Sante o streghe? Una proposta di lettura storico-geografica delle origini della caccia alle streghe

Durante il periodo in cui si sviluppò la grande caccia in Italia, dal XV al XVIII secolo, era abbastanza facile essere accusate di praticare l’arte della stregoneria, bastava la cattiva fama e in breve tempo una guaritrice o una fattucchiera potevano finire di fronte ad un tribunale. Tuttavia non dappertutto e non nello stesso modo si è sviluppata e diffusa la persecuzione. È interessante provare a fare una mappatura soffermandosi in particolare sulla zona dove si è cristallizzato l’immaginario del sabba che ha poi avuto una larga diffusione grazie ai trattati di demonologia e ai predicatori itineranti che hanno portato in giro l’immagine del complotto satanico presente nei testi dei processi per stregoneria.
Per farlo è necessario prendere in considerazione i più recenti studi storiografici, in particolare i gender studies che si soffermano sulle protagoniste, le vittime della caccia, mettendo in evidenza il rapporto tra la stregoneria e i processi di gerarchizzazione della società nell’ultimo Medioevo e nella prima Età moderna. Le figure marginali e le donne in primis sono state vittime di persecuzione in quanto soggetti che operavano un rovesciamento dei valori sociali, rifiutando di omologarsi ad un modello che prescriveva loro la sottomissione e le escludeva dalla vita pubblica. Lo stesso accanimento viene infatti rivolto sia verso le malefiche che contro le donne che, all’interno del cristianesimo, rivendicavano una maggiore partecipazione alla vita religiosa. Non dobbiamo infatti dimenticare che le donne avevano avuto ruoli di primo piano nelle iniziali comunità cristiane, successivamente, invece, vennero completamente tagliate fuori dalla partecipazione alla vita religiosa se non in una funzione subalterna. Proprio negli ultimi secoli del Medioevo, in concomitanza con la persecuzioni ereticali che di lì a breve diverranno anche persecuzioni antistregoniche, si verificano fenomeni di trasgressione e molte donne non si conformano più ai modelli imposti dalla Chiesa, è il caso delle beghine, di Margherita Porete autrice dello Specchio delle anime semplici e della stessa Giovanna d’Arco (riabilitata come profetessa solo venti anni dopo la sua condanna per stregoneria) che finiranno la loro esperienza sul rogo.

FOTO 1. MARGHERITA PORETE. 1
Margherita Porete in una stampa del Quattrocento (a sinistra). Specchio delle anime semplici

Quindi può essere interessante collocare la caccia alle streghe all’interno di un più vasto movimento di repressione da parte della Chiesa come istituzione che consolida il suo potere. Le streghe disobbediscono ad un modello imposto come anche le donne che rivendicano un accesso al sacro e sperimentano percorsi originali di spiritualità femminile all’interno del cristianesimo come profetesse, visionarie o beghine. Ma andiamo per ordine e cerchiamo di capire come e perché avviene una persecuzione, infatti anche se «la persecuzione delle streghe può aver luogo ovunque si creda ad esse» come sostiene lo storico Behringer nel libro Le streghe, tuttavia è necessario che sussistano determinate condizioni perché effettivamente si verifichi. Innanzitutto si deve diffondere e condividere la credenza nel sabba delle streghe, contenuto che si cristallizza e comincia a diffondersi in Europa centrale nella prima metà del Quattrocento.

dav
Il Sacro Romano Impero nel XVI secolo. Area di diffusione della caccia alle streghe

Si può ricostruire una vera e propria geografia del sabba, delle zone che furono teatro dello «sviluppo del supercrimine», come lo definisce lo storico tedesco Behringen, che comprende il ducato di Savoia, la Valle d’Aosta, la zona intorno al lago di Ginevra, l’alto Valais e tutto il Piemonte fino a Nizza. In particolare nel ducato di Savoia, dopo la persecuzione delle comunità ebree e valdesi alla fine del 1390, il problema della diffusione della magia aveva acquistato una grande rilevanza. È proprio in quelle zone che si può datare la nascita della setta delle streghe nel Quattrocento. La presenza di eretici valdesi favorì l’assimilazione dell’eresia alla stregoneria e già i processi di Pinerolo contro i/le valdesi (1387- 88) mostrano come le accuse di stregoneria si mescolino con quelle di eresia tanto che le parole “valdese” e “strega”, “stregone” diventano sinonimi. Emblematico è anche il caso di Sibillia e Pierina, le adepte di Domina Oriente che vengono condannate al rogo nel 1390 nel ducato di Milano mettendo in evidenza la pericolosa commistione tra eresia e stregoneria.
Successivamente la nuova rappresentazione della stregoneria e l’immagine della strega come adepta del diavolo capace di metamorfosi in animale, che partecipa al banchetto sabbatico, è capace di fare magie che alterano il clima, ed ottiene i suoi poteri grazie ad un pactum demoniaco, si diffondono grazie al Formicarius, un trattato di demonologia di cui è autore Johannes Nider il quale aveva attinto informazioni proprio dagli inquisitori attivi nelle Alpi occidentali. Tuttavia è importante ricordare che per le accuse di metamorfosi, infanticidio e cannibalismo si attinge ad un vasto repertorio già utilizzato in passato contro i devianti in vari contesti: dai pagani contro i cristiani e da questi ultimi contro gli eretici.

