Subito dopo la cacciata delle truppe tedesche (autunno 1944), in Francia viene istituita la IV Repubblica con sistema parlamentare e si stabilisce un governo provvisorio capeggiato da Charles De Gaulle, generale dell’esercito durante la guerra e guida della Resistenza francese. Al governo provvisorio partecipano tutti i principali partiti antifascisti, il Partito comunista, il Partito socialista e il liberale Movimento repubblicano popolare. Sotto questo governo di transizione vengono varate importanti riforme interne come il diritto di voto per le donne e l’istituzione della sécurité sociale, un programma statale di sostegno per le spese familiari e individuali necessarie alla sussistenza. Negli stessi anni anche in Inghilterra il nuovo governo laburista di Clement Attlee, che dopo la fine della guerra ha sconfitto i conservatori di Winston Churchill, attenua il liberismo per dar vita a un sistema di tutele sociali chiamato Welfare State.
Nel 1947 la coalizione tra i tre partiti antifascisti si rompe (contemporaneamente anche in Italia i comunisti vengono espulsi dal governo di coalizione). Sono anni molto travagliati per la vita politica francese, scossa dal fenomeno della decolonizzazione: nelle colonie francesi d’oltremare sorgono forti movimenti indipendentisti, cui Parigi risponde con una dura repressione militare – soprattutto in Algeria – che non è sufficiente ad attutire il malcontento coloniale. Per far fronte alla grave crisi algerina in corso, il governo viene nuovamente affidato al generale Charles De Gaulle; il Parlamento affida poteri straordinari al capo del governo e accetta la sua intenzione di avviare alcune revisioni della Costituzione, da sottoporre poi a referendum popolare.
Questo cambio di assetto istituzionale segna di fatto la fine della IV Repubblica francese. La V Repubblica francese nasce nel settembre del 1958. La nuova Costituzione, approvata dall’80% della popolazione votante, mantiene gli elementi della democrazia rappresentativa ma rafforza i poteri del governo e del capo dello Stato: costui nomina il capo del governo e ha facoltà di sciogliere le Camere (entrambe elettive) quando lo ritiene opportuno, e di sottoporre a referendum popolare i temi considerati più delicati. Il primo presidente della V Repubblica è di nuovo Charles De Gaulle. Nel 1962 alla riforma istituzionale viene aggiunto un altro importante elemento di innovazione di carattere presidenzialista: d’ora in avanti il presidente della Repubblica sarà eletto direttamente dai cittadini e dalle cittadine francesi anziché dalle Camere.
Nella Costituzione della V Repubblica francese rientra un elemento di stampo autoritario e tutt’altro che democratico inserito con il pretesto di dare stabilità ai governi: si tratta del comma 3 dell’articolo 49, che permette al governo di far passare una legge sgradita all’opinione pubblica, molto discussa dalle parti sociali e senza votazione parlamentare imponendone l’approvazione automatica; tale legge si considererà valida a tutti gli effetti a meno che, entro due giorni, una mozione di sfiducia non faccia cadere il governo.
La politica estera di De Gaulle punta a rafforzare la Francia e la sua immagine internazionale, pesantemente danneggiata dalla guerra d’Algeria. A questo scopo, nel 1966, la Francia esce dalla Nato (in cui rientrerà nel 2009 sotto il governo conservatore di Nicolas Sarkozy) per ottenere maggiore autonomia in politica estera e per presentarsi come una possibile guida in vista della futura Europa unita. De Gaulle contesta anche gli accordi di Bretton Woods premendo per il ritorno alla convertibilità della moneta in oro anziché in dollari, ma ormai il dominio statunitense sul mercato mondiale si è affermato in maniera netta e irreversibile.
Articolo di Andrea Zennaro
Andrea Zennaro, laureato in Filosofia politica e appassionato di Storia, è attualmente fotografo e artista di strada. Scrive per passione e pubblica con frequenza su testate giornalistiche online legate al mondo femminista e anticapitalista.