Come si usa spesso dire? Avere 50 anni e non dimostrarli! È proprio il caso di una delle canzoni più famose della storia mondiale della musica, una vera e propria “scala per il paradiso” del rock, Stairway to Heaven dei Led Zeppelin, pubblicata l’8 novembre del 1971 nel quarto album intitolato Led Zeppelin IV. Il testo è alquanto controverso, di atmosfera mistica, sfuggente nel suo significato, come del resto accade in ogni opera creativa e artistica, il cui messaggio e fine ultimo è poliedricamente interpretabile, per natura aperto ai più vari punti di vista. Per la canzone che personalmente ritengo essere il capolavoro assoluto del rock, le letture e le controversie annesse sono state davvero tante, dalle accuse di plagio — smentite di recente — alle interpretazioni occultistiche e demoniache delle parole. Certamente il testo scritto da Robert Plant si ispira alla letteratura celtica, in particolare al libro Magic Arts in Celtic Britain di Lewis Spence, a cui risale la presenza di diversi elementi comuni, come la May Queen (Regina di maggio), i pipers (i pifferai) e il bustle in your hedgerow (trambusto nella siepe). Il brano è stato il frutto di una sinergia tra i componenti della band, basata su interessi comuni e sul medesimo desiderio di lasciare nella storia della musica una pietra miliare, un pezzo di ineguagliabile valore, come è stato ed è Stairway to Heaven.
Credo, infatti, che — al di là delle molteplici e affascinanti interpretazioni e analisi che si possano condurre su questo testo — il valore intrinseco e assoluto della canzone consista nella sua scrittura musicale, attraverso cui l’ascoltatore o l’ascoltatrice può compiere un vero e proprio viaggio interiore, un’esperienza spirituale. Si parte da un ritmo acustico prodotto da un mix perfetto di chitarra folk e flauto dolce, che ti introduce in una riflessione su te stesso, in un raccoglimento profondo, per passare poi gradualmente all’hard rock della chitarra elettrica e della batteria, egregiamente suonate da Jimmy Page e John Bonham Bonzo, giungendo a toccare davvero le vette del paradiso in termini estetici e mistici.
Le parole che più colpiscono, sorrette dalla forza della musica, sono quelle che contengono un invito a non arrendersi, a non lasciarsi abbattere dalle zone d’ombra che tutti e tutte noi prima o poi ritroviamo nel nostro animo, mentre camminiamo in equilibrio sul sentiero impervio della vita (And as we wind on down the road / Our shadows taller than our soul – E mentre procediamo lungo la strada / Le nostre ombre s’ingigantiscono più della nostra anima). Sono un appello a ritrovare quella scala che porta al paradiso nonostante le difficoltà, nonostante tutte le apprensioni della nostra mente (Sometimes all of our thoughts are misgiving) perché, anche se si imbocca una via sbagliata, c’è sempre tempo per cambiare direzione, ed il paradiso non è oltre la vita terrena, ma lo puoi trovare qui e ora, nella pace e nell’armonia con il mondo che ti circonda, consapevole di quale sia il tuo posto nell’universo: Yes, there are two paths you can go by / But in the long run / There’s still time to change the road you’re on (Sì, ci sono due strade da percorrere, ma alla lunga / C’è ancora tempo per cambiare direzione).

Il culmine di questo pezzo di puro godimento musicale è proprio nel finale, quando parole e musica si uniscono in un grido di speranza e di fratellanza. Il rock è in fondo la musica della gioventù che, travolta da consumismo e capitalismo, affogata dall’egoismo e dall’indifferenza dei propri padri, in un mondo che progrediva sempre di più lasciando indietro gli ultimi e i deboli, lancia un urlo liberatorio e un appello alla condivisione, al restare umani e uniti, a ritrovare una roccia perduta, un punto di riferimento a cui ancorarsi, per non rotolare inesorabilmente verso il vuoto di una società che non ha più cura dell’umanità nelle sue profonde fragilità e debolezze:
And if you listen very hard / The tune will come to you at last / When all are one and one is all / To be a rock and not to roll (E se si ascolta con molta attenzione / La melodia alla fine ti raggiungerà / Quando tutti sono uno e uno è tutti / Per essere saldi come roccia e non rotolare via).
Cosa c’è di più attuale e assolutamente urgente di un capolavoro assoluto come Stairway to Heaven?
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Articolo di Valeria Pilone

Già collaboratrice della cattedra di Letteratura italiana e lettrice madrelingua per gli e le studenti Erasmus presso l’università di Foggia, è docente di Lettere al liceo Benini di Melegnano. È appassionata lettrice e studiosa di Dante e del Novecento e nella sua scuola si dedica all’approfondimento della parità di genere, dell’antimafia e della Costituzione.