L’Irlanda è la prima colonia dell’impero britannico a rivendicare l’indipendenza. E questa lotta ha radici lontane, a cominciare dall’intolleranza dell’Inghilterra protestante verso l’Irlanda cattolica, già esplosa nel XVII secolo e dal divieto di studiare e parlare il gaelico, la lingua di origine celtica diffusa sull’isola sin dall’antichità, fino alla soppressione unilaterale del Parlamento di Dublino, stabilita da Londra nel 1801 con l’Union Act.
La prima rivolta indipendentista armata scoppia nel 1916, cogliendo a sorpresa il governo britannico i cui sforzi sono concentrati verso la guerra con la Germania. Qui viene proclamata la prima Libera Repubblica d’Irlanda. La repressione inglese è spietata e la Repubblica è abolita quasi subito.
Nelle elezioni del 1918 la maggioranza assoluta dei seggi attribuiti all’Irlanda nella Camera dei Comuni del Regno Unito viene conquistata dal partito indipendentista e repubblicano Sinn Fein. I rappresentanti irlandesi eletti rifiutano di sedere a Westminster e proclamano la Repubblica autonoma d’Irlanda con un nuovo parlamento proprio, entità illegale non riconosciuta né da Londra né da nessun altro Paese. La Corona inglese risponde con l’esercito dando vita a una guerra all’isola, fronteggiata da una strenua resistenza che durerà due anni. La resistenza irlandese è guidata dall’Irish Republican Army (IRA), braccio armato del Sinn Fein. Nel 1921 il Trattato anglo-irlandese impone come condizione per cessare la guerra la divisione dell’isola e dei suoi abitanti: delle trentadue contee che costituiscono l’Irlanda, ventisei passano sotto il nuovo Saorstát Éireann (o Eire, nome gaelico dello Stato libero d’Irlanda), riconosciuto non come Stato a sé ma come dominion (spazio autonomo non del tutto indipendente) interno al Commonwealth, mentre le restanti sei contee rimangono britanniche con il nome di Irlanda del Nord (Northern Ireland in inglese e Ulster in gaelico). Per chi non accetta, la repressione e la guerra civile continuano. L’Ulster ha un proprio Parlamento a Belfast in cui si decidono le questioni interne, mentre la politica estera e finanziaria restano di competenza di Londra.
Fino al 1949 l’Irlanda rimarrà all’interno del Commonwealth e quindi legata alla Corona di Londra. In seguito la Gran Bretagna riconoscerà la Repubblica Irlandese ma continua tuttora a negare la riunificazione dell’isola. Dopo la II Guerra mondiale si aprirà un nuovo ciclo di lotte indipendentiste anche in Irlanda del Nord.
Articolo di Andrea Zennaro
Andrea Zennaro, laureato in Filosofia politica e appassionato di Storia, è attualmente fotografo e artista di strada. Scrive per passione e pubblica con frequenza su testate giornalistiche online legate al mondo femminista e anticapitalista.