Marie Bashkirtseff è stata una pittrice, scultrice e scrittrice ucraina. Nacque a Havrontsi in Ucraina il 23 novembre 1858 in una ricca e nobile famiglia, da cui ricevette un’educazione di stampo francese. I genitori si separarono quando lei era ancora bambina; venne affidata alla madre ma passò una lunga fase della sua infanzia presso i nonni materni. Più tardi, nel periodo dell’adolescenza, viaggiò con la madre per l’Europa e si fermò per periodi più lunghi a Vienna, Baden e Ginevra. Nel 1871, all’età di 13 anni, si trasferì a Nizza e poi a Parigi.
In Francia, Bashkirtseff non solo conseguì una buona preparazione culturale potendo beneficiare di insegnamenti privati, ma si dedicò al canto e imparò a suonare numerosi strumenti musicali. Era una grande appassionata di letteratura classica e parlava fluentemente sei lingue tra cui il russo, l’inglese, il francese e l’italiano. Conosceva molto bene anche il greco e il latino.
La sua passione per il canto si interruppe però assai presto; dovette infatti abbandonare l’operistica a causa di una laringite e dell’insorgere dei primi sintomi della tubercolosi. Iniziò quindi a dedicarsi alla pittura, studiando in un primo momento in un atelier privato. Il fascino per questa disciplina si manifestò dopo un soggiorno a Firenze, dove poté ammirare quadri di celebri pittori tra cui Botticelli, Tiziano e Veronese.
Nel corso della sua breve vita conobbe e intrattenne un’intensa corrispondenza con il drammaturgo, poeta, saggista e narratore Guy de Maupassant, il quale la introdusse nei salotti parigini e la rese partecipe di quel vivace periodo artistico.
Nel 1873 Bashkirtseff iniziò, grazie anche all’influenza esercitata dall’illustre scrittore francese, a dedicarsi alla scrittura e alla redazione di un diario per lei molto prezioso, all’interno del quale raccontò gli avvenimenti della sua esistenza e il tenore di vita che aveva avuto modo di osservare negli eleganti salotti da lei frequentati. Il diario, scritto con lo stile tipico del romanzo, offre un quadro assai dettagliato della borghesia dell’epoca.

Una citazione alla fine del testo, «Questo misero diario che contiene ogni aspirazione alla luce, gesto di un genio imprigionato, vano delirio di una creatura banale qualora non fossi coronata dal successo. Sposarsi e avere figli! Quello è ciò che può ogni lavandaia. Cosa voglio? Ovvio. La gloria. Questo diario non può darmela. Sarà pubblicato dopo la mia morte, perché troppo nudo per stamparlo in vita: è il sigillo di una vita illustre», mostra l’alternarsi in Marie di sentimenti di estasi ed estenuazione, gioia e sconfitta, lo stigma dell’orgoglio. Il diario venne pubblicato postumo nel 1885 con il titolo Journal de Marie Bashkirtseff e tradotto in varie lingue.
Nel 1877 Marie cominciò a frequentare i corsi di pittura dell’Académie Julian, essendo la frequenza dell’École des Beaux-Arts ancora preclusa alle donne. Nell’Accademia fu allieva di Tony Robert-Fleury, Rodolphe Julian e Jules Bastien-Lepage, tre celebri pittori francesi. Le opere di Bashkirtseff sono evidentemente influenzate dalla corrente naturalista, l’artista infatti predilesse tematiche sociali e scene di strada, concentrandosi a lungo sul ritratto di gente comune. L’esposizione dei suoi lavori presso prestigiosi saloni parigini iniziò nel 1884, periodo in cui il suo dipinto Un incontro ebbe un grande successo al Salon.

