Attraverso il buio Giovanna d’Arco
precedeva le fiamme cavalcando
nessuna luna per la corazza ed il manto
nessun uomo nella sua fumosa notte al suo fianco.
Fabrizio De André – Giovanna D’Arco
Giovanna D’Arco, la Pulzella di Orléans, prototipo e modello della donna che prende in mano il proprio destino, santa, visionaria eretica e martire, guerriera e salvatrice della Francia contro gli inglesi nella Guerra dei cent’anni. Nata nel 1412 e morta nel 1431 sul rogo è stata una figura che da sempre ha acceso l’immaginario poetico e non solo nei secoli.
Figura ambigua già in vita considerata prima una leader, una guida, l’unica condottiera in grado di salvare la Monarchia francese, poi venduta agli inglesi come impostora ed eretica, ciarlatana e pazza e per questo bruciata viva, poi l’ennesimo ribaltone, riabilitata dalla chiesa cattolica e addirittura santificata è chiaramente una figura mitopoietica per eccellenza capace di generare biografie, miti, leggende, canzoni di cui possiamo solo fare qualche accenno.
Nel XV secolo Christine de Pizan ne celebrò le gesta nel Poema di Giovanna D’Arco, mentre Alain Chartier ne scrisse in prosa, mentre in La Ballata delle dame del tempo andato di François Villon addirittura viene paragonata a personaggi mitologici come la Ninfa Eco.
Tra il XVI e la prima metà del XVIII secolo il classicismo dominante e poi il razionalismo illuminista mette un po’ da parte tutto quello che riguarda il medioevo e le sue leggende per riscoprire e celebrare le antichità e le lettere classiche, tuttavia la Pulzella continua a ispirare scrittori come Guillaume Postel, o Alain Bouchard con Le miroir des femmes vertueuses. Persino William Shakespeare inserisce Giovanna nell’Enrico IV nel 1592 rappresentandola come una strega evocatrice. Mentre Voltaire nel poema eroi-comico La pulzella di Orléans del 1730 ne descriverà le gesta in termini rovesciati e parodistici, sul modello del racconto filosofico illuminista.
Dal romanticismo in poi l’interesse prima storico e poi letterario per Giovanna d’Arco ha un’impennata, insieme al rinnovato interesse per il periodo medievale considerato non più un periodo buio ma la culla morale e sociale delle nazioni europee moderne. Pertanto, tutti i poeti maledetti si interessarono a lei, in particolare Verlaine con La Pucelle o Rimbaud che la cita in Une saison en enfer, dove diventa emblema della purezza e dell’innocenza. Più tardi nel 1910 Charles Péguy nel suo Le Mystère de la charité de Jeanne d’Arc, racconterà in un dramma teatrale la conversione al cattolicesimo della Pulzella, in un’opera intrisa di lirismo e misticismo.
La Pulzella di Orléans non smette di generare storie e racconti, in una parola sola non smette di essere e creare letteratura, quasi un’autrice che a distanza di secoli scrive di sé, trasfigurandosi in realtà nei tantissimi autori e autrici che ne hanno parlato. Ma le gesta di Giovanna non si riverberano solo nei libri ma anche in film e canzoni, come Giovanna D’Arco al rogo del 1954 per citare il nostro Rossellini oppure parlando di musica nella già citata Giovanna D’Arco di De André, o nella Giovanna D’Arco del sogno eretico di Caparezza per citare i due cantautori di cui abbiamo dato un approfondimento su questa rivista.
Giovanna D’Arco unisce santità, religiosità, misticismo a leggenda, capacità di combattere, determinazione e autodeterminazione femminile e per questo si presta a essere per sempre un personaggio storico, da trasfigurare in infinite visioni e racconti. Un vero e proprio personaggio tipico della letteratura e a pieno titolo inserita in essa di cui è impossibile rintracciarne in maniera esauriente le apparizioni o i personaggi che ha ispirato si pensi a Éowyn personaggio del Signore degli Anelli di Tolkien chiaramente ispirato alla Pulzella. Giovanna sarà per sempre tra la storia e la leggenda.
Sono una donna e sono una santa
Sono una santa donna e basta
Sono stata una casta vincente
Prima che fosse vincente la casta
Dalla Francia la Francia difendo
Se l’attacchi la lancia ti fendo
Estraggo la spada dal cuoio
Polvere ingoio ma non mi arrendo
Gli inglesi da mesi vorrebbero la mia capoccia in un nodo scorsoio, oio
Sono un angelo ma, con loro mi cambierò in avvoltoio, oio
Vinco una guerra contro l’Inghilterra non è che ‘ndo cojo cojo
Perché sento le voci che non sono voci di corridoio, oio
Caparezza – Il sogno eretico
Articolo di Antonio Clemente
Docente di Italiano, storia e geografia, appassionato di Linguistica e Didattica, laureato magistrale in Letteratura italiana, Filologia moderna e Linguistica. Ho una seconda Laurea magistrale in Scienze dell’informazione, della Comunicazione e dell’Editoria. Cofondatore di Vitaminevaganti e Responsabile del progetto editoriale di Vitamineperleggere.