Space Tor Pignattara. Quando l’arte diventa benessere e opportunità

Quindici giovani artisti e artiste e un vecchio muro di Tor Pignattara. Tutt’intorno i richiami del quartiere, con la sua storia e la sua viva realtà. Ecco gli ingredienti principali del progetto Space Tor Pignattara, ideato e curato dall’associazione culturale Wunderkammern (che gestisce l’omonima galleria d’arte contemporanea situata in Via Gabrio Serbelloni 124), in collaborazione con Melting Pro ed Ecomuseo Casilino.

Grazie al bando lanciato dalla  Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie Urbane del Ministero dei Beni Culturali, le tre diverse realtà che a vario titolo operano sul quartiere di Torpignattara, sono riuscite ad unire le proprie risorse culturali per dar vita a Space Tor Pignattara, progetto le cui prerogative sono la riqualificazione urbana, la diffusione e condivisione dell’arte, nella convinzione che essa assolva alla duplice finalità estetica ed etica (il bello e il giusto non sono mai davvero divisi), e non ultimo, il desiderio di offrire un’esperienza istruttiva, unica nel suo genere, a dei giovani artisti.

Il bando presupponeva infatti il coinvolgimento di quindici giovani creative/i per la realizzazione di un’opera di Street Art sul territorio di Tor Pignattara. Una volta assemblato, il gruppo, proveniente da tutta Italia, prima di passare alla fase operativa, ovvero alla produzione del murales sotto la guida dell’artista senior Tellas, ha dovuto attraversare diverse momenti pratico/teorici, importanti e propedeutici alla comprensione del contesto nel quale si è andati ad incidere, delle sue necessità, dei suoi conflitti, delle sue risorse e delle sue criticità.

Il percorso, che è durato in tutto tre mesi, è stato strutturato in questo modo grazie alla lungimiranza di ideatori e ideatrici consapevoli del grado di incisività pubblica di un’opera d’arte di strada, che, per sua stessa intrinseca natura, non può non essere pensata per il dialogo costante e ininterrotto con la gente del posto.

Ciò che più si deve evitare in questi casi, infatti, è di cadere nel tranello di realizzare un’opera pubblica poco pensata, in cui gli artisti e le artiste coinvolte non sanno nulla né della cultura né della storia del luogo in cui si opera; scelta controproducente che porta all’inevitabile estraniamento dell’opera dal contesto e al rifiuto da parte delle persone che la vivono giorno dopo giorno… Errori purtroppo molto diffusi nel settore della Street Art.

Proprio per scongiurare tale rischio il format ha avuto un’organizzazione lunga ed articolata, suddivisa in tre fasi principali.

La prima fase del progetto ha avuto luogo presso la Casa della Cultura di Villa De Sanctis, dove Claudio Gnessi, Presidente dell’ Ecomuseo Casilino, ha fornito a noi ragazzi e ragazze (ho avuto il piacere di partecipare al progetto) i primi strumenti per decifrare alcuni degli aspetti più importanti della realtà del quartiere. Una realtà complessa e stratificata, impossibile da decifrare secondo un’unica lettura. Tor Pignattara è un continuo intreccio di livelli e di strati, una contaminazione di culture, di arte e di storia (di storie). Claudio Gnessi ripercorre la sua storia, quella collettiva, partendo dalle antiche ville della Roma imperiale, parlandoci delle Catacombe dei Santi Marcellino e Pietro, del Mausoleo in onore di Elena, madre di Costantino, degli acquedotti e della Marrana, fiume che ancora scorre al di sotto di via della Marranella, delle costruzioni medievali ed infine delle baraccopoli sorte in epoca moderna, dopo la Seconda guerra mondiale. Claudio ci parla molto della storia “ufficiale”, ma sempre intrecciandola alle storie, al plurale, dei suoi abitanti e di chi questo quartiere lo ha in un certo modo fondato: così viene da subito evidenziato come il territorio, sin dalla sua storia più antica, si sia distinto per una forte connotazione multiculturale. La presenza di diverse etnie a Tor Pignattara non è iniziata con le migrazioni di extracomunitari degli anni ’90, ma è sempre stata caratteristica distintiva del luogo, fin dai tempi in cui gli imperatori non nati a Roma sceglievano di risiedervi.

Terra di migranti e di “extracomunitari”, ancor prima che al termine fosse data l’accezione attuale: durante il fascismo chi veniva da fuori città era definito immigrato e chi non seguiva le leggi era bollato come clandestino.

Foto 1.jpg
In questo Murales, situato in Via dell’Acqua Bullicante, sono raffigurati i volti di migranti di diverse comunità che hanno lasciato il loro segno nel quartiere, attraverso un percorso di integrazione e di riscatto. È qui raffigurato anche il Sig. Caporello, arrivato a Torpignattara da un piccolo Paese del Lazio. L’opera è stata realizzata da David Vecchiato, Nicola Alessandrini e Lucamaleonte dopo una residenza artistica di tre mesi nelle rispettive famiglie di migranti.