Quest’opera rappresenta una scena di genere, curata nei minimi dettagli. I protagonisti sono sei giovani disposti in cerchio che osservano un oggetto, non visibile agli occhi di chi guarda e che sicuramente costituisce il motivo del loro incontro. Gli abiti lisi indossati indicano la loro estrazione popolare, percezione enfatizzata dalla staccionata in legno, dai graffiti e dai manifesti strappati. Dai grembiuli si può intuire che si tratta di scolari. Il dipinto risale infatti agli inizi degli anni Ottanta del XIX secolo, periodo in cui l’approvazione delle leggi Ferry portò all’insegnamento scolastico laico, gratuito e obbligatorio in Francia.

L’opera Nello studio rappresenta alcune giovani donne che studiano arte mentre eseguono un ritratto dal vero di un bambino. Esse si trovano con molta probabilità all’Académie Julian, la scuola frequentata da lei stessa, uno dei pochi istituti in cui le donne potevano cimentarsi con il nudo. Anche in questo caso, l’artista presta particolare attenzione ai dettagli di ciò che la circonda, e li raffigura così come li vede, senza abbellirli, idealizzarli o assoggettarli a posizioni ideologiche.
Nel 1884 Marie dipinse Il ritratto di Madame X eseguito a pastello, nel quale rappresenta una donna stretta attorno al voluminoso collo di pelliccia del cappotto. L’opera dimostra la grande capacità dell’artista di attribuire alle sue figure un’intensa espressività e forza comunicativa nei confronti di spettatori e spettatrici, riscontrabile nei dettagli marcati del volto.
Nel suo Autoritratto Bashkirtseff si dipinge mentre tiene in mano una tavolozza macchiata di colore. Una luce intensa penetra da un lato del dipinto, illuminando il colletto della sua camicia, che diffonde un riflesso quasi abbagliante. Sullo sfondo, in penombra, è visibile un’arpa, che è il simbolo della sua forte passione per la musica.



Un ultimo dipinto di grande successo è L’ombrello, in cui riporta la narrazione alla sua terra e alla sua infanzia. L’opera ritrae una bambina bionda dagli occhi chiari che sorregge un ombrello nero. In questo caso, la scena è semplice e meno ricca di dettagli delle opere precedenti. Il paesaggio alle sue spalle è completamente spoglio, povero e arido; anche i colori utilizzati sono poco accesi, sulle tonalità del marrone e del grigio. Il cappotto che la piccola indossa è molto grande per la sua corporatura esile, probabilmente passato di mano in mano e a lei donato; le toppe sui gomiti confermano questa ipotesi.
Lo sguardo è audace, coraggioso, di chi è ben consapevole di una vita diversa, più dura, dove le temperature rigide di quei luoghi sottolineano lo sforzo. Il dipinto si allontana in maniera evidente da tutta la sua produzione, seppur breve, abbandonando merletti e cappelli che delineano sia i suoi autoritratti che le opere che raffigurano altri soggetti, soprattutto donne eleganti, tornando così alla sue origini, all’Ucraina.
Marie Bashkirtseff morì a Parigi il 31 ottobre 1884, a soli 25 anni, a causa della tubercolosi. È sepolta in un mausoleo nel cimitero di Passy, a Parigi. Per onorare la sua memoria, la Société des Artistes Français istituì un premio di pittura in suo nome. Molte delle sue opere sono state distrutte dalle truppe naziste durante la Seconda guerra mondiale, ma oggi è ancora possibile ammirare alcuni tra i suoi dipinti più celebri al Museo d’Orsay e al Petit Palais di Parigi, oltre che al Museo di Stato Russo di San Pietroburgo.
In copertina: ritratto di Marie Bashkirtseff.
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Articolo di Federica Poggio

Dopo la maturità in lingue ha deciso di intraprendere gli studi presso l’università di Torino in Comunicazione Interculturale. Conseguita la laurea, si è iscritta al corso magistrale in Organizzazione e marketing per la comunicazione d’impresa all’università La Sapienza di Roma. Ama stare a contatto con la natura e la sua grande passione è insegnare nuoto ai bambini durante il tempo libero, dopo aver preso il Brevetto FIN.