Sulle vie della parità. Le scuole di Cagliari a Roma

Il 30 aprile 2019 a Roma un bell’evento sulla scuola. All’ Università Roma Tre-Scienze della Formazione si è aperta la cerimonia per la consegna dei riconoscimenti della sesta edizione del Concorso nazionale Sulle Vie della Parità ideato e organizzato da Toponomastica femminile. Grande la partecipazione delle scuole, oltre quaranta da tutto il territorio nazionale con lavori realizzati in Istituti di ogni ordine e grado. Una novità la partecipazione anche di due scuole dell’infanzia: Scuola dell’Infanzia Alberto Riva – I.C. Santa Caterina di Cagliari e Scuola dell’Infanzia I.C. Ermanno Cortis di Quartucciu (CA). Tra i risultati dei premi assegnati alle classi e ai progetti di grande interesse incuriosisce un premio importante attribuito alle classi dell’I.C. Santa Caterina di Cagliari, presentato dalle insegnanti Maria Carmen Sulis e Nicoletta Massaiu.

Ce ne parla in una intervista Maria Carmen Sulis, docente nella Scuola Primaria I.C. Santa Caterina di Cagliari: esperienza trentennale nella scuola primaria, curatrice e ideatrice di progetti e autrice di diverse pubblicazioni nell’ambito storico e linguistico. “Le strade libere sono delle donne che le attraversano”, “Guida turistica al femminile” e “Tombolomastica” ci condurranno all’interno di questo curioso e originale percorso.

Vuoi parlare di questo primo premio che riconosce al vostro percorso didattico sicuramente una connotazione di merito alla tua progettazione. Una struttura di progetto cui ha fatto seguito il raccordo tra docenti, tra le classi in una dimensione reale di continuità dei diversi segmenti scolastici, scuola Primaria e scuola dell’Infanzia.  Sotto l’ala suggestiva “Sulle vie della parità” è stata svolta una conduzione ardita quindi del tuo progetto, cucita su una trama di analisi di elementi comuni e condivisi: un intervento precoce sugli stereotipi sessisti a scuola e in famiglia.

Lo studio delle donne attraverso la toponomastica femminile costituisce un campo di conoscenze che abbraccia tutte le discipline. Con tre sezioni della scuola dell’infanzia e con due classi prime di scuola primaria abbiamo costruito e realizzato un percorso di conoscenza, di riflessione, di discussione e confronto su aspetti reali del mondo delle bambine e dei bambini: chi sono e chi vorrebbero essere, i giochi maschili e i giochi femminili, il significato simbolico dei colori per alunne e alunni… le vie in cui abitano. Il lavoro, progettato e sviluppato nell’ottica della continuità tra i due ordini di scuola, infanzia e primaria, ha consentito alle alunne e agli alunni di prendere coscienza degli stereotipi che condizionano atteggiamenti, comportamenti e che pongono le donne in una condizione subalterna: la ricerca ha consentito un primo avvio al loro superamento per intraprendere le vie della parità e del rispetto. La constatazione poi che nessuno e nessuna di loro abita in una strada intitolata a una donna li/le ha spinti/e a conoscere la biografia di tante donne e di tanti uomini alle/ai quali sono state intitolate strade e piazze nella città di Cagliari.

La guida sfogliabile: https://www.sfogliami.it/fl/180866/m8tm9c8c4d6dpj81hbmv31ys5fmnncz

