Educazione civica europea in ottica di genere. Parte sesta

Quanto c’è da scoprire e su cui far lavorare le classi sulle figure femminili che si sono impegnate e battute “per” l’Unione Europea!
Il sesto incontro del corso organizzato dalla Società delle Storiche e da Archivia, Da Ursula Hirschman a Ursula Von Der Leyen: le donne che hanno fatto l’Europa è stato tutto dedicato alle pioniere dell’Unione Europea, a quello che le donne hanno fatto “per” l’Europa, alle donne che si sono impegnate o che sono state protagoniste del processo di integrazione europea. L’incontro è stato tenuto dalla professoressa Beatrice Pisa, che aveva già presentato una relazione sulla democrazia paritaria e sulle pari opportunità nelle fonti del diritto europeo in una precedente lezione del corso. La docente ha ricordato che le donne sono state protagoniste dell’integrazione europea nei momenti straordinari, di speranza di grandi cambiamenti, nella fase costituente, quando è stato possibile proporre l’idea di un mondo nuovo, in cui le donne potessero vedere riconosciuto il loro ruolo nella società, ma anche in quella dell’elezione diretta del Parlamento Europeo e nella fase, definita «costituzionale», che va dal Trattato di Nizza a quello di Lisbona, per non parlare della Commissione Europea, oggi guidata da Ursula Von der Leyen. Anche di fronte all’accumularsi di tensioni e difficoltà, ha sottolineato Pisa, singole e gruppi sono rimaste a presidiare e a gestire il quotidiano della Comunità Europea, prima, e dell’Unione Europea, poi; sia quelle che stavano dietro le quinte, le funzionarie, preposte agli uffici, sia le politiche. Tutte queste donne si sono occupate, in un percorso di lunga durata, anche e soprattutto di temi che esulavano dalla competenza della Comunità Europea prima e dell’Unione Europea, poi, quindi non solo delle questioni legate alla parità nel lavoro, rientranti nella competenza europea in base all’articolo 119 del Trattato MEC, ma di diritti umani e di diritti delle donne, questioni legate al progetto complessivamente democratico che si stava costruendo in Europa, in questo ponendosi come vere e proprie anticipatrici.

La docente ha cominciato a descrivere alcune delle donne che rientrano tra quelle che sono state definite Madri fondatrici d’Europa, partendo da Louise Weiss, decana del Parlamento europeo, una donna eccezionale, che è stata anche una delle figure femminili che Calendaria 2021 ha scelto di approfondire, ebrea alsaziana, infermiera durante la prima guerra mondiale, suffragista, fondatrice di Europe Nouvelle, cineasta, saggista, resistente antinazista, instancabile viaggiatrice, federalista della prima ora insieme a Aristide Briand.

Successivamente Pisa si è soffermata sulla figura affascinante di Ursula Hirschman, su cui abbiamo scritto alcuni articoli sulla nostra rivista, fondatrice dell’associazione Femmes pour l’Europe, impegnata a diffondere, con Ada Rossi e le sorelle di Altiero Spinelli, il Manifesto di Ventotene in Italia e all’estero, fondatrice insieme al marito, a Rossi, Colorni ed altri/e del Movimento Federalista Europeo e su Simone Veil, prima Presidente del Parlamento Europeo, giurista, magistrata dalla carriera prestigiosa, politica a cui si deve, da Ministra della Salute, l’approvazione della prima legge francese sull’interruzione della gravidanza, ebrea ex deportata, impegnata per la pace. Secondo Veil, ricorda la relatrice, bisogna coltivare il dovere della memoria e tentare la riconciliazione tra i popoli dopo il sanguinoso conflitto dell’ultima guerra e dopo la Shoah. Il primo punto del suo discorso di insediamento del Parlamento europeo è tutto incentrato sulla pace e sul ruolo determinante che l’Unione Europea ha avuto per evitare la guerra. Importantissimo il suo impegno per il “sì” al referendum sulla Costituzione europea, per cui si auto sospenderà da giudice di Corte Costituzionale e che purtroppo perderà.
La docente ha poi preso in esame le moltissime funzionarie, occupate in ruoli meno avventurosi ma indispensabili, in primis Fausta La Valle Deshormes, sorella di Raniero la Valle, persona attiva e solare, che gestisce l’Ufficio Informazione Donne presso la Commissione Europea, che ha avuto un ruolo fondamentale nel processo di avvicinamento delle associazioni delle donne e che poi diventerà la Lobby Europea delle donne. Il Bollettino Femmes d’Europe ha funzionato come centro propulsore e fucina di progetti creativi, con una rete che ha organizzato una serie di incontri, un vero e proprio sistema di pressione a rete. Le donne in questo gruppo e in Parlamento vollero rifondare l’Unione Europea e farla diventare qualcosa di più di un’organizzazione concentrata sul mercato e sull’economia. In Femme d’Europe ci fu fin dall’inizio una forte attenzione per la condizione femminile nel Terzo Mondo, in quel decennio delle donne, 1975-1985, in cui si sarebbe affermato il femminismo planetario.

