In un excursus sulle storia delle streghe non può certo mancare un vero e proprio tour nei luoghi che le hanno viste protagoniste nella storia o nelle tradizioni.
Non è certo una ricerca completa ed esaustiva per la vastità geografica del fenomeno ma, riteniamo, possa essere uno spunto per creare itinerari specifici per lettori e lettrici che amano viaggiare.
Ovviamente itinerari e suggerimenti di viaggio spaziano dai luoghi storici, dove, ad esempio, si svolsero i processi a quelli curiosi creati da operatori turistici.
Partendo dalla nostra nazione dobbiamo necessariamente segnalare il paese di Triora in provincia di Imperia, abbarbicato sulle Alpi Marittime. Triora è soprannominata la Salem d’Italia. L’abbiamo visitata anni fa, arrivandoci dopo le innumerevoli curve della strada provinciale 65 (Pigna-Molini di Triora). L’alternativa comoda comunque esiste, ed è quella della strada provinciale 548. Ovviamente è più affascinante, anche se più faticoso, arrivarci con la prima, viaggiando immersi nella natura dei boschi. Triora si presenta con dedali di viuzze, vicoletti e case di ardesia e con la luce del giorno si stenta a credere che lì ebbe luogo, nel 1558, uno dei più famigerati processi alle streghe. Poi, pian piano ci si accorge che quella nomea è stata sapientemente sfruttata turisticamente: ed ecco il Museo Etnografico e della Stregoneria con all’interno la ricostruzione di un antro della strega, una statua che la raffigura e financo un “parcheggio delle streghe” con un insolito cartello stradale. Triora è anche sede di numerosi convegni su magia e stregoneria.

Altra tappa è Rifreddo, in provincia di Cuneo, sulle Alpi Cozie. Lì, nel 1495 ebbe luogo un altro processo alle streghe e gli incartamenti sono conservati nell’Archivio comunale. Di tre di queste donne vogliamo ricordare i nomi: Caterina Bonivarda, Caterina Borrella e Giovanna Motossa. Un sito turistico ci segnala che si effettuano, a Rifreddo, “Le notti terrore nel borgo”, un percorso notturno teatrale a cui si può partecipare.
In Valle d’Aosta, nel Chatel-Argent, nel 1339, fu arsa viva la presunta strega Peronetta da Aquiano, mentre nel castello di Cly, l’undici luglio del 1428 Johaneta Cauda, accusata anche lei di essere una strega, fu mandata al rogo. La accusarono di avere, insieme ad un’amica, ucciso e mangiato i suoi nipoti. Prima di essere giustiziata fu rinchiusa per 71 giorni nelle prigioni di questo castello.

Tra le città italiane, sicuramente ha fama maggiore di essere “città delle streghe” Benevento (il cui antico nome era Maleventum). Durante l’epoca longobarda, lì avevano luogo una serie di riti pagani che si svolgevano lungo le rive del fiume Sabato. Le Janare (streghe) erano delle donne che, grazie ai cicli lunari, suggerivano il momento propizio per la raccolta o per la semina. In alcuni racconti si narra che queste donne si radunavano di notte, attorno all’antico Noce di Benevento, pronunciando ritornelli che altro non erano che incantesimi, ballavano in cerchio e nessun serpente osava avvicinarsi a loro. Durante i rituali si ungevano con sostanze misteriose alcune parti del corpo e gridavano: «Unguento, unguento, portami al Noce di Benevento. Sopra l’acqua e sopra il vento e sopra ogni altro maltempo». Ovviamente la Chiesa cattolica vide in questi riti la presenza demoniaca e così iniziò la persecuzione. Se vi recate in quella città, non dimenticate di assaggiare il liquore “Strega di Benevento”.
Altro luogo da scoprire è la Valcamonica dove troviamo anche una targa commemorativa dedicata alle streghe locali, collocata sulla Torre Federici di Sanico. Sul Monte Tonale, tra Lombardia e Trentino Alto Adige, le streghe si davano appuntamento per disegnare delle croci sul terreno e poi sputarci sopra. Il Sabba permetteva così al demonio di materializzarsi sotto forma di un cavallo su cui le streghe salivano e raggiungevano velocemente la vetta del monte dove, tra un banchetto e l’altro, si divertivano a scatenare le tempeste.
In Trentino, a Pejo c’è il museo delle streghe più piccolo del mondo. Appena 35 metri quadrati ma ricchissimo di reperti.

