Per le donne, viaggiare è sempre stato complicato, figurarsi scalare le montagne! Nell’Ottocento, un’epoca in cui coraggio e forza fisica erano attribuiti solo agli uomini, l’impresa femminile di arrivare in vetta era sicuramente sconveniente. Addirittura, alcuni medici sostenevano che lo sforzo fisico, necessario per compiere una scalata, avrebbe potuto portare le donne alla sterilità. Ma nulla potè fermare tutte quelle che desideravano farlo, neanche gli ampi gonnelloni che erano costrette ad indossare poiché i pantaloni erano proibiti.
Marie Paradis fu la prima donna a raggiungere la vetta del Monte Bianco il 14 luglio 1808. Era nata a Chamonix nel 1778 e faceva la cameriera in una locanda del luogo, quando accettò di seguire un gruppo di temerari, tra cui Jacques Balmat, che volevano scalare la montagna. Le guide intendevano provare l’impresa per ottenere un po’ di pubblicità, Marie nella speranza di ottenere qualche mancia in più dai suoi clienti. Non pensava che sarebbe passata alla storia!
Non aveva alcuna esperienza alpinistica e non era abituata alla quota; durante la scalata, effettuata insieme al figlio Gédéon di quattordici anni, era stanca e stravolta, non riusciva a respirare, a parlare e iniziava a offuscarsi anche la sua vista. Lei stessa raccontò, molto ironicamente: «Sul Grand Plateu mi buttai a terra come le pollastre quando hanno troppo caldo e dissi che se non ce l’avessi fatta da sola a proseguire, che mi buttassero pure in un crepaccio […] Sono salita, mi è mancato il respiro, ho creduto di morire, sono stata trascinata, portata, ho visto un po’ di bianco, un po’ di nero e sono scesa». Nonostante tutto riuscì così a raggiungere la vetta. Dopo l’impresa tutti la chiamarono “Marie du Mont Blanc”.
Ufficialmente la prima donna a scalare il Monte Bianco fu, trent’anni dopo, Henriette D’Angeville. Henriette era una contessa, una viaggiatrice del turismo d’elite di quei tempi. Quando vi riuscì, nel 1838, aveva quarantaquattro anni e raggiunse la cima del Monte Bianco con gonnella, bastone e dodici tra guide e portatori. Proprio perché donna, il suo primato fu commentato con toni sprezzanti ed alla sua discesa, una guida di Chamonix le disse: «Avete avuto il grande merito di andare sul Monte Bianco ma bisogna convenire che il Monte Bianco ne avrà molto meno ora che anche le signore possono scalarlo». Nonostante il suo sia il primato ufficiale, non si può ignorare però che, nella realtà, Marie Paradis fu la prima ad arrivare in vetta senza allenamento e senza attrezzatura idonea, aiutata unicamente dal gruppo di guide.
A lei sono intitolate una strada di Chamonix e una scuola elementare di Sant-Gervais-les-Bains.
Articolo di Ester Rizzo
Laureata in Giurisprudenza e specializzata presso l’Istituto Superiore di Giornalismo di Palermo, è docente al CUSCA (Centro Universitario Socio Culturale Adulti) di Licata per il corso di Letteratura al femminile. Collabora con varie testate on line, tra cui Malgradotutto e Dol’s. Per Navarra editore ha curato il volume Le Mille: i primati delle donne ed è autrice di Camicette bianche. Oltre l’otto marzo e di Le Ricamatrici.