FOTO 3. Formicarius

Il Formicarius è uno dei testi più diffusi sull’argomento e fu tra i primi ad essere stampato nel 1475, poi rilegato e diffuso insieme al famigerato Malleus maleficarum. Successivamente venne pubblicato un altro importante trattato: Le champion des Dames ad opera di Martin Le Franc (foto di copertina) dove si fornisce una descrizione esaustiva della nuova setta delle streghe e si utilizza il termine strega derivante dall’antica credenza latina nelle strigae (donne/vampiro). Intorno al XV secolo si aggiunse allo stereotipo la credenza nel volo magico, il volo di Diana e della sua compagnia riprendendo un vecchio mito presente in un testo molto diffuso in ambito ecclesiastico: il Canon Episcopi, ma conferendo realtà al volo notturno delle streghe. A questo punto il modello della strega adoratrice del diavolo è ben definito e pronto per essere diffuso e acquistare popolarità, infatti proprio in questo contesto troviamo le prime rappresentazioni iconografiche del volo per mezzo di demoni. Naturalmente la diffusione di immagini fu un importante strumento di propaganda in un mondo in cui solo poche persone erano in grado di leggere.
Nel corso del XV secolo, dalla Danimarca fino alla Slovenia, appaiono negli affreschi delle chiese donne volanti che cavalcano diavoli, animali o oggetti (un esempio per tutti è l’affresco di Luca Signorelli nel duomo di Orvieto). Cominciano così le persecuzioni di massa, anche perché vengono estorte confessioni e denunce attraverso l’uso della tortura. Furono particolarmente cruente nelle valli alpine e si intensificarono dopo la Bolla del 1484 in cui papa Innocenzo VIII diede una vera e propria autorizzazione all’urgente indagine contro la setta adoratrice del diavolo che minacciava la cristianità. In quello stesso periodo avvenne la stesura e poi la pubblicazione del famigerato Malleus maleficarum che diede un forte impulso alla caccia, infatti negli anni Novanta del XV secolo le persecuzioni raggiunsero in Europa centrale la massima intensità.

FOTO 4. Jean_Tinctor_Sermo_contra_sectam
Jean Tinctor, Serma contra sectma vaudentium, 1640 circa. Manoscritto conservato a Parigi, presso la Biblioteca nazionale di Francia

Durante la seconda metà del Quattrocento, in particolare tra il 1480 e il 1520, in tutto l’arco alpino si accesero roghi per lo più collettivi e particolarmente spietate furono le campagne contro le streghe che gli inquisitori domenicani condussero in Valcamonica (1518), Val di Fiemme (1505) e Valtellina (1523). Le accusate rivelarono sotto tortura di aver stretto un patto con il demonio e di recarsi al sabba per adorarlo rinnegando il battesimo. Reciproche denunce portarono a veri e propri processi di massa che coinvolsero e portarono sul rogo centinaia di persone, soprattutto donne.
Le altre regioni reagirono in modo differente all’arrivo della credenza nella nuova stregoneria che giungeva dalle terre del nord sia per motivi politico-religiosi che culturali. In Italia centrale e in Toscana il crimine di stregoneria continuò ad essere prevalentemente individuale e l’ondata di persecuzioni si diffuse a macchia di leopardo. Le fonti che ad oggi è possibile consultare rilevano episodi di caccia alle streghe in Umbria (i processi di Perugia e il caso di Matteuccia Francisci a Todi), in Emilia-Romagna (a Bologna e Modena), in Toscana (si può citare il caso di Gostanza da Libbiano), a Roma (la strega Finicella e Bellezza Orsini). Tuttavia sono state le valli dell’Italia settentrionale e la diocesi di Como i luoghi in cui la persecuzione ebbe il massimo impatto, gli “autori del sabba” infatti contribuirono a diffondere la credenza nella setta trasformando un crimine immaginario in un reato vero e proprio destinato ad essere accolto e assimilato in ambienti diversi, sia laici che ecclesiastici, un reato commesso prevalentemente da donne, creature fragili, facili prede del maligno le quali, stringendo un patto demoniaco, acquisivano poteri malefici e diventavano una minaccia per tutta la comunità, da estirpare ed eliminare.

Per saperne di più:

Behringer W., Le Streghe Il Mulino 2008 (le Immagini sono tratte da questo libro)
Craveri M., Sante e streghe Feltrinelli 1981
Corsi D., Diaboliche, maledette e disperate le donne nei processi per stregoneria 2013 Firenze University Press 2013

 

 

Articolo di Monica Di Bernardo

FOTO 200x200

Laureata in lettere con una tesi sulla caccia alle streghe, insegna in una scuola romana, si occupa di educazione di genere, di storia delle donne e di studi sulle società matrifocali. Su questo argomento ha pubblicato un libro “Matriarchè. Il principio materno per una società egualitaria e solidale” Exòrma 2013.

Lascia un commento

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...