In Alto Adige, a Siusi frazione Castelrotto e a Fiè, ogni estate si celebra il rito della ”Discesa delle streghe” dall’altopiano dello Scillar. Lo Scillar era ritenuto il luogo di abitazione delle streghe che poi andavano gironzolando per i paesi della vallata. A Fiè, nel 2006, hanno collocato una targa commemorativa che le ricorda e che fa da monito per contrastare ogni forma di intolleranza ed emarginazione. Nei dintorni si può anche effettuare una visita a Castel Presule dove sette donne furono arse vive.

Tra le città del nord Italia, Torino ha certamente la nomea di città magica e misteriosa. La sua strega più famosa si chiamava Clara Maria Brigida Ribolet che fu arrestata nel 1716 e rinchiusa nel castello di Miolans, dove alcune celle erano appositamente destinate a streghe ed eretici. Finirà la sua vita sul patibolo. Da Torino a Levone il passo è breve: il piccolo paese è ufficialmente (con logo depositato all’ufficio Marchi della Camera di Commercio) “il paese delle Masche”.

Anche Milano ha la sua strega: Arima, la strega di via Del Laghetto, vicino al Duomo, che prima era uno dei luoghi più malfamati della città. In quella strada al civico 2 abitava Arima, definita” Strega delle Streghe” che curava con le erbe, distingueva il Bene dal Male e soprattutto pacificava liti e battibecchi tra le altre sue simili in Piazza della Vetra. Questa piazza, in seguito, fu illuminata dai roghi dell’Inquisizione. Oggi una struttura in ferro protesa verso il cielo, con la scritta “Pax”, commemora quelle vittime.
Passeggiando per Venezia, in Calle della Toletta, troverete una casa gialla con appesa al tetto una sveglia. La leggenda narra che appartenesse ad una strega che abitava nelle vicinanze.
Ci spostiamo in Toscana e precisamente a Volterra. La tradizione vuole che proprio lì abitassero le streghe più potenti e più antiche d’Italia, che si riunivano il sabato notte sotto il ”Masso di Mandringa”. Proprio in quel luogo sarebbe nata la prima strega italiana: Aradia. Aradia fu ovviamente condannata a morte dalla Chiesa ma riuscì a sfuggire alla morte con un sortilegio. La mattina in cui era stata fissata l’esecuzione aprirono la cella in cui era tenuta prigioniera e la trovarono vuota.
Sempre di Volterra era la strega Elena di Travale, soprannominata “la strega dei rondinini” poiché utilizzava i resti polverizzati delle rondini per le sue pozioni magiche. Nella bella cittadina toscana troverete anche un Vicolo delle Streghe.

In questa regione, ma “ai piedi del paese di Magliano”, c’era una fonte, chiamata “Fonte della Masceta”. Lì si radunavano giovani streghe nude e scarmigliate che danzavano al chiaror di luna.
A Roma, l’Esquilino già da Orazio veniva descritto come luogo delle streghe e nel Medioevo fu considerato un sito in cui si svolgevano i Sabba e quindi proprio lì si decise di allestire i roghi per bruciare le streghe. Se siete nella capitale, per restare in tema, visitate i Musei Capitolini dove potete ammirare il dipinto di Salvator Rosa La strega. Il grande artista del Seicento aveva una sorta di ossessione per i temi legati alla stregoneria e alla magia. Quando realizzò questo quadro, scrisse anche dei versi per accompagnarne la visione creando l’atmosfera adatta.

In Campania, il Vesuvio aveva la sua strega che viveva alle pendici del vulcano. La sua leggenda ha ispirato Carl Bax, fumettista della Disney, per creare il personaggio di “Amelia, la fattucchiera che ammalia”.

