Il giardino a lei dedicato, si trova in Piazza Giovanni Amendola nel quartiere compreso tra la porta Camollia e l’Antiporto, occupa una piazza a base quadrata e si trova a pochi passi dalla colonna dedicata ad Eleonora del Portogallo e dal parco Norma Cossetto. Ipazia (Alessandria d’Egitto, 355-Alessandria d’Egitto, marzo 415) è considerata la prima donna di scienza, attiva nei campi della matematica, dell’astronomia, e della filosofia, martire del libero pensiero e vittima del fanatismo religioso.

Nativa di Alessandria d’Egitto, fu la prima donna a compiere studi di rilievo nei campi della matematica e della filosofia ed era anche un’insegnante e un’astronoma rispettata. Ipazia era figlia di Teone, un matematico e insegnante, il quale la incoraggiò a sviluppare i suoi talenti in campo scientifico. La studiosa greca è anche l’inventrice dell’astrolabio, un dispositivo che calcola la posizione delle stelle e dei pianeti e dell’areometro, usato per determinare il peso specifico dei liquidi. Lei stessa divenne in seguito insegnante e infine direttrice di una scuola platonica ad Alessandria d’Egitto, nota come scuola di Alessandria, nel 400. Fu qui che fu mentore di alcune delle più grandi menti pagane e cristiane dell’epoca, tra cui Oreste, il prefetto di Alessandria, che in seguito divenne un suo caro amico.
Nell’insegnamento, Ipazia si concentrò principalmente sul lavoro di due figure neoplatoniche: Plotino, il fondatore della filosofia neoplatonica, e il suo allievo Giamblico. Sin da giovane aveva sempre mostrato un interesse per lo studio della religione e delle divinità greche; arrivò ad approfondire anche altre materie, come l’astrologia e la numerologia ed era un’ardente sostenitrice del pensiero e della filosofia greca. Durante la sua carriera ha scritto diversi libri e saggi, tra cui il Canone astronomico. Ipazia ha dedicato gran parte della propria ricerca alla matematica e il suo lavoro più importante ha riguardato il campo degli studi algebrici. Ma in un ambiente che stava diventando sempre più cristiano, l’appartenenza al genere femminile della scienziata era poco accettata tanto quanto malvista era la sua appartenenza al paganesimo.
La maggior parte degli studiosi durante il suo tempo si convertì dal paganesimo al cristianesimo per proteggersi dall’ostilità religiosa, ma la donna rifiutò la conversione e continuò a insegnare e fare ricerca. Questa posizione la rese un bersaglio della violenza dei fanatici religiosi, diventando sempre più un obiettivo delle persecuzioni portate avanti da una serie di rivolte e dispute tra cristiani e pagani.
Quando nel 415 la rivolta dei cristiani si fece più violenta, Ipazia fu assassinata per mano di monaci cristiani radicali; i suoi aguzzini la spogliarono delle vesti che indossava e la uccisero usando dei cocci. In seguito, bruciarono ogni traccia del suo corpo. La sua visione di libera pensatrice e la conoscenza scientifica che sposò e sostenne con coraggio durante tutto il corso della sua vita furono considerate una minaccia per la chiesa cristiana. A pochi anni dalla sua morte, infine, il Museo di Alessandria d’Egitto venne saccheggiato e tutti i suoi scritti finirono distrutti.
Il giardino Bruna Talluri: un’oasi di pace a due passi da Porta Camollia
Appena fuori da Porta Camollia, passeggiando per via Biagio di Montluc e proseguendo oltre il Fortino delle donne senesi, si arriva al giardino Bruna Talluri. Il giardino è un’area verde compresa tra suddetta via, viale Armando Diaz e viale Nazario Sauro.


Lo spazio verde offre un’area di sosta e di passaggio per chi esce o entra dal centro storico attraverso la Porta di Fontegiusta ed è in prossimità anche di Porta Camollia, la porta principale per l’ingresso da nord nel centro storico della città. Attualmente il parco risulta essere chiuso per dei lavori che riguardano vari interventi, fra i quali: il rinfoltimento delle siepi di ligustro; la nuova disposizione delle aiuole fiorite in due spazi centrali dove saranno collocate piante di lavanda, di salvia, di rosmarino e di magnolia; la pavimentazione che sarà formata da blocchi di pietra serena di varie dimensioni collocati a formare degli spicchi e l’installazione di quattro nuovi lampioni al posto dei due vecchi lampioni esistenti.

Bruna Talluri (Siena, 12 giugno 1923–Siena, 21 novembre 2006) è stata un’insegnante, scrittrice e politica italiana. Dopo la laurea in Lettere e Filosofia diviene docente di scuola superiore. Nel 1943 seguendo i valori della libertà e della giustizia sociale sui quali si sarebbe dovuta fondare la nuova Italia, comincia a militare nel partito d’Azione e vi rimane fino al suo scioglimento. Entra, quindi, a far parte di Giustizia e libertà che confluisce in Unità popolare, contribuendo con la sua partecipazione attiva alla Resistenza. Riceve la Croce al merito di guerra per l’attività partigiana svolta. Nel 1944, è tra le fondatrici dell’Unione Donne Italiane (Udi). Decide in seguito di entrare nel Partito Socialista di Nenni; eletta, entra a far parte della segreteria nazionale, da cui esce però dopo soli tre mesi. Successivamente aderisce al Partito Comunista Italiano e, dal 1968, entra a far parte del Consiglio comunale di Siena, diventando anche assessora all’Istruzione e ai Servizi sociali. È tra le fondatrici dell’Istituto storico della Resistenza senese.
In copertina. Targa del Parco Ipazia.
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Articolo di Luca Vichi

Laureando in competenze testuali con specializzazione in ambito geografico. Le sue passioni includono la divulgazione e la narrazione in ambito storico e geografico, il mondo dell’editoria e lo sviluppo e la progettazione di siti web didattici con implementazione di applicazioni GIS e dati geo-cartografici.