Il 31 gennaio 2020 ricorrono i 170 anni dalla nascita di Emma Perodi (Cerreto Guidi, FI, 31/1/1850 – Palermo, 5/3/1918), scrittrice di romanzi per ragazzi e per adulti, giornalista, traduttrice, direttrice di giornali e riviste, educatrice impegnata nel sociale. Il suo nome rievoca, nell’immaginario collettivo, soprattutto novelle e fiabe per ragazzi/e dalle celeberrime Le Novelle della Nonna pubblicate tra il 1882 ed il 1883, ai vari libri dedicati alle fate (Le Fate belle, Le Fate d’oro, ecc.) che le valsero il soprannome di “Signora delle Fate”, ai tre volumi di Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle città, dei monti e del mare di Sicilia. Sono fiabe e novelle in cui si può ammirare, oltre allo stile, l’inesauribile fantasia dell’Autrice che spazia da storie medioevali e goticheggianti (Le Novelle della Nonna) a racconti fantastici di magia, a leggende a sfondo mitologico.
Ma sarebbe limitativo fermarsi a questa sia pur vasta produzione, sicuramente di grande successo ed apprezzata dalla critica e da lettori e lettrici. Emma Perodi fu assai di più, spendendosi con incredibile energia ed impegno in moltissimi settori della letteratura. Fu tra le più significative rappresentanti di quel non piccolo esercito di letterate che, tra la metà dell’Ottocento ed i primi del Novecento, espressero la volontà e la capacità delle donne di impegnarsi in vari campi che spaziavano dalla letteratura, al giornalismo, al sociale in settori spesso riservati agli uomini e dove, con la loro tenacia, riuscirono a distinguersi in modo brillante.
Emma Perodi era una combattente nata, capace di ritmi di lavoro estenuanti, di vivacissimo ingegno e di facile scrittura. Dopo un lungo periodo di formazione, che la portò anche in Germania per studiare e approfondire il metodo educativo di Frederich Frὃbel e conoscere l’esperienza dei Kindergarten locali, decise di dedicarsi allo scrivere. Aveva 23 anni quando pubblicò il suo primo romanzo per adulti, Il cavalier Puccini (1877), edito da Trevisini e contemporaneamente iniziò la sua carriera di giornalista collaborando con “La Gazzetta d’Italia”. Nel 1881, poco più che trentenne, Emma arriva a Roma. La città, da poco capitale d’Italia, è in pieno fermento politico e culturale con una grande fioritura di testate giornalistiche e case editrici, prima fra tutte quella di Edoardo Perino, personalità singolare che riuscì a costruire dal nulla un impero editoriale aspirando a diventare “il Sonzogno romano”. In questo ambiente Emma si muove con grande disinvoltura, per nulla limitata, lei che non si è mai sposata, dall’avere una figlia, la piccola Alice, di cui non rivelerà mai il padre.
La sua attività giornalistica si manifesta con la collaborazione sia al “Fanfulla della domenica”, settimanale per cui scriverà una settantina di articoli nell’arco di un decennio , sia alla “Nuova Antologia”. Collaborerà inoltre a varie riviste per l’infanzia, cominciando da “Il Giornale per i Bambini” edito dai fratelli Bencini, nato a Roma nel 1881 da un’idea di Ferdinando Martini che fu il primo direttore, seguito da Carlo Collodi e poi dalla stessa Emma fino al 1889, anno in cui il Giornale cessò le pubblicazioni fondendosi con il “Giornale dei fanciulli” edito da Treves.
Contemporaneamente ci furono varie collaborazioni con giornali per ragazzi editi da Eduardo Perino quali “ Il Paradiso dei Bambini” ed il suo supplemento: “Il Paradiso dei Fanciulli” di cui fu anche direttrice. Per la casa editrice Calzone e Villa fu direttrice del “Messaggero dei fanciulli” che, dopo un anno, nel 1900 viene assorbito dal “Messaggero della Gioventù” della stessa casa editrice. Sono tutte riviste che trattano prevalentemente argomenti culturali o fantastici e sono essenzialmente rivolte a bambini/e della media borghesia con l’invito ad essere empatici verso i compagni meno fortunati. Solo in qualche caso, ad esempio nel “Messaggero dei fanciulli”, i messaggi sono rivolti a tutti gli strati sociali, i temi sono presi dal vero tenendo presenti le condizioni economiche disagiate di piccoli lettori e lettrici. Questa caratteristica nella rivista diretta da Perodi si riallaccia al suo costante impegno sociale che non verrà mai meno, sempre unito alla sua creatività, e che la spingerà ad andare in soccorso dei più deboli, ad organizzare sottoscrizioni ed opere filantropiche, a contribuire al volume Pro infantia realizzato da Pio Blasi, fondatore della Società Italiana di Pediatria, con il testo Per l’infanzia misera in cui denuncia la situazione in cui versava tanta gioventù nell’Italia post-unitaria e chiede sforzi economici da parte dei più fortunati e la creazione di una Società di beneficenza. Un impegno costante che le valse nel 1890 la Medaglia d’oro all’Esposizione Beatrice di Firenze, festa del Calendimaggio dedicata ai festeggiamenti per il presunto VI centenario della morte di Beatrice Portinari, la donna cantata da Dante Alighieri.
