Il primato di Elda

Le prime sindache d’Italia elette nel 1946 erano alla guida di piccoli comuni. La prima sindaca di una città capoluogo di provincia fu, nel 1950, Luisa Gallotti Balboni, eletta a Ferrara. Per le grandi città dobbiamo arrivare al 1987 con l’elezione di Maria Magnani Noya a Torino e al 2006 con Rosa Russo Iervolino a Napoli e Letizia Moratti a Milano. Prima di loro, nel 1983, fu eletta sindaca di Palermo Elda Pucci che detiene un altro primato: fu la prima donna Presidente di un Ordine provinciale dei Medici.

Annarita Alescio ne ha curato il profilo.

«Elda nata a Trapani il 21 febbraio del 1928 – era figlia di un avvocato ed esponente di primo piano del fascismo locale; si laureò a Palermo in Medicina e si specializzò in Chimica pediatrica.
Si definì la vincitrice di due grandi battaglie, nel lavoro e in politica. Come medica pediatra si fece accettare nella sua Sicilia nonostante tanti pregiudizi; come docente e primaria si affermò nell’università e in ospedale, quando ancora le donne venivano chiamate indistintamente “signora” e mai “professoressa” o “dottoressa”. I suoi interventi nel Consiglio Nazionale della Federazione dell’Ordine dei Medici furono sempre improntati a una rigorosa aderenza ai principi deontologici della professione.
L’altra vittoria la conseguì in politica, pur non entrando mai in sintonia con le donne di Palermo e schierandosi contro il divorzio e contro l’aborto. Si ricorda però la sua determinazione nella lotta contro la mafia degli appalti che gestiva il comune, determinazione che le fece acquisire il soprannome di “Lady di ferro”.
Esponente della Democrazia Cristiana, fu la prima sindaca di Palermo nel 1983, incarico raggiunto in un momento drammatico per la città, insanguinata dagli omicidi mafiosi. Durante la sua gestione, per la prima volta il comune di Palermo si costituì “parte civile” in un processo di mafia.
Fu rimproverata di aver parlato bene dei più discussi protagonisti della Dc, dimenticando però che Elda, accortasi del suo errore, pian piano si ricredette, arrivando a comprendere che l’avevano eletta pensando fosse solo un’ingenua da manovrare. Dichiarò: “Nessuno, quando sono stata eletta, pensava che fossi capace di scelte autonome, ispirate solo dall’interesse della città”.
Lavorando in solitudine resistette nel difendere l’utilizzo del denaro pubblico per la città e per l’interesse generale, non per i partiti o loschi individui. Non fidandosi, studiava con pignoleria le delibere portate in Giunta dai vari assessori, bloccandole appena capiva che erano state “confezionate” per elargire soldi pubblici a parenti e clientele.
Tutto ciò le costò l’aggressione del mondo mafioso e l’allontanamento dal mondo politico. A un certo punto la Dc, comprendendo che Elda non era più disposta a sottostare “alla disciplina di partito”, la mise definitivamente da parte. Restò sindaca solo un anno, poi fu sfiduciata dal partito e da coloro che l’avevano eletta. Combatté uno scontro durissimo su un appalto di manutenzione, istituendo una gara pubblica dopo aver scoperto che i prezzi fissati fino ad allora erano dieci volte superiori a quelli di mercato. La risposta della mafia non si fece attendere e la sua villa a Piana degli Albanesi fu fatta saltare. Parecchi anni prima della battaglia contro il crimine che costò la vita a Giovanni Falcone e ad altri coraggiosi magistrati, Elda Pucci, testimone dei mali della sua Sicilia, rimasta viva forse perché donna e forse perché pediatra dei figli di famiglie mafiose, aveva anticipato la necessità di internazionalizzare, con mezzi moderni e informatici, la lotta al crimine e a tutte le mafie. E per questo era stata definita una “mina vagante”.
Fu in seguito eletta al Parlamento Europeo per il Partito Repubblicano.
Elda Pucci si è spenta a Palermo il 14 ottobre 2005.
“Ho un grande rimpianto – dichiarò negli ultimi anni della sua vita – la scarsa presenza delle donne nelle istituzioni, una presenza che col tempo diminuisce invece che aumentare. E ciò rende più povera la politica perché più donne in politica ne migliorerebbero la qualità”.
Coerente con i principi di libertà per i quali visse, Elda si permise di dare giudizi taglienti non solo sui partiti ma anche sulla cosiddetta società civile: “Da persona che vive a Palermo assisto ad una scarsa capacità di dare il meglio da parte della classe politica; che però viene scelta dalla società civile più per interessi opportunistici, per motivi affaristici o privati che in base a forti valori condivisi. È quindi colpa anche della società civile se si hanno i politici che oggi abbiamo”.
A Elda Pucci, che è stata Presidente nazionale del Soroptimist International, fra gli altri è andato il Premio “Coraggio” dell’Ande (Associazione nazionale donne elettrici) la cui prima edizione si svolse nel 1983.»

A lei non risulta intitolata alcuna via.

 

 

Articolo di Ester Rizzo

a5GPeso3Laureata in Giurisprudenza e specializzata presso l’Istituto Superiore di Giornalismo di Palermo, è docente al CUSCA (Centro Universitario Socio Culturale Adulti) di Licata per il corso di Letteratura al femminile. Collabora con varie testate on line, tra cui Malgradotutto e Dol’s. Per Navarra editore ha curato il volume Le Mille: i primati delle donne ed è autrice di Camicette bianche. Oltre l’otto marzo e di Le Ricamatrici.

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