Il saggio di critica letteraria Le donne di Dante, edito dal Mulino, è uscito a febbraio 2021, a pochissimi mesi dalla scomparsa del suo autore: il critico, studioso e professore universitario Marco Santagata. Il volume è tanto denso quanto intenso, per ricchezza di contenuti e notizie e per un pregiato e abbondante apparato iconografico, che lo rende uno strumento molto interessante anche a livello didattico. L’interesse delle riflessioni e considerazioni di Santagata è incentrato — come suggerisce il titolo — sulle donne che, a vario titolo, costellano l’esistenza del sommo poeta fiorentino.
Il volume consta di tre sezioni. Nella prima, intitolata Donne di famiglia e dintorni, l’autore ci fa incontrare, pagina dopo pagina, le figure femminili che appartenevano alla famiglia Alighieri: la moglie Gemma Donati, ma anche la madre Bella, la sorella Tana, la figlia Antonia e altre presenze che frequentavano la casa degli Alighieri e la città di Firenze, come Nella e Piccarda Donati. Il taglio è indubbiamente filologico: lo studioso ripercorre i documenti in nostro possesso ma anche i versi del poeta, che contengono nomi, riferimenti, metafore, con cui spesso tentiamo di ricostruire la sua vicenda personale e il rapporto con i personaggi della sua epoca. Ritroviamo anche la narrazione delle donne pietose che tanto hanno aiutato Dante nelle sue malattie, in particolare gli attacchi di epilessia, di cui ha sofferto sin dall’infanzia. È una sezione molto interessante, perché permette a lettori e lettrici di ripercorrere eventi e personaggi dell’infanzia e adolescenza del poeta, ma anche dei suoi anni vissuti a Firenze prima della condanna all’esilio.
La seconda sezione, centrale e corposa, è intitolata Le donne amate. Vi ritroviamo, in primis, Beatrice, contestualizzata nella sua famiglia d’origine, i Portinari, e in quella acquisita con le nozze, i Bardi. Santagata ricostruisce l’intera vicenda della relazione di Dante con Beatrice tessendone i fili che si ricavano dalla poesia della tradizione stilnovistica, dalla Vita Nova e dalla Commedia, sulla convinzione che «un reale coinvolgimento sentimentale possa soggiacere all’invenzione letteraria, ma resta assodato che il gioco letterario fa aggio su qualsiasi eventuale implicazione biografica. Se non fosse così» — ribadisce Santagata — «avremmo non poche difficoltà a capire come mai un Dante sposato possa celebrare pubblicamente una Bice sposata» (p. 72). Una parte della sezione è dedicata, poi, alle donne che Dante celebra nella sua produzione poetica, quali le donne dello schermo, la Donna Pietosa (forse la bella Lisetta, citata dal poeta in un sonetto non appartenente alla Vita Nova), la Donna Pietra, la Donna Gentile e Matelda, la figura misteriosa che compare nell’Eden, in cima alla montagna del Purgatorio. Ad ognuna di loro il critico dedica attenzione filologica, ricostruendone la presenza e l’importanza per la vita e per la poesia di Dante.
La terza e ultima parte, intitolata Dame, gentildonne e feudatarie, è dedicata all’approfondimento di tutte quelle donne di cui Dante aveva sentito parlare o di cui aveva fatto conoscenza a Firenze e non solo. Leggiamo, dunque, di Francesca da Polenta, di Pia dei Tolomei, di Cunizza da Romano, di Sapia, di Gentucca e di altre feudatarie e nobildonne con cui era venuto in contatto durante gli anni dell’esilio o di cui solo aveva notizia.
Ciò che impreziosisce il corposo volume è — come anticipato in premessa — il ricchissimo e godibilissimo apparato iconografico, che ci fa viaggiare nel tempo di Dante attraverso la rappresentazione del suo mondo e degli uomini e donne che lo popolavano. Dall’arte medievale passando per l’età rinascimentale e moderna fino alla contemporaneità, osserviamo quadri, statue, incisioni, stemmi scolpiti nelle facciate dei palazzi antichi, miniature, mosaici, fotografie di moltissimi artisti, e compiamo così un viaggio di ricostruzione della vita e delle relazioni del poeta fiorentino, il cui focus è la figura femminile in tutte le forme (reali e letterarie) in cui l’ha incontrata, amata, cantata: è un vortice di bellezza per gli occhi e per la mente attraverso le opere di Giotto, Botticelli, Raffaello, Vasari, Bronzino, Signorelli, Gabriel Rossetti, Blake, Dorè, Dalì, Rodin, Wostry, Guttuso, Parkes, e tanti altri.
Per studiose/i, insegnanti, appassionate/i dell’Alighieri, il saggio Le donne di Dante rappresenta un’occasione per approfondire parecchi aspetti delle sue opere e del suo tempo, e certamente è uno strumento didattico assai valido per presentare agli/alle studenti la storia del sommo poeta da un punto di vista diverso dal consueto e indagato doviziosamente da Santagata: il punto di vista delle donne, numerose e tutte protagoniste, a proprio modo, del mondo che abitavano.

Marco Santagata
Le donne di Dante
il Mulino, Bologna 2021
pp. 412
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Articolo di Valeria Pilone

Già collaboratrice della cattedra di Letteratura italiana e lettrice madrelingua per gli e le studenti Erasmus presso l’università di Foggia, è docente di Lettere al liceo Benini di Melegnano. È appassionata lettrice e studiosa di Dante e del Novecento e nella sua scuola si dedica all’approfondimento della parità di genere, dell’antimafia e della Costituzione.