A proposito di Berthe Morisot

«Non penso che ci sia mai stato un uomo che ha trattato una donna come sua pari — so di valere quanto loro» – Berthe Morisot, 1890

Il 14 gennaio del 1841 nasceva a Bourges, in Francia, Berthe Morisot. Donna forte e indipendente, una delle più grandi pittrici francesi del XIX secolo, seppe dare vita all’interno del gruppo impressionista a un suo stile personale: con piccole pennellate, dissolvendo i contorni delle figure e lavorando sulla luce, senza l’uso del nero, pervenne a un linguaggio pittorico sciolto, leggero, giocato su tratti che sembravano improvvisati e su toni quasi impalpabili. I suoi temi per lo più erano obbligati ai soli ambienti di cui, come donna, aveva esperienza: non potendo frequentare alcuni luoghi tipici della pittura impressionista, quali i caffè, entrava nelle case dove erano relegate le donne, che ritraeva nei salotti, nei giardini, mentre erano intente alle varie occupazioni della giornata, leggevano o badavano ai bambini. Amava però dipingere all’aperto, per assorbire la luce solare che registrava nei suoi repentini mutamenti, anche se dipingere all’aperto, passare molto tempo fuori casa, era considerato disdicevole per una donna.

Nata in una famiglia agiata, di estrazione alto-borghese, fu iniziata fin da piccola alla pittura, insieme alle due sorelle, dai genitori, che allestirono nel giardino di casa un atelier a loro destinato. La madre era pronipote dell’artista Jean-Honoré Fragonard, e la loro casa era aperta ad artisti e letterati che incisero sulla crescita della giovane Berthe.

Berthe Morisot, La sorella dell’artista, Edma, davanti a una finestra, 1869 National Gallery of Art, Washington (sinistra)
Berthe Morisot, La madre e la sorella dell’artista, 1870, National Gallery of Art, Washington (destra)

Apprese le basi anatomiche del disegno da Joseph Guichard, ex allievo di Ingres, passato al romanticismo di Delacroix, poi sulla spinta di Camille Corot cominciò a sviluppare le sue creazioni en plein air, uscendo anche letteralmente all’aria aperta, e disegnando a stretto contatto col mondo naturale, e con un’attenzione particolare alla variazione degli effetti di luce.
Fu il suo primo passo verso l’Impressionismo.
Si trovava al Louvre per copiare un dipinto di Rubens, era il 1868, quando un incontro fortuito con Éduard Manet, presentatole dal pittore Henri Fantin-Latour cambiò la sua vita.

Édouard Manet, Berthe Morisot con un mazzo di violette, 1872, Museo d’Orsay, Parigi

Nacque tra di loro un’attrazione reciproca che si sublimò in un rapporto di ammirazione e stima: il pittore la elesse a modella prediletta e in pochi anni la ritrasse almeno undici volte.
Questo è il suo ritratto più famoso, dove appare elegantemente vestita con un cappello nero e un abito dello stesso colore, che contrasta con una camicetta di pizzo bianca e il delicato rosa dell’incarnato e mette in evidenza i grandi e profondi occhi neri. Una luce intensa, provenendo da sinistra, si proietta sul suo volto, in modo da illuminarne solo un lato, mentre la parte destra rimane in ombra.

Nella produzione di Berthe non mancano i paesaggi:

Berthe Morisot, Veduta del piccolo porto a Lorient, 1869, National Gallery of Art, Washington

Nell’estate del ’69 andò in vacanza a Lorient con tele e colori, per far compagnia alla sorella Edma, da poco sposata, ritratta sulla destra del dipinto, seduta su un parapetto, vestita con un elegante abito bianco, e intenta a osservare la sua immagine riflessa nell’acqua.
Anche il cielo e le nuvole si specchiano nel mare, dove sono ormeggiate le barche e in lontananza si intravedono case e persone.

Berthe Morisot, La Lettura (L’Ombrello Verde), 1873, Cleveland Museum of Art

Il soggetto è sempre la sorella Edma immersa questa volta in aperta campagna, con il suo elegante abito bianco a fiorellini, la testa china su un libro nell’atto di sfogliarlo.

Berthe Morisot, Il porto di Nizza, 1882, Musée Marmottan Monet, Parigi (sinistra)
Berthe Morisot, Il porto di Nizza, 1882, Dallas Museum of Art, Dallas, (destra)

Il 15 aprile 1874, Berthe fu l’unica donna a esporre alla prima mostra impressionista, quella nello studio del fotografo Nadar con ben nove tele raffiguranti differenti soggetti: fu una prova di coraggio non indifferente esporre insieme a un gruppo di artisti, ritenuti folli, riuniti all’epoca sotto il nome di “Società anonima degli artisti, pittori, scultori, incisori, ecc.”.

Alla morte del padre, appena un anno dopo la prima mostra collettiva, fu costretta a sposarsi, scegliendo per marito il fratello di Manet, Eugène, pittore anche lui, e con l’appoggio del marito riuscì a ottenere uno studio tutto per sé.

Berthe Morisot, La culla, 1872, Musée d’Orsay

Rispetto a molte donne dell’epoca, destinate a diventare col matrimonio solo mogli e madri, Berthe continuò a dipingere anche da sposata, firmando le opere con il suo nome da nubile. Nella mostra impressionista del ’74 espose tra le altre opere Le Berceau (La Culla), sicuramente la sua opera più conosciuta, che raffigura la sorella della pittrice, Edma, mentre, assorta nei suoi pensieri, rivolge lo sguardo verso la figlioletta Blanche che dorme. Nonostante il suo valore, consistente nell’intima e delicata atmosfera, il dipinto rimase invenduto nella collezione di famiglia fino all’acquisizione del Louvre nel 1930.

