Eugenija Šimkūnaitė: la “signora delle erbe” della Lituania

Leggendo la biografia di Eugenija Šimkūnaitė, si può quasi affermare che fosse una vera e propria predestinata. Nacque l’11 marzo 1920 a Novorossijsk (Russia) da una famiglia particolarmente colta – il padre era farmacista e la madre infermiera – che la sostenne sempre nelle sue ambizioni di studio. Pochi anni più tardi, nel 1922, i genitori decisero di tornare in Lituania con altri rifugiati e di stabilirsi definitivamente a Tauragnai (distretto di Utena), dove il padre aprì una farmacia e acquistò diversi ettari di terra. Fu, quindi, l’assistenza all’attività di famiglia che permise a Eugenija di venire a conoscenza del mondo delle erbe medicinali già in tenera età. Inoltre, proprio la località di Tauragnai rappresentò per la giovane un vero e proprio bagaglio culturale e ambientale fondamentale, che influenzò inevitabilmente le sue scelte di vita, le sue ricerche e la sua carriera accademica.

Per avere un’idea del patrimonio culturale del luogo, basti pensare che lo stesso nome del lago Tauragnas, su cui si specchia il paese di Tauragnai, sembra derivare da una storia folcloristica che ha visto coinvolti il leggendario duca Rigimandas e dei tori che vivevano nelle foreste attorno al lago. Narra la leggenda che una notte sulle rive del lago apparvero due tori al duca, i quali gli rivelarono il posto migliore dove poter costruire il suo castello: la collina dove risiede l’attuale Taurapilis. In segno di riconoscimento verso quei tori, il lago venne chiamato Tauragnas. Dal punto di vista ambientale, invece, il lago fa parte del Parco nazionale dell’Aukštaitija, il più antico della Lituania. Ricoperto da laghi (molti dei quali collegati fra loro da piccoli corsi d’acqua) e posto a un’altitudine di livello basso-collinare, il parco è una zona rigogliosissima di vegetazione. Infatti, la stragrande maggioranza della sua superficie è coperta da foreste, composte al loro interno persino da esemplari ultracentenari. Oltre a questo, però, il Parco nazionale dell’Aukštaitija si caratterizza anche per la sua enorme e allo stesso tempo fragile biodiversità sia di flora che di fauna, con diverse specie animali e vegetali inserite nel libro rosso della Lituania. Per chi si occupa di conservazione della biodiversità, creare un libro rosso è uno degli obiettivi più importanti, poiché aiuta a definire le priorità, a individuare i fattori di rischio e a trovare la formula per salvare le popolazioni animali e vegetali attraverso la raccolta, la classificazione e l’analisi di dati e informazioni attuali e, soprattutto, affidabili.

Tornando a Eugenija Šimkūnaitė, a Tauragnai trascorse gli anni della sua gioventù tra un’istruzione formale e una educazione “informale” conferitale dalle sue vecchie zie e da altri anziani del luogo, i quali non solo la formarono al riconoscimento delle erbe e alla loro preparazione, ma le tramandarono anche un ammontare non indifferente di canzoni, leggende e tradizioni. Grazie a tutta questa ricchezza naturale e folcloristica ricevuta sin da bambina, non stupisce, quindi, il fatto che la più grande passione di Eugenija fossero le erbe, specialmente se legate alla cultura e al folclore locali. Era infatti convinta che tutte quelle canzoni, storie e pratiche medicinali rappresentassero la saggezza degli antenati e in quanto tale non dovesse andare sprecata. Tuttavia, tutto questo suo interesse e smania di conoscenza non era mai fine a sé stessa. Al contrario, nel corso della sua vita Eugenija Šimkūnaitė fu ben disposta a condividere quel che aveva imparato con il pubblico lituano (in particolare con le e i giovani), presenziando in decine di conferenze affollate e comparendo in numerose interviste radiofoniche e televisive; senza contare la vastissima produzione di articoli. Addirittura, viene riportato che aiutasse più che volentieri coloro che bussavano alla sua porta per consigli, prescrizioni o rimedi senza chiedere denaro in cambio. Non stupisce, pertanto, il fatto che fosse (e sia ancora) così amata e rispettata dal popolo lituano.

