Margrit Kennedy, tra ecologia urbana ed economia sostenibile

«Sterile rimane quel sapere che non diventa governo della vita» diceva Platone e Margrit Kennedy ne è la dimostrazione con la sua esistenza da visionaria e realizzatrice di progetti ecosostenibili: libera pensatrice e architetta per professione, ambientalista per scelta, economista per necessità.

Nasce a Chemniz, in Germania, il 21 novembre 1939. Diventa architetta e ottiene un Master in pianificazione urbana e regionale e un dottorato in affari pubblici e internazionali all’Università di Pittsburgh. Abbina quindi lo studio della scienza che può abbellire il mondo o rovinarlo per sempre all’ecologia e all’ambientalismo. Da subito vive la sua professione con sguardo interdisciplinare e come strumento per migliorare un mondo che non le piace. Approfondisce, oltre all’architettura, l’ecologia urbana e l’urbanistica e mette in pratica le sue idee in Brasile, Nigeria, Scozia, Australia, Stati Uniti e in Germania. Pubblica libri, articoli e rapporti per l’Unesco e l’Ocse sulla pianificazione urbana e la costruzione di scuole e comunità ecologiche. Dal 1979 al 1984 dirige una facoltà dedicata ai progetti riguardanti donne, energia ed ecologia a Berlino. Nel 1982 si rende conto che è impossibile fare dell’ecologia senza una preparazione da economista. L’attuale sistema del denaro non la convince e deve essere radicalmente modificato, anche attraverso la creazione di monete complementari. Una sfida titanica, in cui Kennedy non smetterà di impegnarsi per tutta la vita.

Dal 1985 decide di vivere in un eco villaggio a Lebensgarten in Steyerberg, nella Bassa Sassonia, con il marito e la figlia. Scrive di donne nell’architettura e permacultura, terra e sistemi fiscali ed è in contatto con le menti più innovative nel campo dell’ambientalismo, come Vandana Shiva. Pioniera nel campo della permacultura, che applica anche nel suo villaggio ecologico, e fondatrice dell’Istituto europeo di permacultura, rappresenterà un punto di riferimento importante per gli adepti di questa disciplina che potremmo definire come «la progettazione, la conservazione consapevole ed etica di ecosistemi produttivi che hanno la diversità, la stabilità e la flessibilità degli ecosistemi naturali».

Pubblica un libro, La Moneta Libera da Inflazione e da Interesse, come creare un mezzo di scambio che funziona per tutti e protegge la Terra, più volte rivisto e tradotto in 22 lingue, in cui, con grande coraggio, da persona non esperta di economia, si cimenta con la misura di tutte le cose nel sistema capitalistico, il denaro, cercando di spiegare «come funziona la moneta, come faccia girare il mondo ma allo stesso tempo lo distrugga». Carismatica e appassionata attivista, sostiene che «l’immenso debito accumulato dal Terzo Mondo, la disoccupazione, l’inquinamento ambientale, la corsa agli armamenti e lo sviluppo di nuove centrali nucleari sono strettamente connessi con un meccanismo che mantiene la moneta in circolazione: l’interesse semplice e l’interesse composto che, secondo l’economista storico John L. King, sono “l’invisibile macchina distruttrice” nelle cosiddette economie di libero mercato». I malintesi rispetto al denaro sono quattro: «la maggior parte della gente pensa che il denaro possa continuare a crescere all’infinito. Come nessuna altra cosa in natura. I nostri corpi, gli alberi, le piante e gli animali smettono di crescere ad un certo punto dello sviluppo. Il sistema monetario che abbiamo oggi cresce esponenzialmente, e ciò indica sempre in natura un segno di malattia. La crescita esponenziale avviene quando le cose sono fuori dal loro ordine naturale o stanno morendo. Per esempio il cancro viene provocato dalla crescita esponenziale di una cellula. La ragione per cui il denaro cresce esponenzialmente è che abbiamo un meccanismo che ne garantisce la circolazione che si chiama interesse. E con l’interesse il denaro raddoppia ad intervalli regolari. Il secondo malinteso riguardo al denaro si ha quando la maggior parte delle persone pensa di pagare l’interesse solo quando prende in prestito del denaro in banca. Invece ogni produttore di beni o servizi trasferisce sul prezzo dei beni l’interesse che deve pagare alle banche. In questo modo i consumatori pagano un interesse anche quando non prendono a prestito i soldi, ma solo quando acquistano beni o servizi. […] Il terzo malinteso riguarda l’iniquità di un sistema che fa pagare all’80% della popolazione il doppio di quello che guadagna dalla rendita da interesse, permettendo al 10% della popolazione di guadagnare quello che l’80% perde». Il governo inoltre non stampa il denaro e deve pagare interessi sul denaro che prende in prestito dalla banca centrale. Pochi sanno che molte banche centrali sono in realtà organizzazioni possedute da individui privati. In 45 anni, dal 1950 al 1995, scrive Kennedy nel suo libro, l’incremento di beni monetari nelle mani di questi individui, compagnie di assicurazione, banche, etc., è cresciuto di 400 volte. Nello stesso tempo il salario della gente è cresciuto solo di 18 volte allargando la forbice tra l’incremento di denaro nelle tasche di poche persone e quello nelle tasche della grande maggioranza. Ma i più non capiscono che questo non ha nulla a che fare con la loro performance lavorativa, e riguarda solo il funzionamento del nostro sistema monetario. Gli esseri umani lo hanno creato e gli esseri umani possono cambiarlo. L’ultimo malinteso è quello secondo il quale l’inflazione è parte integrante delle economie di libero mercato.