Da qui nasce l’idea di una Tombolomastica, ovvero di un gioco in cui sono equamente rappresentate figure femminili e figure maschili per acquisire dei modelli positivi di riferimento in cui bambine e bambini possano identificarsi. La Tombolomastica funziona come una semplice tombola: i numeri sono sostituiti con i ritratti di uomini e donne, realizzati dalle alunne e dagli alunni, dopo averne ricostruito la biografia. Il gioco per la scuola primaria è composto da un tabellone raffigurante trentasei personaggi, diciotto femminili e diciotto maschili, ricavati dalle intitolazioni di strade e piazze presenti nella propria città a figure femminili e maschili; in ogni ritratto è riportato il nome. Ci sono poi ventotto cartelline, composte ognuna da nove caselle, una per ogni alunna/o, su ciascuna delle quali sono riportati, in ordine sempre diverso, sei dei trentasei personaggi che formano l’intero tabellone. In un sacchetto sono contenuti i trentasei ritratti, formato sei per sei, con i nomi dei personaggi rappresentati, ci sono anche centoventotto segnaposti in cui è stata riprodotta la mappa del quartiere dove è ubicata la scuola che frequentano tutti i giorni, e che devono essere posizionati via via nelle rispettive caselle. Una bambina o un bambino conduce il gioco: mischia e preleva dal sacchetto un ritratto in modo casuale e annuncia alle giocatrici e ai giocatori il nome estratto. Alunne e alunni posizionano sulla propria cartella il segnaposto sulla casella corrispondente e, quando le sei caselle vengono ricoperte con i segnaposti, il giocatore o la giocatrice ha fatto tombola. Lo scopo ultimo del gioco è quello di realizzare la Tombolomastica, ovvero arrivare per primi/e a coprire i sei personaggi presenti nella propria cartella. Per la scuola dell’infanzia il gioco prevede un numero minore di figure, sei femminili e sei maschili, e le associazioni dei ritratti avviene per colore, in quanto ancora non si è acquisita l’abilità della lettura. La Tombolomastica è uno strumento divertente per conoscere la biografia di tante donne, per memorizzare fatti ed eventi della loro vita, per riconoscere il ruolo che hanno svolto nella nostra società e soprattutto per prevenire fenomeni di discriminazione e di violenza di genere. L’azione pedagogica è duplice: le bambine imparano a riconoscere il proprio valore e a farsi rispettare, i bambini acquisiscono la consapevolezza del confronto e del rispetto reciproco.

FOTO 1.GIOCO IN CLASSE .jpg

Quale la valenza formativa per le future bambine che può essere attribuita alle linee concorso “Sulle vie della parità”?

Il concorso Sulle vie della parità mi ha introdotto in un mondo meraviglioso: quello delle donne, di tante donne sconosciute, meritevoli di essere ricordate per il contributo che hanno dato al progresso dell’umanità. Le targhe delle strade nascondono un mondo che deve essere esplorato a fondo da bambine e bambini, da uomini e donne. Ed io da cinque anni, con le mie classi, perlustro strade, piazze, salite, scalette, viali alla ricerca di storie di donne di ieri e di oggi. Grazie al concorso, camminando insieme alle mie alunne e ai miei alunni, abbiamo scoperto e ricostruito storie di donne straordinarie che hanno lottato per i diritti di cui noi oggi godiamo e di cui non siamo sempre riconoscenti. Il concorso costituisce un potente strumento di educazione delle nuove generazioni al rispetto e alla convivenza civile.

Che cosa è emerso da questo lavoro complesso? Quali i punti di forza

Dal lavoro di ricerca emerge la presenza di stereotipi nelle bambine e nei bambini fin dalla più tenera età: le prime possono giocare con i dinosauri, ma non tutti i bambini ritengono di poter giocare con le bambole in quanto preferiscono cimentarsi con i fucili, con le macchinine, con il calcio. Per quanto riguarda le professioni, alunne e alunni, dimostrando di saper ben leggere la realtà, riconoscono che le donne possono svolgere qualsiasi attività lavorativa, anche quella della “muratrice” al pari degli uomini. La strada per raggiungere la parità è ancora molto lunga da percorrere, ma attività didattiche centrate sulla riflessione e sul confronto favoriscono l’educazione al rispetto delle differenze.

Articolo di Agnese Onnis

3x6tMxbqLaureata in Pedagogia e abilitata all’insegnamento nella scuola primaria e  secondaria, ha insegnato nel primo ciclo della scuola fino al 2011. In qualità di docente e pedagogista è stata membro di Commissioni e Dipartimenti disciplinari d’Istituto per la progettazione curricolare e integrata, Funzione strumentale Commissione di Valutazione d’Istituto, Didattica della Lingua italiana e di Intercultura.

 

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