Luglio è il mese in cui Frida Kahlo viene vista viva per l’ultima volta. È in sedia a rotella, a una manifestazione comunista di Città del Messico. È il 1954.
Morirà poco dopo, a 47 anni, senza far rumore. Eppure, l’eco di ciò che lei e la sua arte hanno rappresentato è forte e imponente, tanto da rimbombare senza cedimento alcuno ancora oggi. Forse però il rumore è troppo. Forse il suono è diventato cacofonia.
Frida Kahlo era una donna sfuggevole al successo e alla bellezza, che annotò, come ultimo appunto sul suo diario: «Spero che l’uscita sia gioiosa e spero di non tornare mai più».
Noi di Tf pensiamo che la sua grandezza vada ricercata nell’incredibile capacità di trasformare il dolore nero in un colore vivo e tagliente. Ed è ciò che, nel nostro piccolo, proviamo a fare noi: far divenire le disparità e i soprusi straordinarie opportunità di rinascita.
Frida Kahlo è una donna che amiamo ricordare, che amiamo far conoscere e il cui nome speriamo di leggere sempre più spesso in sempre più luoghi.
Per quanto riguarda le attività di Toponomastica femminile in questo settimo mese dell’anno, esse iniziano il giorno 1, quando la nostra associazione ha preso parte al seminario Equilibri di genere e nuovi canoni nei libri scolastici: dalla teoria alle pratiche tenutosi a Torino e indirizzato a editor e docenti su discipline e metodologia.
Nella stessa giornata, a Piana di Monte Verna, in provincia di Caserta, c’è stata l’inaugurazione della mostra Le Madri della Repubblica seguita da una Conversazione sulle Partigiane, alla presenza, per Tf, di Fosca Pizzaroni.
Martedì 5 luglio, presso il Centro Socio Culturale del comune di Vizzolo Predabissi, in provincia di Milano, si è tenuta l’intitolazione del medesimo luogo a Rita Levi-Montalcini.
Il giorno 14, secondo giovedì del mese, si è tenuto il consueto Salotto Casertano. In quest’occasione, con gli interventi di Sara Marsico e Cinzia Battista, si è trattato il tema dell’Educazione Civica, declinandolo nei vari aspetti della Costituzione italiana, delle Istituzioni nazionali e internazionali, della tutela dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile.
Il 16, a Poli, in provincia di Roma, si è inaugurata la mostra Le Madri Costituenti, allestita nell’androne di Palazzo Conti e fruibile fino al 31 agosto.
Venerdì 22 luglio, Toponomastica femminile è stata presente alla manifestazione Sora in Rosa, nel comune del frusinate, con una sezione della Mostra sulle Scienziate allestita nel chiostro del Museo della Media Valle del Liri.
Infine, sabato 30 luglio, a Challand Saint Anselme, si è tenuto lo spettacolo Le ribelli contro la mafia. Storie di donne che lottano, una toccante e partecipata narrazione tutta al femminile sulle vittime e sulle combattenti contro la mafia. Il reading è stato ideato e recitato dalle donne della Banca del Tempo di Melegnano e da quelle di altre associazioni. Per noi di Toponomastica femminile era presente Sara Marsico.
Il nostro luglio termina qui.
E allora, come di consueto, andiamo a scavare un poco nella storia di questo settimo mese dell’anno.
Il giorno 10 luglio dell’anno 1844 la Francia rimase senza nulla da leggere. Niente. Occhi sperduti e concitati cercavano a vuoto un risvolto di pagina che non c’era, una riga successiva che non esisteva, la maiuscola che mancava all’appello del punto.
Il 10 luglio del 1844, Les Siècle pubblicò l’ultima puntata dei sedici capitoli che componevano il romanzo I tre moschettieri, di Alexandre Dumas.
Lo scrittore era nipote di una schiava di Haiti, Marie du Mas, Marie “della masseria”, e di tale discendenza, egli fu sempre molto fiero. Si racconta che, durante una festa, per ribattere a un tizio che lo aveva offeso riguardo le proprie origini, Dumas rispose: «Signore, mio padre era mulatto, mia nonna una negra e i miei bisnonni delle scimmie. Il mio pedigree inizia dove il vostro finisce».
Tutti e tutte per uno, monsieur Dumas. E uno per tutti e tutte.
Perché il meticciato è forse l’unica tradizione vera che abbiamo il diritto di rivendicare.
Al prossimo mese.
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Articolo di Sara Balzerano

Laureata in Scienze Umanistiche e laureata in Filologia Moderna, ha collaborato con articoli, racconti e recensioni a diverse pagine web. Ama i romanzi d’amore e i grandi cantautori italiani, la poesia, i gatti e la pizza. Il suo obiettivo principale è quello di continuare a chiedere Shomèr ma mi llailah (“sentinella, quanto [resta] della notte”)? Perché domandare e avere dubbi significa non fermarsi mai. Studia per sfida, legge per sopravvivenza, scrive per essere felice.