Nel pomeriggio caldo e assolato del 2 giugno 2022, a Monsummano Terme (Pistoia) in via Fermi, è stato intitolato un giardino a Giulia Rinieri de’ Rocchi (1801-81). Si tratta di un traguardo a cui si giunge dopo un percorso lungo almeno un ventennio, che presenta varie tappe. Potremmo affermare che il primo a far conoscere il personaggio fu il prof. Giampiero Giampieri in un convegno nel marzo 2002 e poi in un saggio del 2003 (nel volume Donne di penna): emerse dal silenzio del tempo questa figura, in apparenza poco interessante, che celava dietro una vecchiaia dedita alle opere pie, una gioventù assai vivace. Era brillante, colta, intraprendente la senese Giulia che, per trovare un marito adeguato, seguì il suo tutore Berlinghieri a Parigi dove viveva il bel mondo. Non più giovanissima e di gusti difficili, si sperava in un incontro fatale. L’incontro ci fu davvero, ma inaspettato e perfino inopportuno.

Giulia si innamorò di Stendhal (1783-1842) e arrivò, fatto inaudito per l’epoca, a dichiararsi; lo scrittore rimase sorpreso e lusingato. Era un gran dongiovanni, spesso deluso; non era bello, non era giovane, non aveva ancora la fama che lo caratterizzerà in seguito. Ma alla fine fece il gran passo: nell’autunno del 1830 chiese la mano di quella italiana così affascinante e insistente. Fu l’unica volta nella sua vita, ma il tutore gliela rifiutò per svariati motivi: che futuro poteva assicurare alla sposa uno scrittore spiantato? Era decisamente maturo, era pure noto per le sue avventure galanti; insomma non era un buon partito per Giulia, alla quale fu riservato un compagno più rassicurante: il cugino Giulio Martini, monsummanese, diplomatico di professione. Le nozze si celebrarono, nacquero due figli, ma l’amore segreto accompagnò Giulia e Stendhal fino alla morte improvvisa di lui, con incontri sporadici e furtivi, con scambi di lettere, con il ricordo persistente messo a frutto nei romanzi, specialmente La Certosa di Parma e Il rosso e il nero. La malattia del marito portò la coppia a ritirarsi nella villa di Monsummano, divenuta poi il Municipio, dietro il quale sorge il giardino che Giulia curava e frequentava, ormai ridotto di ampiezza rispetto a quello originale, che circondava l’edificio. Morto Giulio, la nobildonna si fece apprezzare per la sua dedizione al prossimo, per la generosità, per le opere caritatevoli.
Possiamo immaginare lo stupore del nipote Ferdinando Martini, senatore del Regno, docente universitario, ambasciatore, viceré in Eritrea, ecc. ecc., quando scoprì per caso il carteggio fra la zia e il sommo scrittore; fu preso dalla voglia di renderlo noto, ne parlò, ne scrisse, pubblicò la lettera in cui avviene la fatidica proposta di matrimonio, tuttavia poi prevalsero il pudore, il timore di mettere in cattiva luce la parente defunta, l’imbarazzo che a un uomo importante come lui tutto ciò avrebbe creato. Fatto sta che le lettere sono scomparse.

Di questa vicenda romanzesca e appassionante e di questa donna straordinaria anche noi di Toponomastica femminile ci siamo appropriate in più occasioni: ne abbiamo trattato nella guida della Valdinievole (2018), ne abbiamo pubblicato la biografia su Vitamine vaganti (n. 65), ne abbiamo parlato nelle passeggiate per le vie di Monsummano, sulle tracce delle donne locali degne di memoria, sia di persona (2 marzo 2019) che virtualmente (1° novembre 2020), a cui sono seguiti video e testi destinati agli Atti.
Più di recente l’assessora al Sociale Roberta D’Oto ha esternato il desiderio di trovare un luogo idoneo per ricordare degnamente Giulia, un personaggio che le era assai caro e riteneva opportuno avesse una intitolazione nella cittadina dove aveva vissuto a lungo ed era sepolta. Anche la sezione locale di Italia Nostra aveva sollecitato la proposta, mentre le socie di Soroptimist Pistoia-Montecatini avevano offerto la propria disponibilità nell’abbellire il giardino che era appartenuto alla coppia Martini, da tempo divenuto pubblico.

