Le figure di riferimento di alunni e alunne con disabilità, disturbi e difficoltà

Il processo di inclusione scolastica degli e delle studenti con disabilità, disturbi e difficoltà è responsabilità dell’intera comunità scolastica: numerose sono le figure specializzate assegnate agli alunni e alle alunne durante tutto l’iter scolastico. Il fine di ogni docente è sicuramente quello di una didattica inclusiva che, se realizzata, può influire positivamente sul successo scolastico.

Sul fronte legislativo, è importante ricordare l’Art. 3 e l’Art. 34 della Costituzione, che si impegna a garantire il diritto allo studio a tutti, con una specifica nell’Art. 38 relativa proprio al diritto all’educazione e all’avviamento professionale degli inabili e dei minorati mentali. La prima risposta di garanzia del diritto allo studio a tutti portò alla nascita delle scuole speciali, che tuttavia non promuovevano l’inclusione sociale. Sono la Legge 118/71 e la successiva Legge 517/77 che segnano una svolta: la prima superando, ma non abolendo, il modello delle scuole speciali; la seconda stabilendo «con chiarezza presupposti e condizioni, strumenti e finalità per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità», attraverso la presa in carico di un progetto da parte di tutto il Consiglio di Classe e con l’introduzione dell’insegnante specializzato.

Alla promulgazione della Legge 517/77 seguono numerosi interventi legislativi, raccolti e integrati nella Legge Quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale delle persone e i diritti delle persone handicappate del 5 febbraio 1992, n. 104.
L’Art. 12 è dedicato proprio all’educazione e all’istruzione e possiamo leggere:

«È garantito il diritto all’educazione e all’istruzione della persona handicappata nelle sezioni di scuola materna, nelle classi comuni delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado e nelle istituzioni universitarie». La realizzazione di due documenti, il Profilo Dinamico Funzionale (PDF) e il Piano Educativo Individualizzato (PEI), sono i momenti concreti dell’attuazione della 104.

«Ai sensi dell’art. 12, comma 5, della legge n. 104 del 1992, il profilo dinamico funzionale è atto successivo alla diagnosi funzionale e indica in via prioritaria, dopo un primo periodo di inserimento scolastico, il prevedibile livello di sviluppo che l’alunno in situazione di handicap dimostra di possedere nei tempi brevi (sei mesi) e nei tempi medi (due anni)». Il PDF viene redatto dai docenti curricolari e dagli insegnanti specializzati della scuola per poi essere discusso in sede di GLHO (Gruppo di Lavoro Handicap Operativo) con il neuropsichiatra di riferimento, gli eventuali operatori sanitari e con la famiglia. Allo stesso modo è redatto il PEI, che «è il documento nel quale vengono descritti gli interventi integrati ed equilibrati tra di loro, predisposti per l’alunno in situazione di handicap, in un determinato periodo di tempo, ai fini della realizzazione del diritto all’educazione e all’istruzione, di cui ai primi quattro commi dell’art. 12 della legge n. 104 del 1992».
Scuola, ASL, Enti locali e famiglie hanno l’importante ruolo dell’aggiornamento costante dei suddetti documenti, per un iter scolastico sempre in linea con i bisogni degli alunni e delle alunne.

Le principali figure che operano a livello scolastico sono:

  • Insegnante di sostegno;
  • OEPAC (ex AEC);
  • Mediatore Specializzato (Interprete LIS o Braille per le disabilità sensoriali);
  • Collaboratore scolastico;
  • Educatore (Operatore Socio-Educativo)

La figura dell’insegnante di sostegno è nata con il D.P.R. 970/1975 ed è stata ulteriormente definita dalla Legge 517/77. È un o una docente con una specifica specializzazione, che viene assegnata alle classi in cui sono presenti alunni o alunne con disabilità, per favorire e coordinare gli interventi educativi e di integrazione con le modalità definite nel Piano Educativo Individualizzato. Per diventare docente di sostegno è necessario accedere al corso di specializzazione sul sostegno attraverso il superamento delle prove di ammissione, superate le prove è possibile iscriversi al corso, infine è necessario vincere il concorso pubblico. Hanno diritto a un insegnante di sostegno i bambini con minorazione fisica, psichica o sensoriale certificata da una commissione medica, è poi l’Ufficio Scolastico Regionale ad assegnare il monte ore a ciascun alunno.
Diversa è la situazione degli studenti con Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA), per loro la legge non prevede il sostegno, riconosce invece strumenti compensativi e misure dispensative per far fronte alle difficoltà presenti.

L’Operatore educativo per l’autonomia e la comunicazione (OEPA), ex AEC, è l’assistente che si affianca all’alunno o all’alunna disabili non autonomi, tale figura non si sostituisce a quella di sostegno, possono quindi essere entrambe presenti. I requisiti per accedere al corso OEPA sono la maggiore età e il diploma di scuola secondaria di secondo grado.
Mentre gli Operatori di Assistenza si occupano prevalentemente di disabilità di tipo fisico, gli Addetti alla Comunicazione si occupano delle disabilità sensoriali: «Essi hanno principalmente il compito di consentire all’alunno di fruire dell’insegnamento impartito dai docenti. Seguono solo lo specifico alunno e non hanno nessuna competenza sul resto della classe (in certe regioni si chiamano anche assistenti ad personam). Il compito dell’Operatore di Assistenza è chiamato anche di Assistenza Specialistica per distinguerlo dall’Assistenza di Base affidata ai collaboratori scolastici».
I collaboratori scolastici hanno il ruolo di attuare l’assistenza di base, che «è parte fondamentale del processo di integrazione scolastica e attività interconnessa con quella educativa e didattica».

A fronte delle numerose figure nominate, cui si aggiungono insegnanti curriculari, figure della riabilitazione, neuropsichiatra infantile, operatori e operatrici domiciliari, è facile capire come solo una rete ben strutturata e organizzata possa favorire la vera inclusione e come solo una circolazione rapida delle informazioni tra queste e la famiglia possa garantire un iter scolastico sereno e pienamente inclusivo.

Bibliografia e sitografia

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Articolo di Alessia Bulla

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Laureata magistrale in Letteratura italiana, Filologia moderna e Linguistica, ha una seconda laurea in Logopedia. È particolarmente interessata allo studio sincronico e diacronico della lingua italiana, alla pragmatica cognitiva e alla linguistica, che insegna in aerea sanitaria presso l’Università di Roma Tor Vergata.

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