Ovviamente anche la Sardegna e la Sicilia possono essere tappe di questo insolito tour. Nel sud della Sardegna, nel comune di Villacidro, si narra che un tempo le streghe, per poter entrare nelle case degli/lle abitanti, si tramutavano in mosche o gatti. Se volete potete visitare la chiesetta campestre di San Sisinnio, dove si recavano (e chissà, forse ancor si recano) i fedeli per neutralizzare i malefici di streghe (cogas) e fattucchiere (bruscias).

A Bidonì, minuscolo borgo in provincia di Oristano, c’è un Museo delle streghe dove troverete le tracce di tanti esseri fantastici e leggendari di quest’isola (foto di copertina).
Potete anche visitare l’”Antro della Strega Julia Carta”, la strega più famosa della Sardegna della quale sono stati ritrovati gli atti processuali. Julia fu arrestata e torturata nel carcere inquisitoriale di Sassari tra il 1596 ed il 1606 e condannata per stregoneria ed eresia. Sulle pareti dell’antro potete leggere frasi tratte dal Malleus Maleficarum.

A Palermo, vale il viaggio una visita a Palazzo Chiaramonte-Steri, sede dell’Inquisizione siciliana, con annesse le carceri dove sulle pareti delle celle potete ammirare i graffiti raffiguranti disegni e invocazioni delle prigioniere accusate di stregoneria.

Rimanendo su suolo italiano, possiamo fare un salto nella Repubblica di San Marino e recarci al Passo delle Streghe, un sentiero che attraversa e unisce le tre torri della città: la torre Rocca, la torre Cesta e la torre Montale. In questa zona siamo vicinissimi al Monte Titano sulla cui cima, si narra, si davano appuntamento le streghe per compiere i loro magici rituali.

Continuando il percorso sulle tracce delle streghe, dobbiamo lasciare l’Italia e approdare in Germania. In questa nazione furono istruiti ben 50.000 processi contro le streghe. Prima tappa del tour è Goslar, una cittadina medievale della Bassa Sassonia, poco distante dal monte Brocken.

Su questa altura tra il 1550 ed il 1700 le streghe si incontravano con i diavoli (Hexensabbat) e la notte tra il 30 aprile e il 1° maggio di ogni anno si svolgeva la riunione di tutte le streghe, la cosiddetta Walpurginacht (La notte di Valpurga), ricordata anche nel Faust di Goethe. Goslar, raccomandano le guide, merita una visita per le bellezze artistiche e il suo centro storico è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Se poi volete concludere la visita con l’acquisto di un souvenir, non avrete che l’imbarazzo della scelta tra tanti tipi di streghe in vendita nei negozi.

Sempre in Germania, a Fulda, nel land dell’Assia, nel cimitero parrocchiale troverete un Memoriale che ricorda Merga Bien e le altre, circa duecento, presunte streghe mandate al rogo tra il 1602 e il 1605. Ed ancora a Bernau, nel Brandeburgo, c’è un monumento che ricorda le vittime della caccia alle streghe.
Wurzburg e Bamberg meritano sicuramente una visita anche al di là del nostro tour. Queste due affascinanti cittadine furono la sede di imponenti processi alle streghe. Nella prima nel 1616 furono giustiziate 99 donne poco lontano dalla Marienkapelle, nella seconda ne furono arse a centinaia dopo essere state rinchiuse in un apposito carcere, denominato Malefizhous. L’immagine di questo edificio è giunta fino a noi grazie ad un’incisione che lo raffigura.

E siccome il viaggio sulle tracce delle streghe è ancora lungo e faticoso, lo continueremo nel prossimo articolo.
Articolo di Ester Rizzo
Laureata in Giurisprudenza e specializzata presso l’Istituto Superiore di Giornalismo di Palermo, è docente al CUSCA (Centro Universitario Socio Culturale Adulti) di Licata per il corso di Letteratura al femminile. Collabora con varie testate on line, tra cui Malgradotutto e Dol’s. Per Navarra editore ha curato il volume Le Mille: i primati delle donne ed è autrice di Camicette bianche. Oltre l’otto marzo e di Le Ricamatrici e Donne disobbedienti.