Maura nasce in Toscana, a Montelupo Fiorentino, l’8 novembre 1952, figlia di un vetraio e di mamma Lina, impagliatrice di fiaschi, mestiere femminile una volta assai comune nelle campagne della regione.
La passione per l’osservazione del cielo e lo studio dei suoi misteri (ha raccontato su buonenotizie, Corriere della Sera, 15-3-22) arrivarono per un caso fortunato quando era una bambina: il 15 febbraio 1961 fu portata in collina per ammirare una eclissi totale di Sole, l’unica del XX secolo visibile in Italia.

15-2-1961
Era mattina e il Sole sparì, coperto dall’ombra lunare; la piccola Maura ebbe un’intuizione che fece di lei la futura astronoma: capì da sola che quell’improvviso buio era causato dalla Luna, che si trovava esattamente fra la Terra e la sua stella. Ma già da prima era affascinata dalla magia delle stelle cadenti e la notte di San Lorenzo faceva a gara a indovinare quelle che sarebbero davvero cadute; ha ancora presente la delusione di non aver saputo avvistare una cometa, nel lontano 1957. Quella cometa era la Arend-Roland, seppe con stupore anni dopo, ed era stata scoperta il giorno del suo quarto compleanno. Forse il destino di Maura era già segnato, e non meraviglia che affermi: «Guardare il cielo vuol dire guardare dentro di noi e capire che tutto è possibile». Non potendo affrontare studi lunghi e impegnativi per motivi economici, si diplomò ragioniera e lavorò come impiegata in banca per 35 anni; intanto si era sposata e aveva avuto due figli che l’hanno sempre supportata: uno diventato ingegnere informatico e docente universitario, Sandro, l’altro ingegnere meccanico alla Maserati, Duccio. Oggi è in pensione e felicemente nonna di tre maschietti e una bambina; a ciascuno di loro, grandi e piccoli, ha dedicato un asteroide e ha trasmesso la sua passione, coltivata nel tempo. A 37 anni acquistò il suo primo telescopio, un Celestron C8, e di lì a poco ebbe l’incontro fortunato con un amico, divenuto poi validissimo collega: Egisto Masotti, con cui ha condiviso i medesimi interessi.

al centro Piero Angela
Dopo aver iniziato con l’osservazione delle stelle variabili, ha collaborato con il Cineos (telescopio di Campo Imperatore) e dal 1988 con l’Osservatorio di Arcetri (presso Firenze), dove ebbe l’opportunità di conoscere il direttore Filippo Pacini e l’astronomo Giuseppe Forti che fu un po’ il suo maestro; nel periodo 1994-99 si è occupata di una ricerca congiunta con l’Osservatorio di Asiago. Il 1° marzo 1995 ha fondato il Gruppo Astrofili Montelupo che presiede e che ha promosso la costruzione dell’Osservatorio locale intitolato a Forti (1939-2007);
la prima pietra fu posta nel 2003 da Piero Angela che è ritornato per l’inaugurazione, avvenuta il 14 luglio 2018. Ci sono voluti 15 anni, ma si è realizzata nel frattempo una bella collaborazione fra Amministrazione comunale, cittadinanza, numerosi associati/e e il progettista, architetto Massimiliano Marconcini. Ricorda Maura: «I lavori iniziano il 21 giugno del 2003, nel giorno del solstizio d’estate, data per noi molto particolare. Il nostro osservatorio e centro scientifico si trova sulla linea di san Michele Arcangelo, quel tracciato virtuale che unisce sette santuari, dall’Irlanda alla Palestina e dove il 21 giugno il Sole tramonta alla stessa ora. Ci sembra uno splendido segnale del destino».
L’Osservatorio è oggi un punto di riferimento altamente qualificato, dove arrivano scienziate/i dall’Italia e dall’estero e si fa ricerca a livello professionale. È poi una grande soddisfazione che dal gruppo di persone appassionate, che Maura dirige e via via crescono di numero, siano usciti ben sette giovani laureati in astronomia.