Contemporaneamente a questa vasta produzione giornalistica, Perodi non si risparmia nella stesura di opere per adulti. La frequentazione dei salotti romani le ispira romanzi come Cento Dame Romane, cento biografie di nobili e gentildonne che aveva personalmente conosciute, Fra due dame, Il Principe della Marsigliana, dove si avvale delle sue approfondite conoscenze nell’ambito del giornalismo e del sottobosco politico romano, Caino e Abele, in cui l’azione si alterna tra i salotti romani e la Sicilia, Roma italiana: 1870 – 1895 e molti altri. Dalla frequentazione dei migliori ambienti della capitale prende spunti per la sua rubrica “Cronache dell’eleganza” che compare sul giornale “Popolo romano” e per vari articoli di moda sulla “Rivista della moda” di cui è anche direttrice e dove tra articoli, approfondimenti, modelli e figurini spesso provenienti da Parigi, compaiono rubriche come la “Posta” e “In punta di penna” a sua firma. E non trascura la possibilità che le offre la sua conoscenza delle lingue. Cura così anche una serie di traduzioni delle Affinità elettive di Goethe, dell’opera di Paul Bourges Un divorzio, e traduce l’americano James Kaler Otis, autore di Toby Tyler che apprezza molto e che tratta delle avventure di un ragazzo in un circo, argomento che si ritroverà nel romanzo di Perodi: Flik o tre mesi in un circo. Il sodalizio con Edoardo Perino è molto valido. Emma fa parte della cosiddetta “congrega-zione periniana”, una cerchia affiatata di collaboratori in cui spiccava come nome di prestigio. L’editore ideò la “Biblioteca fantastica illustrata”, dove furono pubblicati classici del fantastico e raccolte di fiabe. Qui vennero pubblicate le famose Novelle della Nonna e molte altre fiabe di Perodi, fra cui Le fate belle, Le fate d’oro, Il regno dei folletti, ecc.
Quando Perino muore (1895), Emma deve ricominciare e per farlo sfrutta la sua ambizione, la sua grande volontà ed anche la sua impulsività. Lascia Roma e si trasferisce in Sicilia chiamata da un altro editore: Salvatore Biondo, specializzato in pubblicazioni scolastiche ed educative. E qui, senza tralasciare di scrivere novelle e fiabe, l’autrice diventa la coordinatrice responsabile della produzione scolastica. Escono Cuoricini d’oro e tutta una serie di libri di lettura per le classi elementari. Scrive anche vari manuali scolastici spaziando dalle scuole rurali (Il mio campicello che fu lodato dall’allora Ministro della Pubblica Istruzione Guido Baccelli) a quelle per adulti (Tu sarai una brava donna: libro di lettura per le scuole serali e festive delle adulte; Tu sarai un buon operaio). Progetta e dirige la collana “La bibliotechina aurea illustrata” concepita come una serie di libri premio per alunni e alunne meritevoli. Cura anche riviste di impianto pedagogico come “L’avanguardia magistrale” e “La rassegna pedagogica”.
Nel soggiorno in Sicilia rinsalda i legami d’amicizia con l’antropologo-storico Giuseppe Pitrè e dalla lettura delle sue opere trae spunto per la trilogia: Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle città, dei monti e del mare di Sicilia.
Ma anche per lei l’età avanza e i ritmi frenetici di lavoro cominciano a pesarle. A sessant’anni pensa di cambiare ancora. Scrive per tentare altre strade, chiede la direzione della Scuola Femminile di Palermo. La fermerà una polmonite che la porterà a morire nella bella casa di Porta Felice, di fronte al mare. Tornerà a Roma solo per essere sepolta al cimitero monumentale del Verano.
Articolo di Anna Maria De Majo
Laureata in Scienze Naturali all’Università La Sapienza di Roma, dopo la carriera come Assistente di Antropologia presso la Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali della stessa Università, si dedica alla letteratura giovanile, iscrivendosi all’Associazione Gruppo di Servizio per la Letteratura Giovanile e collaborando alla rivista del Gruppo con articoli su vari autori/autrici e recensioni di libri.