Dal 1991 al 2002 Kennedy insegna Tecnologie ecologiche presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Hannover e si dedicherà fino alla fine della sua esistenza, insieme al marito architetto e ambientalista, a tenere conferenze e seminari sulla riforma del sistema monetario aiutando, in qualità di consulente, ad avviare sistemi regionali di moneta complementare in Germania, Austria e in molti altri Paesi. Con grande acume e lungimiranza, Kennedy punta il dito su uno dei difetti più grandi che l’interesse cagiona al sistema: l’impossibilità di considerare il lungo e medio periodo e la necessità di ragionare sempre sul breve o brevissimo periodo. Per questo il sistema monetario attuale, oltre a potere essere dichiarato incostituzionale nella maggioranza dei sistemi democratici, non si concilia con la prospettiva ecologista, che per natura riguarda le considerazioni a lungo termine su ciò che viene fatto alla Terra. Nelle sue conferenze Kennedy ricorda che circa il 97% di tutte le transazioni monetarie nel mondo sono solo speculative e che questa massa speculativa prima o poi crollerà. Proprio per questo, incrementare le valute complementari regionali, fondate su un diverso modo di calcolare l’interesse, è la soluzione al momento più praticabile. In Bavaria propone l’esperimento della valuta regionale Chiemgauer. Molti gruppi si sono formati in varie parti del mondo mettendo in pratica gli insegnamenti della professoressa tedesca, che è stata intervistata nel 2008 anche da Milena Gabanelli, in una puntata di Report. Tra i suoi libri si segnalano People Money, the reason of regional currencies e Regional Currencies: a New Path to Sustainable Abundance (con Bernard Lietaer, 2005). Nel 2010 è tra i fondatori e le fondatrici di Occupy Money, che è anche il titolo di un suo libro, con il sottotitolo: Creare un’economia dove ognuno vince.

Alle sue idee si è ispirata la Jak Bank, di cui parla Giorgio Simonetti nel libro Jak Bank Per un modello finanziario sostenibile, libero dal concetto di usura, che, oltre ad illustrare gli esperimenti svedesi della Banca cooperativa e quelli di altre parti del mondo, contiene un’intervista a questa poliedrica visionaria.
Margrit Kennedy, della cui vita privata si sa assai poco, se non che al marito doveva unirla un’affinità intellettuale e politica fortissima, si spegne nel suo villaggio ecologico alla fine di dicembre del 2013, minata da quel male che spesso aveva usato come metafora nelle sue lezioni e conferenze per spiegare le caratteristiche del sistema monetario capitalistico.

La sua voce e il suo pensiero si trovano in numerosi video in rete. Tra i tanti consigliamo Margrit Kennedy speaks on interest free economy e Interest – Margrit Kennedy.

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Articolo di Sara Marsico

Ama definirsi un’escursionista con la e minuscola e una Camminatrice con la c maiuscola. Docente per passione da poco in pensione, è stata presidente dell’Osservatorio contro le mafie nel sud Milano e referente di Toponomastica femminile nella sua scuola. Scrive di donne, Costituzione e cammini.

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