Berthe Morisot, In Inghilterra (Eugène Manet all’Isola di Wight), 1875, Collezione privata

L’estate del 1875 partì con Eugène alla volta dell’Inghilterra, terra promessa per l’arte.
A Cowes, sull’isola di Wight, frequentata allora dall’alta società inglese, Berthe trascorse la maggior parte del tempo a dipingere: nell’opera In Inghilterra (Eugène Manet sull’isola di Wight) Eugène con un cappello di paglia, poggiato su una sedia, è intento a guardare fuori dalla finestra il porto di Cowes; il davanzale è ornato da alcuni vasi di fiori e davanti alla recinzione si intravedono le figure di una donna e una bambina, mentre delle barche sono ormeggiate al porto.

Sempre più coinvolta nel gruppo impressionista, Berthe partecipò a tutte le mostre organizzate dal collettivo, a eccezione di quella del ’79 per la nascita della figlia Julie.

Berthe Morisot, Eugène Manet e sua figlia nei giardini di Bougival, 1881, Musée Marmottan Monet, Parigi

Eugène, seduto su di una panchina, guarda attentamente Julie, di appena tre anni, che gioca con delle costruzioni sopra le ginocchia del padre; alle loro spalle si intravede un grande roseto.

Berthe Morisot, Julie ed Eugène Manet, 1883, Collezione privata

Ancora qui una pittrice indipendente ritrae la sua famiglia in un’immagine di intima felicità domestica.

Berthe Morisot, Lago Bois de Boulogne (Giorno d’Estate), 1879, Londra, National Gallery

La scena raffigurata si svolge nel celebre parco parigino del Bois de Boulogne, molto frequentato nelle calde giornate estive. Due donne, vestite all’ultima moda, sono riprese durante un loro giro in barca sul lago del parco: la prima guarda verso lo spettatore mentre la seconda volge il suo sguardo verso due ochette che nuotano nella placidità delle acque. Il lago e il paesaggio circostante che si riflettono vicendevolmente, e i contorni delle figure poco delineati rendono la scena come un momento, un’impressione fugace.

Berthe Morisot, Nascondino, 1873, Collezione privata (sinistra)
Berthe Morisot, Nella sala da pranzo, 1875, National Gallery of Art, Washington (destra)
Berthe Morisot, Al ballo (Donna con ventaglio), 1876, Musée Marmottan Monet

L’opera appartiene a un gruppo di ritratti di fanciulle in abito da ballo. L’interesse dell’artista si concentra sulla resa dell’abito e dei suoi accessori. La mussola del corpetto, i guanti, il ventaglio con dominante bianca contrastano con la capigliatura, lo sguardo e alcuni fiori scuri.

Berthe Morisot, Giovane donna allo specchio, 1880, Art Institute of Chicago

Intanto la sua casa era diventata un salotto per molti intellettuali dell’epoca tra cui Émile Zola e Stephane Mallarmè, a cui addirittura affidò la figlia Julie alla sua morte. Gli ultimi anni videro delle scissioni all’interno del gruppo degli Impressionisti: ognuno prese una propria strada, verso un nuovo stile. Il 1892 fu segnato dalla morte di Eugène. Nel gennaio del 1895 la figlia Julie si ammalò di una brutta influenza, Berthe, per curare la figlia, venne contagiata e morì un mese dopo di polmonite all’età di cinquantaquattro anni.
Sul suo certificato di morte, alla voce “professione” si poteva leggere: nessuna. La sua lapide, nel cimitero di Passy, nei pressi di Parigi, reca una sola scritta: Berthe Morisot, vedova di Eugène Manet. Nessun riferimento alla sua carriera di artista.

Sempre apprezzate, le sue opere raggiungevano quotazioni maggiori rispetto a quelle degli altri impressionisti. Eppure fu dimenticata come artista, fino a poco tempo fa ricordata solo come modella e cognata di Manet.
Nella sua vita, come le altre artiste del periodo, dovette lottare contro i pregiudizi del tempo, che trovavano disdicevole che una donna si mantenesse col suo lavoro di pittrice.
Berthe Morisot è stata doppiamente rivoluzionaria: non solo è stata artista in un mondo dominato da una presenza maschile, ma lo è stata all’interno di un gruppo di pittori esclusi dai circoli ufficiali, sfidando apertamente i canoni dell’epoca. Fu la donna dell’Impressionismo, accolta senza riserve e considerata un modello d’indipendenza e di talento.

«Nessuno rappresenta l’impressionismo con un talento più raffinato e con maggiore autorità», scriverà, nel 1881, Gustave Geoffrey. E ancora per Paul Valery «la peculiarità di Berthe Morisot fu di vivere la sua pittura e di dipingere la sua vita».

Delle oltre cento opere da lei realizzate la maggior parte confluì nella collezione del Museo Marmottan Monet di Parigi, che tutt’ora possiede il nucleo più consistente di opere dell’artista.

In copertina: Édouard Manet, Ritratto di Berthe Morisot distesa, 1873, Musée Marmottan Monet

***

Articolo di Livia Capasso

foto livia

Laureata in Lettere moderne a indirizzo storico-artistico, ha insegnato Storia dell’arte nei licei fino al pensionamento. Accostatasi a tematiche femministe, è tra le fondatrici dell’associazione Toponomastica femminile.

Un commento

  1. Grandissima, Berthe Morissot, l’ho conosciuta grazie alla mostra sugli impressionisti vista proprio a Roma un anno fa, insieme a un’altra pittrice, Eva Gonzales, di grande talento.

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