Le Olimpiadi sono speciali, e riescono sempre a regalare qualcosa.
Solo guardando da lontano e seguendo a distanza una gara olimpica è possibile emozionarsi, sognare, soffrire, piangere, ma soprattutto si riesce a ritrovare la motivazione per andare avanti e inseguire i nostri obiettivi. È come se i Giochi avessero il potere di “galvanizzarci” e di farci rendere conto che effettivamente il nostro corpo e la nostra mente non hanno limiti, basta voler raggiungere la meta.
E proprio mentre osserviamo attraverso uno schermo la bellezza di una gara quasi perfetta, dentro di noi sentiamo in quel momento di voler fare, nel nostro piccolo, lo stesso sforzo, lo stesso sacrificio per poter raggiungere un traguardo per noi importante. Ci immedesimiamo in questo modo nelle storie dei/delle partecipanti e ci sentiamo parte del mondo che ci circonda.
Pertanto, anche in questa “veste” invernale dei Giochi non sono mancate le emozioni, e abbiamo avuto modo di conoscere e ammirare delle eccellenze dello sport, non solo italiano, ma mondiale.
Le donne sono state anche questa settimana protagoniste in varie categorie. Le azzurre in particolar modo hanno brillato e hanno mostrato ancora una volta al mondo la loro resilienza.
Inizierei raccontando della nostra portabandiera Michela Moioli, oro olimpico nello snowboard nel 2018, che la scorsa settimana era inaspettatamente uscita dalla semifinale di snowboard cross, gara in cui era favorita. Una delusione non da poco, se si considerano gli anni e i sacrifici che un’atleta deve sostenere per poter affrontare un’olimpiade. Per non parlare della pressione psicologica data dalle aspettative di un intero Paese che spera in un buon risultato, fattore assolutamente non trascurabile nello sport. Nonostante tutto, questa settimana Michela Moioli ha mantenuto la lucidità e ha conquistato con Omar Visintin nella gara a squadre mista un bellissimo argento, a dimostrazione della sua resistenza e voglia di vincere.

C’è poi Dorothea Wierer, bronzo nel biathlon sprint che con questo successo rientra tra le poche atlete ad aver vinto in tutti e sette i formati del biathlon (solo Martin Fourcade e Marie Dorin ci erano riuscite prima di lei).
Inutile parlare poi dell’impresa italiana nella discesa libera dello sci alpino. Sofia Goggia, a 23 giorni da un brutto infortunio in Coppa del Mondo (lesione di un legamento del ginocchio e micro frattura del perone) ci regala un immenso argento dimostrando a tutti e tutte che se si ha un sogno bisogna inseguirlo a ogni costo, e crederci fino alla fine. Nel podio olimpico di discesa alpina femminile troviamo, oltre a Sofia Goggia, con un inaspettato ma meritatissimo bronzo, Nadia Delago, che a soli 24 anni conquista la sua prima medaglia portando a casa una gara di livello altissimo e dimostrando che la nostra nazionale di sci è una vera e propria eccellenza (solo a Pechino l’Italia ha conquistato quattro medaglie in questa specialità).
Non sono mancate le note negative: ha colpito molto la vicenda di Yi-Zhu, 19enne nata in USA ma in gara con la nazionale cinese nel pattinaggio artistico. La giovanissima, infatti, nella prima giornata di gare nel pattinaggio di figura femminile, sfortunatamente cade sul ghiaccio; un errore grave, ma assolutamente umano se si considerano le pressioni emotive che uno/una sportivo/a deve subire durante le competizioni.
Sembrerebbe un evento abbastanza ordinario, visto che le cadute nel pattinaggio sono abbastanza frequenti. Ma questa storia non termina qui: infatti, dopo l’esibizione, centinaia di migliaia di persone dalla Cina hanno lanciato un hashtag contro la ragazza: #Yi-Zhuècaduta, sottolineando in toni assolutamente poco amichevoli l’errore della giovane e insultandola per questo.
Nella giornata di gare successiva Yi-Zhu entra con uno stato d’animo visibilmente provato e demotivato e porta a termine un programma disastroso, dove le cadute si susseguono tra loro e si alternano alle lacrime disperate della ragazza.

Queste sono le scene che non dovremmo mai vedere, a maggior ragione a un’olimpiade: in primis perché lo sport deve unire e abbattere le barriere e non crearle; e in secondo luogo perché vedere un’atleta, che ha sacrificato anni di vita per vivere il suo sogno olimpico, nata per pattinare sul ghiaccio e appassionata della sua disciplina, non voler fare altro che lasciare la pista, è certamente una scena che fa riflettere.
Uno schermo, infatti, non abbatte le emozioni: così come noi riusciamo a emozionarci mentre guardiamo una gara dalla televisione, allo stesso modo una persona può soffrire enormemente per le frasi di odio che trova sul suo telefono. Per questo dobbiamo sempre essere sensibili e sensibilizzare verso quella che, a oggi, è uno dei problemi maggiori del nostro tempo: il cyberbullismo.
Nonostante tutto lo sport ci regala sempre tantissimo, e in particolar modo lo sport femminile, che ci ha dimostrato ancora una volta che l’età, gli infortuni, lo sconfitte non sono nulla in confronto alla voglia di far bene e alla voglia di vincere.
In copertina. Sofia Goggia e Nadia Delago argento e bronzo nella discesa libera di sci alpino femminile.
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Articolo di Marta Vischi

Laureata in Lettere e filologia italiana, super sportiva, amante degli animali e appassionata di arte rinascimentale. L’equitazione come stile di vita, amo passato, presente e futuro, e spesso mi trovo a spaziare tra un antico manoscritto, una novella di Boccaccio e una Instagram story!