Tra pochi mesi scadrà il mandato del Presidente Mattarella: ma chi sarà a succedergli? E se fosse proprio una donna? Sarebbe la prima volta per il nostro Paese.
Quando mi è stato proposto di pensare ad una possibile candidata femminile, il primo nome che è balenato nella mia mente è stato quello di Laura Boldrini. Una delle politiche più criticate e bersagliate dai commenti sessisti, non tanto per il suo lavoro, quanto per il suo essere donna in un mondo fatto e pensato principalmente per gli uomini come è quello della politica.
Se sei donna, qualunque cosa tu dica o faccia, aspettati che ci sia il politico di turno che ti paragona ad una bambola gonfiabile o peggio ti augura di essere violentata, quando osi difendere l’accoglienza e ti ergi a paladina dei diritti di tutti gli individui, anche degli ultimi.
Questa è solo una delle tante violenze a cui è stata sottoposta negli anni Laura Boldrini, ma quello che più apprezzo di lei è la sua caparbietà, la forza che ripone nelle sue battaglie per risollevare l’Italia dall’involuzione a cui da diverso tempo a questa parte sta andando incontro.

Laura Boldrini nasce a Macerata il 28 aprile 1961, vive a Jesi, dove frequenta il Liceo Classico e nel 1985 consegue la laurea in Giurisprudenza presso l’Università La Sapienza di Roma.
Durante gli studi inizia il suo percorso nel mondo del lavoro, collaborando con l’Agenzia Italiana Stampa e Emigrazione (Aise) dal 1983 al 1986, anno in cui si iscrive all’Albo dei giornalisti.
Il suo impegno per il sociale inizia presto, infatti già nel 1989 si trova a cooperare con le Nazioni Unite, lavorando per la Fao, per il Programma alimentare mondiale e diventando portavoce dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), che la porta a svolgere diverse missioni in luoghi di crisi tra cui l’Afghanistan, l’ex Jugoslavia, il Pakistan, l’Iraq, il Mozambico, l’Angola e il Ruanda. Durante questi anni prende parte a eventi pubblici sulle tematiche del diritto d’asilo, dei flussi migratori nel Mediterraneo e delle emergenze internazionali.
Il 16 marzo del 2013 viene eletta Presidente della Camera dei Deputati: è la terza donna dopo Nilde Iotti e Irene Pivetti a ricoprire questo ruolo.

Fin dai primi giorni del suo mandato inizia a distinguersi con iniziative atte a evitare sprechi di denaro pubblico: si diminuisce lo stipendio del 30% e rinuncia all’alloggio ufficiale e ad altri benefit previsti per la sua carica istituzionale.
A Montecitorio promuove un’azione di risparmio sui costi di funzionamento, arrivando alla cifra di 350 milioni di euro dall’inizio della legislatura: il denaro risparmiato nell’intero anno 2016 viene devoluto alle popolazioni colpite dal terremoto del centro Italia, per un totale di 47 milioni di euro.
Il 12 aprile 2013, dopo una visita istituzionale alla Comunità ebraica di Roma, si trova vessata da commenti e minacce, provenienti da frange della destra più estrema.
Il 22 giugno del 2013 decide di partecipare al Gay Pride di Palermo: è la prima volta che una Presidente della Camera interviene ad una manifestazione in favore dei diritti Lgbt. Il 2 agosto dello stesso anno si reca a Bologna, in occasione dell’anniversario della strage alla stazione avvenuta nel 1980, e tiene un importante discorso commemorativo.

Ogni 25 aprile presenzia a cerimonie contro il nazifascismo e il 16 aprile 2015 allestisce una celebrazione, riempiendo l’Aula della Camera di partigiani/e provenienti da tutta Italia alla presenza del Presidente Sergio Mattarella.
Istituisce inoltre due significative Commissioni di studio: la prima riguardante internet e il digitale che porterà nel 2015 all’elaborazione della Carta dei diritti e dei doveri su Internet, fondata sul pieno riconoscimento di libertà, eguaglianza, dignità e diversità di ogni persona.
La seconda è la Commissione Jo Cox, intitolata alla deputata britannica brutalmente uccisa da un estremista, contro l’intolleranza, la xenofobia e il razzismo, di cui fanno parte esperte/i e parlamentari impegnate/i nel contrastare i fenomeni di odio.
Da sempre a favore dell’integrazione, nel 2015 rilancia il progetto europeo con la Dichiarazione Più integrazione europea, la strada da percorrere, sottoscritta da quindici Presidenti di Camere di tutta Europa: l’obiettivo è un’Europa più forte che rispetti i diritti fondamentali e la dignità umana, combattendo l’esclusione e la discriminazione e promuovendo la giustizia e la protezione sociale.

Nel 2016 lancia una campagna di sensibilizzazione contro le “bufale” online o fakenews, coinvolgendo il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur). Nel 2017, più di 4 milioni di studenti prendono parte al varo della campagna #BastaBufale, visto e considerato il grande utilizzo di internet da parte delle generazioni più giovani e l’importanza dell’educazione digitale.
Si impegna per introdurre l’uso della corretta lingua di genere negli atti e nei lavori della Camera, istituendo l’Intergruppo delle deputate per le donne, i diritti e le pari opportunità e dedicando una sala di Montecitorio alle prime donne delle Istituzioni.
La sua dedizione in favore dei diritti femminili è ben nota. Il 25 novembre del 2017, in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, organizza l’evento In quanto donna, invitando alla Camera donne da tutta Italia che combattono quotidianamente contro gli stereotipi e la violenza di genere. Saranno più di 1400 le giovani e meno giovani che prenderanno parte alla giornata e faranno sentire le proprie voci e le proprie storie di riscatto.
Attiva sui social, ogni giorno la sua pagina Facebook è ricca di post: a partire dalle ultime notizie sull’Afghanistan e l’invito all’accoglienza e al soccorso dei profughi, continuando con le battaglie contro la cultura maschilista e la mentalità del possesso che è causa quotidiana di femminicidi, arrivando a parlare della povertà mestruale e della necessità di abolire la tampon tax e l’Iva sugli assorbenti, considerati ancora beni di lusso.

Ultimo, ma non meno importante, è da parte sua l’interesse a favore dello ius soli, affinché chi nasce in Italia possa avere la cittadinanza italiana. Come si legge in uno dei suoi ultimi post: «La legge sulla cittadinanza del ’92 è anacronistica. La società è cambiata. Il Parlamento ne tenga conto».
Una vita, quella di Laura Boldrini, spesa in favore dei diritti di tutti gli esseri umani, delle donne, dell’infanzia, delle minoranze, perché la vita e la dignità non possano essere cancellate da estremismi e populismi che da anni stanno contaminando e avvelenando il nostro Paese.
L’Italia si merita una Presidente della Repubblica come Laura Boldrini.
In copertina: Palazzo del Quirinale, Sala delle Dame.
***
Articolo di Elisabetta Uboldi

Laureata in Ostetricia, con un master in Ostetricia Legale e Forense, vive in provincia di Como. Ha collaborato per quattro anni con il Soccorso Violenza Sessuale e Domestica della Clinica Mangiagalli di Milano. Ora è una libera professionista, lavora in ambulatorio e presta servizio a domicilio. Ama gli animali e il suo hobby preferito è la pasticceria.
Concordo! Io sarei contenta anche di vederla presidente del consiglio
"Mi piace""Mi piace"