Finalmente e quasi a sorpresa il momento dell’intitolazione è arrivato, anche se lo spazio verde dovrà essere arricchito da panchine, giochi, piante e fiori per diventare davvero accogliente. Ecco dunque la piccola cerimonia introdotta dalla sindaca di Monsummano Simona De Caro, affiancata dall’assessora D’Oto, giustamente orgogliosa del risultato. Non poteva mancare Giampiero Giampieri che ha raccontato in sintesi alle persone presenti la vita di Giulia Rinieri e ha spiegato quale peso abbia avuto nella narrativa immortale di Stendhal; ha fatto sorridere spiegando che da tanti anni questo era il suo sogno, per il quale avrebbe svolto volentieri le funzioni di sindaco pur di ottenere l’intitolazione, dopo la quale si sarebbe subito dimesso!

Ha preso poi la parola la presidente di Soroptimist Club, Patrizia Cecchi, che ha ricordato alcune delle recenti attività a favore delle donne: la realizzazione del progetto “Una stanza tutta per sé” per accogliere le denunce di violenza e abusi nella sede dei Carabinieri di Pistoia, un’altra nella sede di Montecatini della Polizia di Stato, donazioni a famiglie disagiate e all’ospedale di Pescia, un concorso letterario per la scuola. Ha rinnovato anche l’impegno dell’associazione a collaborare nel riallestimento del giardino.

In rappresentanza di Toponomastica femminile, la vostra cronista ha salutato l’iniziativa con soddisfazione, facendo presente tuttavia che ancora c’è da fare parecchia strada per colmare lo squilibrio nella locale odonomastica, che vede oltre 166 intitolazioni a uomini, contro 8 donne, a oggi. Ha fatto pure il nome di illustri monsummanesi che meriterebbero analogo riconoscimento, prima fra tutte Ildegarde Giusti (1812-82) che seppe valorizzare le grotte termali trovate nei terreni della famiglia e fece edificare, da intelligente imprenditrice, un elegante hotel adeguato all’accoglienza turistica; una donna avanti rispetto al suo tempo fu Giacinta Marescotti (1844-1912), la moglie dell’onorevole Martini, indipendente, attiva politicamente, sensibile e attenta ai bisogni dell’infanzia disadattata. Un’altra figura che dovrebbe avere un suo spazio è certamente la «povera, infelice, maestra sventurata» Italia Donati (1863-86), morta suicida per le crudeli maldicenze paesane, al momento ricordata solo con il nome di una scuola elementare, divenuta suo malgrado simbolo delle condizioni di disagio e sopraffazione in cui vivevano molte giovani insegnanti nell’Ottocento.
Un bel momento di festa, dunque, ma anche l’impegno a ritrovarsi quando il giardino avrà acquistato maggiore fruibilità e sarà degnamente abbellito per onorare il ricordo di Giulia.
In copertina. Monsummano Terme, 2 giugno 2022, intitolazione del giardino a Giulia Rinieri de’Rocchi. Foto di Laura Candiani.
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Articolo di Laura Candiani

Ex insegnante di Materie letterarie, dal 2012 collabora con Toponomastica femminile di cui è referente per la provincia di Pistoia. Scrive articoli e biografie, cura mostre e pubblicazioni, interviene in convegni. È fra le autrici del volume Le Mille. I primati delle donne. Ha scritto due guide al femminile dedicate al suo territorio: una sul capoluogo, l’altra intitolata La Valdinievole. Tracce, storie e percorsi di donne.