Siamo (quasi) tutte e tutti rimaste/i abbastanza basite/i e un po’ deluse/i da come si è svolta e conclusa l’ultima stagione di Game Of Thrones. Per chi non fosse fan della saga si sta parlando di un romanzo fantasy sul quale è stata adattata una serie televisiva di successo e fama mondiale. Lo status di cui gode non è stato però sufficiente a salvarla dalla gogna telematica che dal terzo episodio dell’ottava stagione è diventata irrefrenabile.
Una valanga di proteste si è abbattuta sugli sceneggiatori: chi si lamenta di chi è finito sul trono, chi non apprezza le tempistiche frettolose degli episodi, chi trova i personaggi snaturati e lontani dai ruoli che hanno sempre ricoperto. È abbastanza chiaro che David Benioff e Daniel B Weiss avessero la mente focalizzata su altro mentre scrivevano la stagione otto, su questo siamo d’accordo un po’ tutte/i.
C’è però una polemica che mi sta particolarmente a cuore, quella che riguarda il personaggio di Daenerys, la Madre dei Draghi. Figlia del Re Pazzo, viene esiliata in un paese lontano e cresce con il sogno di riconquistare il trono che le spetta di diritto.
Questo personaggio, senza dubbio fra i più amati dello show, ha avuto una delle cadute più epiche, e soprattutto improvvise e ingiustificate, cui io abbia mai assistito. Da Distruttrice di Catene a pazza assassina in un quarto d’ora.
Che cosa le è successo?
Gli sceneggiatori cercano di giustificare il massacro di Approdo del Re dicendo che stavano costruendo il carattere ambiguo di Daenerys già dal sesto episodio della prima stagione, quando lei reagisce con distacco e freddezza all’uccisione del proprio fratello. Un fratello che l’aveva venduta come schiava sessuale al miglior offerente e che la maltrattava e minacciava di morte ad ogni occasione. Poiché la trama non sta in piedi da sola, e obiettivamente è difficile trovare segni di pazzia della protagonista nelle stagioni precedenti, i due sceneggiatori tentano di rendere credibile il suo scatto di follia con un paio di battute pronunciate da un personaggio di rilievo (Varys) nell’episodio precedente.
Al di là del fatto che il personaggio di Daenerys sia stato o meno curato nella sua involuzione (la mancanza delle direttive di Martin si è sentita in molte altre occasioni durante le ultime due stagioni), quello che più mi disturba è la facilità con la quale viene accettata la sua improvvisa pazzia. Alcune frange di pubblico si sono ribellate a questo snaturamento del personaggio ma mi sembra che si tenti piuttosto di cercare i motivi che avrebbero portato al suo comportamento, come se si accettasse a priori.
La Mad Queen si è appena concretizzata davanti a noi e alcuni spettatori criticano il fatto che Daenerys sarebbe diventata pazza di punto in bianco, udendo il suono delle campane. Non pensiamo sia esattamente così: il suono della resa è solo un momento di rottura in cui la regina dei draghi si rende conto che il modo in cui ha preso la capitale non è abbastanza. (Fonte: Mondo Fox)
When the future stories (will) tell of how the knights and ladies of Westeros came together to save a kingdom and beat back the Mad Conquering Queen, they will only tell a fraction of the tale.
For, as she explained to her soldiers then later to Jon, Daenerys Targaryen wasn’t the Mad Queen at all but a woman with a clear if devastating vision: a desire to break the wheel and bring freedom with fire. (Fonte: The Guardian)
Con queste azioni inaspettate (o forse non più di tanto) Daenerys si è trasformata definitivamente nella Mad Queen: ultima e definitiva villain della serie Game of Thrones. Daenerys si è rivelata degna figlia di suo padre Aerys II Targaryen, il Re Folle. (Fonte: TvSerial.it)
E così potrei citarne molti altri…
Si parla di regina folle, di donna con una visione del mondo disturbata, di persona che sta attraversando momenti di lutto grave e così pensa di prendersela con degli innocenti, abitanti di una città che si era già arresa.
Purtroppo, sembra proprio che Daenerys, fino a poco tempo fa uno dei personaggi femminili più belli e influenti del panorama televisivo (anche grazie all’enorme bacino di spettatori e spettatrici che raggiungeva), non sia stata in grado di arrivare ‘integra’ alla fine della stagione.
Per dare un colpo al cerchio e uno alla botte bisogna dire che ci sono persone che hanno riconosciuto l’andatura un po’ sessista dell’ultimo episodio. Il New York Times tenta di salvarla dal destino di povera pazza scrivendo:
“Her ruthless decision to take revenge on a surrendered enemy and the innocent population of King’s Landing may not be defensible, but it’s not insane. It’s a war crime. How different is it from the terrible things we’ve seen done by many men in this narrative (on a smaller scale, because they didn’t have dragons)? How many of them were called crazy?”
E anche Zerocalcare in I punti più controversi dell’ottava stagione di Game of Thrones accenna al fatto che se non verranno spiegate in modo più chiaro le ragioni che hanno portato Daenerys a compiere il massacro di Approdo del Re staremo «proprio nel cliché sessista della tipa mezza isterica inaffidabile».
Purtroppo, però, il danno è fatto. Questo personaggio che poteva essere un modello, un motivo di ispirazione e di empowering per tutti e tutte è stato rovinato, trasformando la Distruttrice di Catene in una Regina Folle.
Articolo di Greta Dominici
Sono nata a Roma, laureata in Lingue e Letterature Europee e Americane a Tor Vergata. Sto frequentando un master a Venezia in Studi di Genere e Gestione del Cambiamento Sociale. Adoro viaggiare e sono appassionata di letteratura, cinema, serie tv e cosmesi naturale.