L’esperienza del Grand tour di Hester Lync si realizza nella seconda parte della sua vita, in occasione del secondo matrimonio con il cantante e musicista italiano Gabriele Piozzi.
In gioventù, Hester aveva ricevuto un’ottima educazione e aveva mostrato un apprezzabile talento letterario; poi si era sposata con Henry Thrale e la sua vita era rientrata nei binari consueti di moglie e madre (12 parti in quindici anni, cui sopravvivono solo quattro dei figli nati). Ma in quegli stessi anni Hester non rinuncia alla scrittura per fissare riflessioni e sentimenti di cui sono frutto il Children’s Book e Thraliana (una raccolta di pensieri, motti di spirito, appunti, secondo una moda letteraria del tempo che intitolava il testo aggiungendo il suffisso -ana al nome dell’autore). Poi, l’incontro con il poeta Samuel Johnson trasforma la sua casa in un salotto letterario e, nello stesso periodo, Hester entra in contatto con il Circolo delle bluestockings con cui condivideva la posizione sociale e la convinzione della parità intellettuale fra uomini e donne.
Quando nel 1781 Thrale muore, per Hester inizia una seconda vita. Si innamora di Gabriele Piozzi, un cantante italiano, cattolico, e nel 1784 lo sposa, suscitando scandalo e critiche a non finire. Per sottrarsi a questo pesante clima di condanna sociale, i due novelli sposi partono per un viaggio di nozze che li porta per più di due anni lontani dall’Inghilterra. La prima tappa è Parigi, ma la meta è l’Italia. Vi arrivano passando per la Savoia e quindi visitano Torino, Genova e Pavia per poi giungere a Milano, terra natale dello sposo. Qui si stabiliscono per cinque mesi e subito le relazioni della coppia italo-inglese assumono la forma tipica del salotto letterario. Poi il viaggio prosegue nell’Italia settentrionale: Cremona, Mantova, Verona, Padova e infine Venezia che per Hester è una folgorazione. Lei stessa così si esprime in proposito nel suo resoconto di viaggio Observations and Reflections: «Vedo che ho parlato più di Venezia, dove sono rimasta per cinque settimane, che non di Milano dove ho abitato per cinque mesi». Il tour prosegue toccando Firenze, Roma e Napoli dove i Piozzi trascorrono il secondo inverno lontano da casa. Sulla via del ritorno, ancora Roma e Milano e poi la Germania, l’Austria e i Paesi Bassi.
Rientrata a Londra, Hester Piozzi si mette al lavoro per dare forma di scrittura alle sue esperienze sul continente. L’opera, in due volumi di circa 400 pagine ciascuno, esce nel 1789 e si presenta come un resoconto di viaggio, senza nascondere la rielaborazione a posteriori dei suoi appunti. In Observations and Reflections, è significativa la scelta di rifiutare la forma epistolare, che ha una tipica connotazione al femminile, per adottare invece nella prefazione una sorta di “travestimento narrativo” in cui la voce narrante assume tratti maschili per acquistare in autorevolezza. Nel testo vero e proprio, l’originalità della scrittura consiste in un registro colloquiale che sembra la trascrizione di una conversazione e nella tecnica della libera associazione delle idee che permette divagazioni a partire dall’oggetto di originario interesse della descrizione, ma non mancano citazioni dotte e riferimenti a opere letterarie. Proprio per gli aspetti di novità, l’opera di Hester Piozzi riceve valutazioni molto diverse, da commenti entusiasti a critiche aspre. Se da una parte si apprezza la scorrevolezza dello stile colloquiale, dall’altra le si rimprovera il tono dotto, e questo doppio registro viene letto come un’insicurezza e una disomogeneità nella scelta del registro. In realtà Piozzi deve affrontare un dilemma tipico delle donne che scrivono: se lo fanno con gli attributi tipici della scrittura al femminile, non sono prese sul serio, se invece si azzardano a scrivere come gli uomini, ossia con uno stile dotto, vengono accusate di arroganza e presunzione. Mentre Sophie la Roche sceglie la prima opzione, Hester Piozzi non si rassegna a rinchiudersi in quel recinto ed entra in territorio maschile, utilizzando a tratti uno stile dotto che le attira accuse di “vanteria e pedanteria”. Nonostante tutto, Observations and Reflections ottiene un grande successo di pubblico, ma rimane l’unico contributo dell’autrice al genere odeporico, anche se il viaggio in Italia non è né il primo né l’ultimo di Hester.
Articolo di Daniela Fusari
Daniela Fusari, docente di materie letterarie nella scuola superiore, è nata a Lodi dove vive e insegna. In qualità di archivista, ha curato, il riordino e l’inventario di fondi documentari. Fa parte della Società Storica Lodigiana e ha svolto ricerche di carattere storico in ambito locale e per la valorizzazione dei Beni culturali. Riesce ancora, per sua fortuna, a divertirsi in tutte, o quasi, le cose che fa.