Perché portare una geografia di genere tra i banchi della scuola?
Se la geografia di genere può essere intesa come un settore di studi che propone una nuova prospettiva geografica, introducendo importanti cambiamenti teorici e metodologici, legati alla nozione di genere come categoria sociale e come espressione di relazioni di potere alla base di ogni costruzione e gestione dello spazio, la tesi indica le prospettive pedagogiche e didattiche che si possono aprire a partire da un pieno riconoscimento della dimensione delle identità di genere all’interno della progettazione scolastica.
L’argomentazione, che prende spunto dalle motivazioni e dai progetti dell’associazione Toponomastica femminile, intende inoltre mostrare come l’attenzione alla dimensione di genere nella scuola primaria consenta di perseguire obiettivi trasversali a tutte le discipline, a partire dalla geografia e dall’educazione civica.
Nel primo capitolo si valuta quanto l’approccio femminista negli studi culturali e sociali abbia contribuito a una teorizzazione maggiormente inclusiva sulla nascita dello spazio pubblico. Sono state in particolare alcune geografe femministe a mettere in evidenza quanto lo spazio che ci è sempre stato presentato come neutro, in realtà sia estremamente sessualizzato. Tra i simboli che svolgono questa funzione ci sono i monumenti e i toponimi, ovvero i nomi di persone a cui si sceglie di intitolare i luoghi, in particolare le strade.
L’excursus storico illustra le radici delle disparità che nel tempo hanno visto l’espandersi del pensiero egemonico maschile, restringendo e limitando il campo di azione delle donne.
Il potere dell’uomo sulla donna, nel passaggio da privato a politico e viceversa, strutturando e istituzionalizzando la suddivisione dei generi, in una precisa volontà di legittimare una attribuzione di ruoli che depotenziava il femminile a favore del maschile, ha prodotto il falso conferimento di un carattere naturale a ciò che invece è culturale.
Nell’individuazione delle dinamiche sottese al fenomeno, si evidenzia una disparità che, proprio perché così diffusa e profondamente radicata nel nostro pensare e sentire, spesso non viene percepita e desta profonda meraviglia nel momento in cui viene “scoperta”: è quella esistente nella odonomastica ovvero nella percentuale dei nomi femminili e maschili attribuiti alle strade.
Una scoperta che si può ripercorrere attraverso l’analisi della storia dell’associazione Toponomastica femminile che, di questa rilevazione e della conseguente necessità di riparare all’ingiusto oscuramento del valore delle donne, riconducendole a una posizione di equità (e non inferiorità) ha fatto la sua mission.
Nel secondo capitolo della tesi quindi si delinea la storia dell’associazione Toponomastica femminile e gli obiettivi che la stessa si pone, realizzati attraverso una progettualità rivolta alle scuole e alle amministrazioni in una dimensione civica e politica, mediante l’attuazione di una didattica attiva.
Infine, si illustrano alcune delle proposte didattiche che, negli anni, sono state sviluppate all’interno dei vari ordini di scuola, analizzando le potenzialità di percorsi di genere legati al territorio.
Dall’analisi svolta traspare il ruolo fondamentale che i progetti sulla toponomastica femminile, svolgono nel cambiamento culturale e valoriale della nostra società, in particolare nel processo formativo di soggetti in età evolutiva, in quanto permettono di lavorare sulla consapevolezza delle/degli studenti e sui loro immaginari, sulla base dei quali andranno a costruire i propri percorsi professionali ed esistenziali. Si è ritenuto opportuno esplorarne le possibilità educative che attraversano l’intero impianto disciplinare scolastico, perché solo lavorando sull’immaginario dei bambini e delle bambine di oggi, sarà possibile avere una società di pari diritti domani.
Il terzo capitolo è dedicato alla descrizione dettagliata di un laboratorio di geografia di genere progettato e condotto in una biblioteca e in una quarta primaria durante il tirocinio curricolare; al report sull’esperienza si aggiungono delle proposte su come potrebbe proseguire il percorso e una riflessione sulle prospettive pedagogiche e didattiche che è possibile mettere in atto con percorsi di questo tipo, in quanto si coniuga l’esigenza di attuare percorsi di genere e allo stesso tempo di fare esperienza sul territorio, lavorare in maniera interdisciplinare e collettiva a un progetto di cittadinanza attiva.
Risulta piuttosto evidente quanto i percorsi di geografia di genere possano essere efficaci e significativi nel contesto scolastico, in quanto vanno ad agire sulla motivazione delle/degli studenti, sul senso di autoefficacia, attivano competenze trasversali e consentono di sperimentare un valido contesto di flessibilità didattica. Quest’ultimo aspetto conferisce all’esperienza un valore aggiunto poiché, nell’estrema libertà di scelta dei materiali e dei contenuti da proporre, risiede la possibilità di rappresentare non solo la differenza di genere, ma anche altri tipi di minoranze per le quali è necessario che la scuola si faccia luogo d’incontro, rispondendo all’esigenza sempre maggiore di progettazione di percorsi inclusivi, data non solo dalle Indicazioni Nazionali del 2012, ma dalla composita realtà delle classi di oggi.
Ne consegue una valutazione positiva dell’esperienza che proietta la toponomastica declinata al femminile in una prospettiva attuativa; a partire da una geografia dell’individuo, passando per l’analisi delle dinamiche che portano all’organizzazione dello spazio sociale, all’intervento che rende lo/la studente agente sul territorio.
Proporre percorsi di geografia di genere a partire dalle istanze di Toponomastica femminile offre dunque la possibilità di realizzare una concreta educazione civica, capace di agire e produrre il cambiamento, portando gli/le studenti a chiedersi, come diceva Maria Montessori: «Qual è il mio compito cosmico? Quale contributo posso dare al mondo?»
La tesi integrale al link: https://toponomasticafemminile.com/sito/images/eventi/tesivaganti/pdf/121_Antichi.pdf
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Articolo di Eleonora Antichi

Laureata in Filosofia, dopo anni di insegnamento dell’italiano a stranieri, decide di iscriversi di nuovo all’Università per diventare insegnante di scuola Primaria. Laureata con una tesi su Toponomastica femminile, spera di essere di nuovo tra i banchi di scuola al più presto.