Tra le altre donne ricordate da Pisa troviamo Eliane Vogel-Polski, madre delle pari opportunità, Jacqueline Nonon, Jacqueline De Groote, che hanno creato la Commissione per i diritti delle donne e poi la Lef, Lobby Europeenne des Femmes. Tra le politiche sono state ricordate Paola Gaiotti De Biase, Marisa Cinciari Rodano, Emma Bonino, Tullia Carrettoni, Vera Squarcialupi, Luisa Cassanmagnago. Grande attenzione è stata dedicata dalla relatrice al Cnd, Consiglio Nazionale Donne italiane molto attivo sia negli anni precedenti alla prima elezione diretta del Parlamento europeo che successivamente, con i mercoledì Europei e un’opera di sensibilizzazione dal basso che è stata assolutamente fondamentale per creare mentalità europee.
Paola Gaiotti De Biase, scomparsa nel luglio di quest’anno, è stata una grande storica delle donne insieme a Franca Pieroni Bortolotti, personaggio di spicco all’interno della corrente morotea della DC. Arrivata in Parlamento tenne un filo diretto con i suoi elettori e le sue elettrici, approfondendo questioni che non erano di stretta competenza europea, come l’istruzione.
Nella parte dell’incontro dedicata al dibattito è stata sottolineata la mancanza di un’attenzione a quanto le donne hanno fatto per l’integrazione europea e si è sottolineata la necessità di approfondire figure di donne straordinarie, attraverso la cui esistenza e il cui impegno politico e civile si possono costruire percorsi interdisciplinari in ottica di genere, che abbandonino la narrazione economicistica dell’Unione Europea, senza trascurare il rapporto tra le donne e la scienza.

Nella seconda parte Giulia Mirandola e Pina Caporaso, autrici di Pioniere, Donne che hanno fatto l’Europa, edito da Settenove, hanno illustrato il percorso che ha portato alla realizzazione di questo importante strumento di conoscenza di undici figure femminili, percorso che inizia con le donne che hanno fatto la Resistenza europea e che è destinato prevalentemente ma non solo alle scuole. Il libro, realizzato con la consulenza di Elda Guerra e illustrato da Milena Nanut, che si è ispirata per la redazione di una cartina rovesciata in cui le autrici invitano chi legge a cambiare punto di vista al lavoro di Sabrina Rethorè, intervalla i ritratti delle figure femminili prescelte con pagine fondamentali di contesto che fungono da finestre attraverso le quali le autrici vogliono accendere la curiosità di chi legge e spingere ad approfondire le proprie conoscenze. Il libro parte dalla fine della Prima guerra mondiale e arriva fino alla guerra tra Russia e Ucraina, esaminando quattro periodi storici. Le pagine finali sono destinate a un Laboratorio, a indicare che questo libro non è finito, ma deve continuare, attraverso gli approfondimenti che lettrici e lettori vorranno condividere per immaginare e dare corpo a persone che non hanno avuto una sufficiente visibilità, donne non solo del passato ma anche del presente.

