Il personaggio di Sabrina, una liceale alle prese con la scuola e la magia, è stato ripreso più volte nel corso dei decenni dopo la sua prima comparsa in un fumetto del 1962. Era un personaggio secondario, ‘ospite’ nel volume 22 di Archie e non sarebbe dovuto apparire di nuovo. Lettori e lettrici però lo apprezzarono moltissimo e nel corso degli anni le vennero dedicati 106 numeri all’interno di questa stessa saga. Nel 1971 le viene intitolato un fumetto tutto suo e la prima serie animata: Sabrina- The Teenager Witch. Bisogna aspettare il ‘96 per l’uscita del film e della serie tv che più conosciamo in Italia: Sabrina-Vita da Strega.
Nel 2018 Netflix recupera questa figura abbastanza rilevante della cultura pop facendone una serie televisiva dai toni decisamente dark. Dalla fotografia ai temi che vengono trattati la storia presenta alla sua audience atmosfere gotiche, sangue, cannibalismo, possessioni, omicidi e demoni di ogni sorta. Soprattutto nei primi episodi si nota un totale (e satirico) rovesciamento dei valori e dei rituali del cristianesimo che ho trovato divertente e disturbante allo stesso tempo, ad ogni modo molto acuto. Guardando la serie risulta evidente che allo scrittore sta particolarmente a cuore denunciare le ingiustizie promosse dal patriarcato, sensibilizzare sulle questioni dei generi e promuovere l’accettazione delle differenze. Su questo sfondo inquietante ed eversivo allo stesso tempo, si muovono diversi personaggi interessanti, tutti rigorosamente femminili, fra i quali ovviamente Sabrina, la protagonista indiscussa della storia. In ogni puntata della serie la teenager si impegna a riparare alle ingiustizie, a difendere le sue amiche e il suo ragazzo dalle emanazioni del male, a giostrare la sua vita cercando un equilibrio fra la metà soprannaturale e quella umana del suo essere. Lei è infatti una Mezzosangue con una mamma umana e un papà stregone. Questa dualità presente nel personaggio principale orienta la trama della serie e si riflette moltissimo anche nella sua struttura. Sabrina ha due zie, Hilda più dolce e che la vorrebbe sulla strada del bene, Zelda più crudele e con l’intento di far abbracciare alla nipote la propria essenza di strega; frequenta due scuole, il liceo ‘umano’ di Greendale e l’Accademia di Magia; ha due gruppi di amici: uno mortale e rassicurante, e le streghe e gli stregoni inquietanti ma cionondiméno seducenti. Anche le sue azioni sono ambivalenti: sebbene lei sia sempre convinta di agire per un bene superiore, gran parte delle cose che fa sono ambigue, intraprese con superficialità e portano gravi conseguenze per lei e chi le sta accanto. Ad esempio, decide di uccidere (senza neanche pensarci troppo) una delle streghe che frequenta l’Accademia e in seguito la farà anche risorgere; abusa di poteri incredibili che si ritrova senza sapere come e grazie ai quali si autoconvince di essere la nuova Messia mentre intrattiene i suoi ‘discepoli’ con trucchi da saltimbanco. Solo quando sarà troppo tardi scoprirà di essere stata un’ingenua e che quei poteri le venivano da Satana in persona che alla fine riesce a raggirarla e strumentalizzarla. In realtà poi, con l’aiuto dei suoi amici, Sabrina riesce a vincere Lucifero regalando agli inferi una nuova regina: Lilith. La serie è veramente un elogio alle donne e Sabrina è di certo un personaggio che attira l’attenzione: è potente, determinata e piena di energie che vuole usare nella lotta contro il male. Se la si osserva con poca attenzione risulta affascinante e carismatica, ma basta allontanarsi di poco per rendersi conto che il suo movimento all’interno della serie assomiglia a quello di una mosca che sbatte contro il vetro di una finestra socchiusa. Le basterebbe fermarsi un attimo per capire qual è la traiettoria da prendere, eppure non ci riesce, cozza ripetutamente contro l’ostacolo finché per caso trova la via giusta. È un personaggio molto impulsivo e pieno di sé. In particolar modo, dopo il suo Battesimo Oscuro, comincia ad ignorare i consigli della famiglia per fidarsi di una sconosciuta; vuole ricoprire ruoli istituzionali solo in virtù del fatto che li aveva ricoperti il padre, come se le spettassero di diritto; pretende di risolvere tutti i problemi delle sue amiche e del ragazzo usando quella stessa magia oscura dalla quale pretende di volerli proteggere. Quindi anche se il suo obiettivo è solo quello di aiutare, il risultato è che spesso si ritrova a fare del male a chi le sta accanto.
Al termine della seconda stagione non si può parlare di Sabrina come di un personaggio del tutto positivo, sicuramente lontano anni luce dalla sua innocua predecessora del ’96, nel bene o nel male. Piuttosto ci troviamo di fronte a un’adolescente energica ma priva di direzione, per questo facile preda del male. Sono molto curiosa di vedere come continuerà la serie, rinnovata per altre due stagioni, e di scoprire che piega prenderà il personaggio di Sabrina che, nonostante qualche difettuccio, ha del fantastico potenziale per diventare una figura di riferimento nel mondo delle protagoniste femminili del piccolo schermo.
Articolo di Greta Dominici
Sono nata a Roma, laureata in Lingue e Letterature Europee e Americane a Tor Vergata. Sto frequentando un master a Venezia in Studi di Genere e Gestione del Cambiamento Sociale. Adoro viaggiare e sono appassionata di letteratura, cinema, serie tv e cosmesi naturale.