Anna De Maria: prima sindaca alle Eolie

Una sindaca che «ha cambiato la vita di chi vive in queste terre», così viene ricordata Anna De Maria, la prima sindaca delle isole Eolie. Venne eletta nel 1964 a Malfa, un piccolo comune di appena mille anime dell’isola di Salina, nell’arcipelago eoliano, dopo essere stata per quattro anni vicesindaca. Diventò subito un modello di politica femminile pragmatica. Anna era nata a Lipari nel 1925 e dopo gli studi cominciò contemporaneamente a insegnare e a dedicarsi all’attività politica. Nella programmazione delle sue attività coinvolgeva sempre le donne del luogo e quando fu eletta volle fortemente che fosse affidato l’assessorato alla Pubblica Istruzione proprio ad una donna.

All’inizio della sua carriera politica era circondata da molta diffidenza: era una donna giovane e «fuori dagli schemi convenzionali. Fumava e beveva tanto caffè per rimanere sveglia e lavorare il più possibile e dimostrare che le donne potevano assumere ed onorare impegni al pari degli uomini». Di certo le altre non si comportavano così, ma pian piano riuscì a conquistarsi la fiducia dei/lle concittadini/e. Negli anni Sessanta nella sua isola non era ancora arrivata l’elettricità, non esisteva la rete idrica e l’acqua o arrivava dalla terraferma con le cisterne o si raccoglieva quella piovana. C’era un solo collegamento navale al giorno, ovviamente quando le condizioni del mare lo permettevano. Non esisteva neanche uno sportello bancario. Per far uscire Salina dall’isolamento e dai conseguenti disagi, la nuova sindaca propose subito ai tre comuni dell’isola di consorziarsi e nacque così il Ctis (Consorzio intercomunale trasporti isola di Salina): l’unico consorzio pubblico in tutta la Sicilia. Iniziò poi a far costruire una rete stradale e fece sì che gli aliscafi collegassero più volte al giorno Salina alla terraferma. Fece costruire pure l’eliporto che prima si trovava solo a Lipari. Sempre grazie a lei nacquero la prima banca e il primo acquedotto moderno. La sua lungimiranza la portò a chiedere ed a ottenere il marchio Doc per la malvasia, marchio tuttora vigente.

Anna profuse tutto il suo impegno e tutte le sue energie durante il mandato e alla fine si ritirò con queste parole: «Mi sono resa conto che avevo dato tanto, rinunciando anche ad una parte della mia vita. Avevo compiuto il mio mandato. Era tempo di lasciare». In questa frase si riassume il nobile concetto della politica: mettersi al servizio della comunità al prezzo di grandi sacrifici personali e lasciare spazio ad altre persone che, con rinnovate energie, possono migliorare ancor di più la vita nei propri territori. In un’intervista dichiarò: «C’è differenza tra il modo femminile e il modo maschile di fare politica: una donna è sempre più aderente alla realtà, mette in pratica i progetti. Le donne hanno modi più persuasivi degli uomini. Persuasivi non vuol dire diplomatici o concilianti ma capaci di convincere e di far vedere il lato forte del loro progetto». Queste sue parole dovrebbero far riflettere alcune donne che oggi, entrate in politica, si sono omologate ai colleghi uomini. Della sindaca eoliana si diceva che aveva un’enorme tenacia e lei stessa raccontava di quante anticamere aveva dovuto “sopportare” a Roma nei vari Ministeri, ma ritornava sempre con una vittoria. Una volta che si rifiutavano e procrastinavano la firma di un progetto per l’approvvigionamento e la distribuzione dell’acqua, riuscì ad ottenere finalmente un colloquio con il ministro Sullo. Il ministro la ascoltò distratto e quasi infastidito, poi le disse ironicamente che le donne dovevano pensare a farsi la manicure piuttosto che occuparsi di questioni da uomini. Ma la sindaca ebbe la firma di quel progetto.

Anna De Maria ha cessato di vivere nel 2014, nella sua casa che guarda lo splendido mare eoliano e fra la sua gente che l’ha rispettata e amata. Ha contribuito a ricostruire la sua storia Pina Arena che ne ha tratteggiato il profilo nel volume Le Mille: i primati delle donne.
Oggi a Malfa c’è un’altra sindaca: Clara Rametta che, nel settembre scorso, ci ha promesso di impegnarsi per intitolare una via o uno spazio pubblico ad Anna De Maria. Con questo articolo desideriamo ricordarle la promessa.

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Articolo di Ester Rizzo

a5GPeso3Laureata in Giurisprudenza e specializzata presso l’Istituto Superiore di Giornalismo di Palermo, è docente al CUSCA (Centro Universitario Socio Culturale Adulti) di Licata per il corso di Letteratura al femminile. Collabora con varie testate on line, tra cui Malgradotutto e Dol’s. Per Navarra editore ha curato il volume Le Mille: i primati delle donne ed è autrice di Camicette bianche. Oltre l’otto marzo, Le Ricamatrici e Donne disobbedienti.

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