Le figure femminili raccontate e illustrate per immagini in questo libro sono: Anna Siemsen, pacifista che ha puntato moltissimo sull’educazione e la riscrittura dei Manuali Scolastici, Sophie Scholl, giovane resistente antinazista nata nello stesso giorno del calendario che celebra la festa dell’Europa, Ada Rossi e Ursula Hirschman, collegate al Manifesto di Ventotene; Fausta Deshormes La Valle, capace di mettere in connessione le donne d’Europa, Simone Veil, collegata al Parlamento Europeo, Louise Weiss, Fabrizia Baduel Glorioso, impegnata a tutela del sindacato e del lavoro, che si oppose alla ristrutturazione selvaggia del mondo del lavoro realizzata da Thatcher, Eliane Vogel- Polski, avvocata che si è battuta per la parità nei luoghi di lavoro, Sofia Corradi, Madre dell’Erasmuse e Jo Cox, grande politica inglese, impegnatissima per i diritti umani e organizzatrice della campagna referendaria per far rimanere la Gran Bretagna in Unione Europea, uccisa in un vile attentato, donna d’Europa a cui il libro è dedicato: una scelta meritoria che rende giustizia a questa splendida figura troppo presto oscurata dai media. Le due parti della lezione hanno insistito moltissimo sull’impegno delle donne per la pace, fondamentale in questo momento storico, in cui essere definita/o pacifista è quasi un insulto.

Con queste relazioni si sono chiuse le lezioni partecipate del corso Educazione civica europea in ottica di genere. I prossimi incontri sono destinati ai Laboratori e alla progettazione di percorsi interdisciplinari nelle scuole, al termine dei quali le/i docenti prepareranno un elaborato. Seguire questo corso è stata un’esperienza costruttiva ed entusiasmante, ricca di spunti e stimoli di approfondimento, per cui ringrazio la Società delle Storiche e Archivia e attendo i prossimi appuntamenti che vorranno organizzare, consigliandoli vivamente a tutte e tutti.

Mi sia consentita una notazione di carattere personale di cui vado particolarmente fiera: in occasione del progetto di Toponomastica femminile, 8 marzo 3 donne 3 strade, a Melegnano, città in cui vivo, il 2 giugno scorso è stato intitolato un ponte a Louise Weiss, “pioniera dell’europeismo e dei diritti delle donne”. Non a caso è stato scelto come luogo un ponte, immagine fortemente simbolica, sul fiume Lambro, una scelta non facile in una città che sa ben poco di quello che le donne hanno fatto per l’Europa, un gesto che si deve a due assessore lungimiranti e coraggiose, Marialuisa Ravarini e Roberta Salvaderi e a un Sindaco, Rodolfo Bertoli, che ha dato loro fiducia. L’inizio di un percorso di conoscenza di una parte taciuta della nostra storia che si spera possa continuare con l’apporto delle nuove generazioni a cui sapremo raccontarla.

Nota: Calendaria 2021 è stata dedicata alle donne d’Europa. Sul sito di Toponomastica femminile è possibile leggere le loro biografie, tradotte in varie lingue. Un piccolo contributo della nostra rivista per rendere visibile quello che le donne hanno realizzato e che troppo poco o mai è stato raccontato, insieme alla Società delle storiche, ad Archivia, alla casa editrice Settenove e agli altri libri che da qualche tempo circolano in rete e nelle librerie, contribuendo a una di quelle trasformazioni silenziose che ci piacciono tanto.

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Articolo di Sara Marsico

Abilitata all’esercizio della professione forense dal 1990, è docente di discipline giuridiche ed economiche. Si è perfezionata per l’insegnamento delle relazioni e del diritto internazionale in modalità CLIL. È stata Presidente del Comitato Pertini per la difesa della Costituzione e dell’Osservatorio contro le mafie nel sud Milano. I suoi interessi sono la Costituzione , la storia delle mafie, il linguaggio sessuato, i diritti delle donne. È appassionata di corsa e montagna.

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