La lenta e difficile conquista del credito da parte delle economiste 

Nella serie Credito alle donne una parte sarà dedicata alle economiste, in particolare a quelle “non ortodosse” e a quelle provenienti dai Paesi del Terzo Mondo. Prima di raccontare di loro è però indispensabile una premessa che riguarda l’ingresso delle donne e il credito loro dato (o negato) in uno degli ambienti più maschilisti dell’Accademia, quello degli economisti. William Baumol, considerato tra i 500 migliori economisti del mondo secondo la Repec (acronimo che sta per Research Papers in Economics, un progetto che cerca di aumentare la disseminazione delle ricerche in economia e nelle discipline affini) sosteneva che da prima della prima guerra mondiale fino al 1985 poche economiste avevano contribuito alla letteratura in materia economica, ricordando che il suo assistente aveva trovato solo sette articoli, di cui uno in due parti, di quattro donne. Si sbagliava, anche perché alcuni saggi accompagnati dalle sole iniziali dei nomi lo avevano probabilmente indotto in errore. Molte studiose di economia hanno pubblicato articoli su riviste e libri, spesso dimenticati dai Manuali scolastici e universitari.

Si deve al Dizionario biografico delle Donne economiste, un’opera di ricostruzione del pensiero economico femminile a cura di Robert W. Dimand, Mary Ann Dimand e Evelyn L. Forget il merito di avere portato alla luce, anche se con prevalente attenzione al mondo occidentale, tanti scritti di donne nel campo dell’economia politica dall’Ottocento al ventesimo secolo. Nel diciannovesimo secolo molte opere inglesi tra cui quella di Charlotte Perkins Gilman, che abbiamo incontrato anche nella nostra serie Fantascienza un genere (femminile) per i suoi testi di science fiction femminista, si erano spinte addirittura a contestare e sfidare il modo in cui la disciplina dell’economia era stata concepita. I suoi lavori, The Home: its Wok and Influence (1903) e Women and Economics (1898) sono interessantissimi esempi di un punto di vista eccentrico e precursore di testi contemporanei, in cui finalmente si riconosce l’apporto, colpevolmente ignorato, occultato e sommerso delle donne alla ricchezza nazionale. La ricerca dei tre studiosi, due donne e un uomo, li ha portati a scoprire, ogni volta che avvicinavano l’opera di una economista, («like pulling on a loose thread» come accade quando si tira un filo allentato) altre studiose che erano state loro mentori, coautrici, colleghe di studio e lavoro, in citazioni che rinviavano a testi, che a loro volta contenevano citazioni e nomi nuovi. Ne è nato un lavoro ricco di profili tutti molto interessanti, anche se manchevole di alcune figure provenienti dal mondo orientale o sudamericano.

Tra le tante donne incontrate meritano senz’altro di essere nominate Priscilla Wakefield, che ha criticato, senza alcuna rilevante conseguenza, peraltro, La Ricchezza delle Nazioni di Adam Smith, per l’insufficiente considerazione del lavoro economico delle donne, sia nella sfera della produzione domestica sia nel settore del lavoro salariato e dell’attività di mercato. A queste critiche Smith non era stato particolarmente sensibile, come pure David Ricardo che aveva totalmente escluso dai suoi studi l’apporto delle donne in economia. Chi si era spinto a considerarle in minima parte, con un’analisi patriarcale era stato Jean Baptiste Say, mentre i socialisti utopisti come Owen e Saint Simon si erano limitati a dire che nel «mondo perfetto» che si sarebbe realizzato nel futuro le donne avrebbero avuto un ruolo differente da quello degli uomini, partecipando alla vita economica. L’eccezione tra gli economisti classici britannici è stata rappresentata da John Stuart Mill che, sicuramente influenzato dall’amica carissima che sarebbe poi diventata sua moglie, Harriet Taylor, si era battuto anche in Parlamento per il ruolo sociale ed economico delle donne.

Anche in Francia e in America cominciarono fin dall’Ottocento a scrivere e a farsi conoscere alcune economiste, con studi sulla povertà, il lavoro, l’economia del consumatore e quella che potremmo chiamare l’economia della casa Household economics. Alcuni nomi, tra i tanti: Mary Meynieu, Julie Victoir Daubié, Caroline Healey Dall, Virginia Penny.  In particolare a Dorothy Brady, Rose Friedman e Margaret Reid si devono studi empirici sui quali hanno basato le loro teorie Milton Friedman e Franco Modigliani, riconoscendone loro il merito. L’economia continentale del ventesimo secolo si apre con la dissertazione di dottorato in scienza politica del 1897 all’Università di Zurigo di Rosa Luxemburg, Lo sviluppo industriale della Polonia, anche se la sua opera maggiore fu senza dubbio L’accumulazione del capitale, un contributo fondamentale alla teoria della crescita e alla Macroeconomia marxiana. Una critica alla teoria marxiana della caduta tendenziale del saggio di profitto si deve alla coraggiosa Natalie Moszkowska, che in un’altra opera si spinse a paragonare negativamente Marx e Keynes sulla teoria della crisi. 