La definizione di immigrato (o extracomunitario) era toccata in sorte al Sig. Caporello, emigrato da un paese del Lazio e riuscito a costruire per sé e i cari, dopo tante difficoltà e traversie, un destino di riscatto. Sorte condivisa con molti italiani e italiane provenienti dalle più diverse regioni d’Italia, che, negli anni, hanno eletto Tor Pignattara come luogo in cui poter vivere, anche se spesso in condizioni non idilliache (basti ricordare i film neorealisti che ci mostrano come la zona fosse caratterizzata da numerose baraccopoli abusive). Ma la vocazione multietnica e pluralista di Tor Pignattara prosegue nel tempo: attraversa agli anni 90, epoca in cui vi è un grande flusso di immigrati e immigrate provenienti dal Bangladesh, molti di loro ridanno vita al quartiere, aprendo le prime attività dopo la crisi di quegli anni, fino ad arrivare ai giorni nostri, in cui “Tor Pigna” risulta contenere sul suo territorio 18 diverse etnie.

Ma torniamo al nostro a Space Tor Pignattara. Questa prima fase del progetto, oltre alle lezioni teoriche sulla storia e la composizione demografica del quartiere, ha comportato anche visite del territorio, grazie alle quali siamo entrate/i in contatto con le persone. Le nostre “passeggiate” hanno riguardato diversi aspetti del quartiere: quello religioso (Torpignattara ha attratto l’interesse degli antropologi a causa delle diverse confessioni religiose che convivono pacificamente), urbanistico, architettonico, e ancora storico.

Diversi i centri religiosi che abbiamo visitato: una moschea, un luogo di preghiera induista, un ritrovo di religiosi delle filippine situato in una sede del PCI, e una meta di pellegrinaggio cattolica collocata in una vecchia baracca, dove si dice sia apparsa la Madonna. Abbiamo poi seguito la scia dell’arte pubblica, una delle facce più riconoscibili ed identificative del quartiere, di cui fanno parte anche le famose “pietre d’inciampo” che qui indicano le vittime italiane del nazi-fascismo, in particolare delle fosse Ardeatine.

Immagine PNG.png
Moschea di Tor Pignattara e Centro Induista

La seconda fase del progetto Space Tor Pignattara si è svolta in tre giorni di full immersion. Vi è stato il primo incontro con l’artista chiamato a dirigere i lavori, Tellas, con il quale dapprima abbiamo sperimentato delle tecniche di stampa, poi, all’interno di un vero e proprio brainstorming collettivo, è stata finalmente decisa la traccia tematica del murales.

Cosa può essere più rappresentativo di un quartiere come Tor Pignattara della diversità della gastronomia e delle specialità che vi si trovano? Come rendere plasticamente l’odore dell’aria dei suoi vicoli e delle sue strade? Come far sì che la nostra arte non sia divisiva, ma inclusiva e il nostro muro un ponte e non una barriera?

Allora il lampo di genio. Ispirandoci a quelle stampe di un tempo in cui troviamo delle tavole descrittive di ogni tipo di verdura, siamo andate/i alla ricerca, come in una strana caccia al tesoro, delle verdure utilizzate dalle cucine del posto. Siamo state/i in diversi ristoranti del quartiere a chiedere informazioni, entrando in contatto con la cucina bengalese, indiana, cinese, di diverse nazioni del Sud America e dell’Africa. Senza dimenticare di passare per i ristoranti nostrani. E inserendo, in una tale contaminazione di sapori e culture, anche una piccola piantina autoctona del quartiere.

Ecco allora che l’alto, vecchio e scrostato muro situato in via dell’Acqua Bullicante, davanti all’altrettanto vecchio cinema Impero, è pronto a farsi contaminare dalla creatività dei giovani artisti e artiste e ad accogliere tutti i semi, i frammenti di vita di tutti i popoli che ogni giorno vi passano accanto.

Siamo alla terza fase del progetto: Il marroncino spento del muro si trasforma in un denso blu, disseminato di piante di ogni specie e di ogni parte del mondo… A me è toccato disegnare un peperoncino ed una zucca!

È curioso, inoltre, come l’opera si ponga in una dialettica con il paesaggio, circondato da una parte dall’abitato urbano, dall’altra da un frammento della vecchia campagna di un tempo, resistente, o resiliente, se si vuole, alla fagocitazione attuata dall’edilizia pubblica del quartiere.

Ogni ragazzo e ogni ragazza coinvolti nel progetto hanno disegnato una verdura insieme all’artista, salendo sulla piccola gru, blu come lo sfondo del muro, mentre, sulla strada i curiosi abitanti del quartiere di ogni nazionalità formavano piccoli raggruppamenti, fermandosi per congratularsi, o per dire la propria sull’opera. In particolare, ricordo la giovane donna bengalese piena di gioia perché i figli avrebbero finalmente potuto ammirare qualcosa di bello mentre passavano il tempo alla pompa di benzina adiacente al muro.

Domenica 9 giugno c’è stata la presentazione del progetto Space Tor Pignattara presso il Museo Macro, all’interno dell’evento Arte e periferie contemporanee, in cui ci si è interrogati sulla validità dell’arte come medium capace di creare non solo bellezza, ma anche benessere collettivo.

16391E1B-9180-46AA-BF35-A15DB6F41E33.JPG
Murales in via Acqua Bullicante, ancora da completare

 

Articolo di Nilowfer Awan Ahamede

Nilowfer Awan Ahamede foto 400x400

Nata a Roma nel 1994, dopo la maturità classica si è laureata in “arti e scienze dello spettacolo” presso l’università La Sapienza.  Attualmente frequenta il corso di laurea magistrale di “fashion studies”. Si interessa di fotografia e ha vinto alcuni concorsi del settore artistico.

Lascia un commento

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...