Anna Nicolosi Grasso: prima donna vicepresidente dell’Assemblea Regionale Siciliana

Nessuna donna al Governo della Sicilia: il 2021 ha portato alle siciliane questa realtà. La Sicilia è diventata l’ultima regione in Italia per rappresentanza politica ai vertici dell’isola. Non che prima brillasse per ciò, ma l’unica donna in Giunta regionale è stata “spazzata via” con i soliti “rimpasti”.
Le donne si sono mobilitate in massa, anche a seguito di dichiarazioni sessiste esternate da alcuni parlamentari e hanno sottoscritto un appello. Subito sono state definite “quattro radical chic”. A oggi mentre scriviamo, l’appello è stato sottoscritto da più di settemila donne e continuano ad arrivare adesioni.

Tra le promotrici, Alessandra Notarbartolo, attivista anti-violenza sulle donne, ha dichiarato: «Il problema non è la giunta regionale, comunale o altro organismo. Il problema è a monte. Il punto è riconoscere che esiste un altro punto di vista e che bisogna tenerne conto».
Altra dichiarazione interessante è quella di Maria Grazia Patronaggio, punto di riferimento dei centri antiviolenza di Palermo: «…il femminicidio non è episodico, affonda le radici in una cultura patriarcale, lo stesso modo di pensare che fa sì che negli organismi di rappresentanza politica le donne vengano discriminate».

E il nodo è proprio qua: in seno ai luoghi in cui si legifera e si prendono decisioni, le donne sono escluse, quei posti rimangono appannaggio dei soli uomini. Una situazione che non è più tollerabile, anche perché leggendo oggettivamente i dati Istat economici e occupazionali della Sicilia, è palese che questa “politica maschile” non funziona ed è un fallimento per tutti e tutte.

Su Vitaminevaganti abbiamo spesso messo in risalto le figure politiche femminili che hanno dato un prezioso contributo alla società. Oggi continuiamo, mettendo in luce una siciliana: Anna Nicolosi Grasso.

Nel 1944, a guerra finita, tra le macerie di una Palermo bombardata, povera e degradata, si staglia nitida la figura di una donna: Anna Nicolosi Grasso. Si aggira tra le case sventrate e la miseria dilagante per parlare con le donne, ascoltarle, raccoglierne le istanze. Si fa portavoce, insieme ad altre, di chiedere alle autorità competenti cibo, assistenza sanitaria, case, istruzione.

Anna era nata il 1° novembre del 1913, a Lercara Friddi, in provincia di Palermo. I suoi primi contatti con i gruppi antifascisti risalgono al periodo degli studi alla Facoltà di Lettere, quando iniziò a collaborare all’organizzazione clandestina dei comunisti in Sicilia. E proprio nell’ateneo palermitano  incontra Franco Grasso con cui si sposerà.
In Sicilia è tra le fondatrici dell’Udi ed è stata la prima donna Vicepresidente dell’Assemblea Regionale Siciliana. Così viene ricordata: «una donna forte, sicura di sé, ben determinata e rapida nelle scelte, emanava un’autorevolezza che anche gli uomini le riconoscevano».
Nel 1947 organizza una manifestazione per chiedere l’istituzione delle colonie estive per i bambini e le bambine: si deve garantire un soggiorno salutare, una buona alimentazione e un ambiente di gioco sicuro all’infanzia che abitualmente vive in condizioni miserevoli.

Anna viene eletta alla Camera dei Deputati nel 1953 e, rieletta, rimane in carica fino al 1963. Nel 1960 presenta la proposta di legge per l’istituzione della Scuola materna statale. Guida inoltre la battaglia delle lavoratrici contro i “temperamenti salariali”: infatti in Sicilia, sia le donne che i giovani percepivano salari minori di quelli degli uomini rispetto a quelli nazionali.
Nel 1962 organizza le contadine siciliane nella battaglia contro il “coefficiente Serpieri”, che fissava il valore del lavoro della donna contadina al 40% in meno di quello dell’uomo. La legge prendeva il nome da Arrigo Serpieri, deputato e poi senatore del Partito Nazionale Fascista durante il Regno d’Italia. Quest’uomo misogino fu anche un docente universitario, presidente dell’Accademia dei Georgofili e rettore dell’Università di Firenze dal 1937 al 1942. Questa ignobile legge venne abolita nel 1964. Anna Nicolosi si mobilita anche per fare ottenere una pensione alle casalinghe e la legge vedrà la luce il 5 marzo del 1963.
Il suo impegno per l’istituzione della Graduatoria unica magistrale si snoda dal 1956 al 1965. In quegli anni le graduatorie delle/dei docenti elementari venivano stilate in base al sesso ed erano tre: una per i maestri, una per le maestre e una mista. I maestri, che erano appena il 20% del corpo insegnante, avevano a disposizione un numero di posti maggiore rispetto alle colleghe. Anna inizia una protesta che vede l’adesione di migliaia di donne.

Negli anni seguenti continua il suo impegno in seno alle Istituzioni: è eletta deputata regionale e vicepresidente dell’Ars, consigliera comunale  a Palermo, a Palma di Montechiaro e a Lercara Friddi; consigliera provinciale a Palermo e capogruppo del Pci. È presente nelle battaglie degli anni Settanta per l’emancipazione delle donne: la riforma del diritto di famiglia, le campagne per il divorzio, per gli asili nido, per la depenalizzazione dell’aborto, per la legge contro la violenza sessuale.  

Anna Nicolosi, antifascista e comunista, è stata una figura esemplare per l’impegno civile, politico e culturale ed era soprattutto consapevole della terribile condizione in cui versavano tante donne che subivano pesanti discriminazioni e violenze. E lei le incitava a non sottostare, a denunciare, a ribellarsi. Simona Mafai ne ha tratteggiato il profilo nell’Enciclopedia delle donne online.

Nicolosi è morta a Palermo il 2 giugno del 1986. In questa città portano il suo nome una via, la biblioteca e l’archivio dell’Udi, invece nessuna via le è intitolata a Lercara Friddi, suo paese di nascita. Tra l’altro a Lercara su 276 strade ben 123 sono intitolate a uomini e solo 11 a donne. Di queste undici, sei hanno il nome di madonne e sante e due si riferiscono a figure storiche: regina Elena e regina Margherita. Infine tre hanno generiche intitolazioni  femminili: via Amelia, via Ester, via Sofia. Speriamo che anche il luogo che le dette i natali possa degnamente ricordare Anna Nicolosi.

In copertina: Anna Nicolosi Grasso interviene sulla Graduatoria Unica, fine anni ’50

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Articolo di Ester Rizzo

a5GPeso3Laureata in Giurisprudenza e specializzata presso l’Istituto Superiore di Giornalismo di Palermo, è docente al CUSCA (Centro Universitario Socio Culturale Adulti) di Licata per il corso di Letteratura al femminile. Collabora con testate on line, tra cui Malgradotutto e Dol’s. Per Navarra edit. ha curato il volume Le Mille: i primati delle donne ed è autrice di Camicette bianche. Oltre l’otto marzo, Le Ricamatrici e Donne disobbedienti.

 

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