In Russia furono numerosi i contributi delle economiste sull’economia contadina, ma quelle che avevano lavorato con Kondratieff e Chayanov videro le loro opere distrutte dopo l’arresto e la sparizione dei due studiosi. Tra le moltissime economiste descritte nel Dizionario, mai comparse o quasi nei Manuali, che a stento riportano gli studi di Joan Robinson sulla concorrenza imperfetta (https://vitaminevaganti.com/2019/10/26/mrs-robinson-economista-iconoclasta/) ricordiamo la svedese Karin Kock’s, autrice di un’opera importante sui tassi di interesse. Fu la primadonna a diventare ministra del Governo svedese negli anni Cinquanta. Spostandoci a oriente ricordiamo anche Aiko Ikeo che scrisse un’opera sull’economia politica giapponese (1999) e Sumiko Takahara che criticò l’assunto dell’individualismo metodologico neoclassico imperante discutendo animatamente per l’inclusione del lavoro domestico delle donne nell’analisi economica in un libro del 1979, dal titolo profetico Sfidando l’economia maschile.
Ciò di cui sono divenuti consapevoli l’autore e le autrici del Dizionario biografico delle economiste è la incredibile diversità nella scrittura delle donne rispetto agli uomini. Le economiste hanno prestato, in proporzione, più attenzione alle “women issues”, le questioni femminili. Tutte hanno criticato, in qualsiasi scuola economica si trattasse della classica, della neoclassica, della marxiana, la mancata inclusione del lavoro produttivo e riproduttivo domestico. Le donne hanno dedicato il loro maggiore interesse  alla politica sociale e ai differenziali retributivi tra i generi (Helen Campbell), ma hanno anche scritto su temi diversi come la macroeconomia marxiana (Rosa Luxemburg e Natalie Moz), la distribuzione del reddito (Mary Jean Bowman, Selma Goldsmith), l’economia dell’istruzione (Mary Jean Bowman, Sophie Willock Bryant), l’economia della discriminazione razziale e di genere (Phyllis Wallace), i tassi di cambio (Elizabeth Caroline Van Dorp, Joan Robinson), la teoria del commercio internazionale (Marion Crawford Samulson), l’economia monetaria (Anna Schwartz, Helen Makover, Eleanor Lansing Dulles, Sara Mc Lean Hardy, Margaret G. Myers), la teoria dell’impresa (Joan Robinson, Edith Penrose), la teoria del capitale (Joan Robinson, Krishna Baradawaj, Ruth Cohen), la finanza pubblica (Ursula Hicks, Mabel Newcomer, Selma Mushkin), lo sviluppo economico (Elisabeth Boody Schumpeter, Irma Adelman, Ester Boserup, Polly Hill, Cithya Taft Morris, Barbara Ward, Vera Smith Lutz,), l’economia delle istituzioni (Charlotte Perkins Gilman) e la storia del pensiero economico (Marian Bowley, Marjorie Grice-Hutchinson e Jacqueline Hecht). L’economia del consumatore deve molto a Margaret Reid, Dorothy Brady, Rose Friedman, Elizabeth Hoyt, Hazel Kyrk e Ruby Turner Morris.

Anche la storia economica ha attratto l’attenzione delle donne: Mabel Ping Hua ha scritto La storia economica della Cina (1921), Margaret Stevenson Miller Lo sviluppo economico in Russia (1925), Vera Anstey Lo sviluppo economico in India (1929). Gli studi delle donne hanno spaziato dal marxismo rivoluzionario di Luxemburg e Raya Dunayevskaya al pensiero di Vera Smth Lutz sul sistema bancario libero e alternativo alla Banca centrale, in una dissertazione avvenuta con la supervisione di Hayek, alle vedute antistatali di Suzanne LaFollette. Per non parlare del coraggioso libro di He Qinglian China Pitfall (1998) una potente critica della economia cinese contemporanea (1998). Di alcune economiste contemporanee ci siamo già occupate sulla nostra rivista (Ester Børgesen Boserup. Un’economista non allineata; Economia e parità di genere: Ester Børgesen Boserup; Almerina Ipsevich, la Madre dell’analisi congiunturale; Margrit Kennedy, tra ecologia urbana ed economia sostenibile). Non sembri quello che precede un arido elenco di nomi e di titoli. Si tratta, da parte di chi scrive, di una minima e parziale opera di risarcimento nei confronti delle tante menti femminili che si sono cimentate con l’economia politica e che meritano tutte di essere ricordate, perché hanno tracciato la strada a tutte le studiose che sono venute dopo di loro.

Per saperne di più:

Robert W. Dimand, Mary Ann Dimand Evelyn L. Forget
A Biographical Dictionary of Women Economists
Edito da EE, Chetenham, Uk Northampton, MA, Usa, 2000
pp. 520

Michéle Pujol

Il Dizionario Biografico è dedicato a Michéle Pujol che con grande sapienza, impegno e coraggio fu una brillante pioniera dello studio della storia delle donne in economia.



***

Articolo di Sara Marsico

Abilitata all’esercizio della professione forense dal 1990, è docente di discipline giuridiche ed economiche. Si è perfezionata per l’insegnamento delle relazioni e del diritto internazionale in modalità CLIL. È stata Presidente del Comitato Pertini per la difesa della Costituzione e dell’Osservatorio contro le mafie nel sud Milano. I suoi interessi sono la Costituzione , la storia delle mafie, il linguaggio sessuato, i diritti delle donne. È appassionata di corsa e montagna.

Lascia un commento

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...