Seguendo la sua vocazione, dopo aver ottenuto il diploma prima alla Scuola elementare di Tauragnai e poi all’Utena Gymnasium, nel 1937 Eugenija si iscrisse e iniziò a studiare farmacia all’Università Vytautas Magnus della città di Kaunas. All’epoca l’Università Vytautas Magnus era considerata l’apice dell’istruzione lituana e doveva il suo nome al Gran Duca Vytautas Magnus, storico governante del Granducato di Lituania ed eroe nazionale (l’Università venne nominata così in suo onore in occasione del 500º anniversario della sua morte). In questo senso, percorrendo la carriera accademica di Eugenija Šimkūnaitė, è utile ricordare che purtroppo il governo sovietico chiuse tale università nel 1950, sebbene alcune delle sue facoltà siano state poi riutilizzate come “fondamenta” per altre scuole di istruzione superiore. Nonostante ciò, lo spirito e la tradizione accademica dell’Università Vytautas Magnus riuscirono incredibilmente a sopravvivere fino al 1989, anno in cui la stessa venne ristabilita. Eugenija si laureò nel 1943, lavorando nel frattempo come assistente di diversi personaggi illustri al Giardino farmacognostico dell’Università di Vilnius. Nel mentre, la Seconda guerra mondiale le portò via la farmacia di famiglia (bruciata) e l’amato padre (ucciso). La madre riuscì a sopravvivere, seppur in pessime condizioni di salute; questo fatto, unito alla conseguente situazione di povertà incombente, la costrinse a lasciare l’accademia e a iniziare a lavorare come capo della farmacia del Primo ospedale sovietico di Vilnius.

La passione per lo studio e la ricerca era però troppa, così decise di tornare all’università solo per scoprire che la guerra si era portata via anche il Giardino farmacognostico. Dopo questa bruciante delusione, inizio a lavorare nel Consiglio farmaceutico della Divisione commercio presso il Ministero della salute. Non dovette aspettare molto per ricominciare a inseguire i suoi sogni e la sua vocazione, ultima eredità del defunto padre. Dopo una breve parentesi come ricercatore junior presso il Giardino botanico di Kaunas tra il 1949 e il 1950, ritornò a Vilnius per continuare il suo lavoro di ricerca all’Istituto di biologia dell’Accademia delle scienze, dove poi discusse la sua prima tesi di dottorato nel 1952. Dopo un’altra breve parentesi durata due anni (tra il 1955 e il 1957 in Kazakistan), tornò in Lituania dove trovò impiego nel Consiglio di farmacia, ove successivamente diresse uno specifico dipartimento erboristico. Nel 1971 sostenne una nuova tesi di dottorato all’Università di Vilnius. Per tutto il resto della sua vita continuò a dedicarsi allo studio delle piante medicinali, alla medicina popolare e alle tradizioni locali, interessandosi a un certo punto anche all’archeobotanica.

Il suo impegno e talento le valsero diversi riconoscimenti e onorificenze di prestigio nazionale. Prima della morte, avvenuta in maniera improvvisa nel 1996, tra il 1971 e il 1994 scrisse diversi libri: Herbs; Forest trees, green greens; The kingdom of snakes; e What a witch just knows, or life without pills. Attualmente è sepolta a Tauragnai vicino ai suoi genitori, in quella località dove tutto ebbe inizio e a cui lei deve tutto. Il suo modo di fare e di essere nel corso della sua vita ha ispirato lituani e lituane, giovani e non; tanto che, circa un anno dopo la sua morte, nel 1997 venne fondata la Fondazione di beneficenza e sostegno Eugenija Šimkūnaitė, tra i cui obiettivi principali vi sono, ad esempio: la promozione delle letture scientifiche e degli eventi culturali dedicati a Eugenija Šimkūnaitė; il supporto degli studenti delle facoltà di farmacia e scienze; la divulgazione dell’erboristeria lituana sia dentro che fuori lo Stato della Lituania. Infine, dal 1998 a oggi la Scuola media di Tauragnai porta il suo nome, quasi come se lei stessa fosse diventata come una di quelle leggende che tanto amava quand’era ancora in vita.

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Articolo di Giovanni Trinco

Nasce a Padova nel 1997. Laureato in Scienze Politiche, attualmente è laureando in Comunicazione Digitale presso l’Università di Pavia. Appassionato di giornalismo e saggistica, riguardante la sociologia e la filosofia, spera che un giorno il progressive rock possa tornare di moda.

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