Omaggio a Regina di Luanto per i 160 anni dalla nascita

Spesso le “Storie della letteratura italiana” che abbiamo avuto modo di leggere e studiare, trattano con poca attenzione le scrittrici attive a cavallo tra Otto e Novecento; vengono menzionate infatti solitamente le autrici più importanti e di maggiore rilevanza storica e letteraria; tuttavia non tutti/e sanno che la nostra letteratura offre un panorama molto più variopinto di figure femminili letterate.
Tra le scrittrici forse più “dimenticate” della nostra cultura sicuramente troviamo Regina di Luanto, di cui ricorre l’anniversario dalla nascita il prossimo 22 febbraio. 

Regina di Luanto, o Guendalina Roti (1862-1914)

Il nome Regina di Luanto è uno pseudonimo per Anna Guendalina Lipparini, diventata poi Guendalina Roti, in seguito al matrimonio con il conte fiorentino Alberto Roti. Regina di Luanto, infatti, non è altro che l’anagramma di Guendalina Roti. 

Una scrittrice fondamentalmente scomparsa dai libri di critica letteraria e della quale abbiamo pochissime notizie biografiche: nata a Terni, ribelle e viaggiatrice, le sue opere sono estremamente innovative e provocatrici, e forse proprio per questo poco comprese ed apprezzate dalle riviste culturali del tempo. 

Ad esempio, la rivista Civiltà cattolica scrive a proposito di un suo romanzo: «L’autore del romanzo Salamandra, l’autrice anzi, se lo pseudonimo femminile non mente, dimostra in questo lavoro una facoltà letteraria, che per farmi intendere chiamerò pittrice, per la quale credo valga la pena di parlar di un’opera, del resto, a parer mio, sbagliata da cima a fondo».

Una scrittrice incompresa. Potrebbe essere questo l’aggettivo che più si avvicina a Regina di Luanto, eppure le pagine delle sue numerose opere (conta infatti 11 romanzi e 2 raccolte di racconti nella sua produzione) sono intrise di  modernità. 

L’autrice infatti abbandona il “perbenismo borghese” tipico di quegli anni e rovescia la mentalità secondo cui una donna doveva essere esclusivamente pudica e devota. La scrittrice plasma figure femminili anticonvenzionali e tratta apertamente di tematiche per noi molto attuali, come ad esempio la condizione femminile. 

Emergono dalle pagine dei suoi libri vere e proprie denunce a una società sessista e maschilista, che vede la donna confinata nelle “convenzioni”. Regina di Luanto rompe tutti gli schemi e racconta senza mezzi termini, senza linguaggi convenzionali, senza paura, ma soprattutto senza filtri di una società femminile che formalmente vive nascosta ma che nella realtà urla. 

Se gli anni della “crisi di fine secolo” hanno colpito duramente gli uomini, portando a un progressivo crollo delle certezze e a un costante aumento delle inquietudini, e gli scrittori e le scrittrici di quegli stessi anni hanno in qualche modo cercato di veicolare quelle sensazioni, pochissimi/e hanno realmente prestato attenzione alle donne di quel periodo. 

Ecco, forse questa scrittrice ha dato proprio voce alle donne borghesi del tempo, fatto interessante se si osserva il panorama letterario di protagoniste femminili. Donne costrette a vivere in casa, a sopportare le leggi che la società imponeva, rinchiuse in gabbia.

Ecco, è un punto di vista estremamente schietto, forte, e tristemente reale quello che viene fuori dai personaggi di questa autrice. Una scrittrice italiana, quindi, non sempre apprezzata, ma che sicuramente vale la pena di ricordare ed apprezzare per l’ondata di novità e contemporaneità che ha portato durante i primi anni del secolo scorso. 

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Articolo di Marta Vischi

Laureata in Lettere e filologia italiana, super sportiva, amante degli animali e appassionata di arte rinascimentale. L’equitazione come stile di vita, amo passato, presente e futuro, e spesso mi trovo a spaziare tra un antico manoscritto, una novella di Boccaccio e una Instagram story!

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