro che tra l’altro le permette di affermarsi come scrittrice di successo nel mondo della critica letteraria e presso il grande pubblico. Alla donna va inoltre riconosciuto il grande merito di aver contribuito al recupero, alla difesa e alla rivalutazione del paesaggio della Val d’Orcia (un territorio che raggruppa i comuni di Castiglione d’Orcia, Montalcino, Pienza, Radicofani, San Quirico d’Orcia ed è interamente compreso nella provincia di Siena), che dal 2004 ha ottenuto il riconoscimento di sito culturale del Patrimonio Mondiale dell’Unesco.
Il parco Iris Origo è situato a fianco di una fila di edifici residenziali a schiera, nei pressi di alcune dimore nobiliari ottocentesche in via Celso Cittadini. Ville immerse nel verde dei loro giardini all’italiana, circondati da ampi boschetti di lecci. Il parco ospita un’area giochi attrezzata per i bambini e bambine e numerose panchine che offrono ombra e quiete garantite dalle numerose specie arboree presenti fra le quali troviamo il pino marittimo (Pinus pinaster), l’olivo (Olea europaea), il leccio (Quercus ilex) e il cedro del Libano (Cedrus libani).
Per chi proviene da Firenze per raggiungere il parco occorre uscire a Siena Acquacalda o a Siena Nord e percorrere via Celso Cittadini, svoltando a destra all’altezza della pompa di benzina.
In copertina: veduta del parco Iris Origo.
***
Articolo di Luca Vichi

Laureando in competenze testuali con specializzazione in ambito geografico. Le sue passioni includono la divulgazione e la narrazione in ambito storico e geografico, il mondo dell’editoria e lo sviluppo e la progettazione di siti web didattici con implementazione di applicazioni GIS e dati geo-cartografici.