Durante i lunghi anni di studio e di osservazione del cielo, Maura Tombelli ha raggiunto un traguardo eccezionale, individuando 198 asteroidi (se ne volete conferma ne troverete i singoli nomi e la data della scoperta su internet), da sola o in collaborazione con colleghi, in particolare con il citato Forti, con Boattini, Munari, Tesi. Eppure le dispiace di averne perso qualcuno per strada (o meglio, nello spazio), perché non li ha potuti seguire tutti e poi il riconoscimento ufficiale è passato ad altri o a pochissime altre.
Vanta dunque un duplice primato: è al primo posto in Italia (uomini compresi) per il numero di asteroidi scoperti ed è la prima astronoma non professionista al mondo per tale risultato. A proposito ha dichiarato: «quando accade è sempre un’emozione incredibile. Il più importante per me è stato quello che ho dedicato alla Gregoriana Università Pontificia. Anche perché quel corpo celeste mi ha fatto varcare la soglia del Vaticano per incontrare il papa. Giovanni Paolo II mi accolse il 12 settembre del 2001, il giorno dopo l’attentato alle Torri Gemelle». L’asteroide, denominato 14659, fu scoperto a Montelupo il 15 gennaio 1999; ma anche il primo non si scorda mai, e Maura lo ha dedicato all’indimenticabile scienziato: Mp6876 Beppeforti, mentre non poteva mancare il 15006 Samcristoforetti, avvistato fino dal 1998 ma battezzato nel 2021 in onore della nostra prima astronauta.
Un evento davvero clamoroso che riguarda Tombelli è avvenuto il 28 agosto 1994 quando si trovava nei pressi di San Marcello Pistoiese, località dell’Appennino Tosco-Emiliano, e individuò nel cielo il primo Neo (oggetto near-Earth) mai osservato nel nostro Paese (poi chiamato 15817 Lucianotesi): un asteroide talmente vicino che avrebbe potuto colpire il nostro pianeta, sfuggito persino ai telescopi della Nasa; in seguito ha scoperto anche il 2004 XA45, mentre era sull’isola Hawaii, la maggiore dell’arcipelago omonimo, all’Osservatorio di Mauna Kea; collabora infatti anche con osservatori americani e, più in generale, internazionali.
L’astronoma, che definire “dilettante” è davvero riduttivo visti i risultati raggiunti, ha ottenuto numerosi riconoscimenti prestigiosi: naturalmente le è stato dedicato un asteroide: il 9904 Mauratombelli. Nel 2007 le è stato assegnato il Premio “Meteorite d’oro-Comune di Secinaro” per la sezione Asteroidi e nel 2018 il primo Premio Giovanni Sostero; nel 2019, oltre al Premio Gal Hassin, ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Isnello (PA), dove si trova il più grande polo astronomico del Mediterraneo, e pure una targa dal Consiglio regionale della Toscana per l’impegno e i meriti nel campo dell’osservazione astronomica, ma anche per la generosa opera di divulgazione scientifica ovunque se ne presenti l’opportunità. Nell’occasione ebbe a dire, scherzando, di essere abbastanza famosa da poter affermare «che ricevere i premi qua e là è più facile», e che a casa «a volte succede, sì, ma postumo e io invece sono ancora qui». Ma senz’altro il premio più importante e significativo è giunto di recente a lei e al gruppo che coordina: il Gene Shoemaker Award 2022, paragonabile al Nobel dell’astronomia, attribuito dal Nasa’s Solar System Exploration Research Virtual Institute (Sservi), che ogni anno, dal 2009, individua le eccellenze a livello mondiale.
Ma cosa sta accadendo nel cielo sopra di noi e cosa accadrà in futuro? In una intervista realizzata il giorno del suo 69° compleanno dal quotidiano La Nazione ha affermato che al momento non ci sono pericoli, tuttavia asteroidi di passaggio ci sono continuamente; «nel febbraio 2013 uno cascò in Russia, fu poi trovato in fondo a un laghetto che prima era ghiacciato». Nel 2029 si verificherà «l’avvicinamento, anche se non c’è il rischio di impatto, quello assolutamente no, di un asteroide di 350 metri di diametro che passerà molto vicino alla Terra: a 30.000 chilometri». Tuttavia, osservare il cielo fa capire che tutto è possibile, quindi obiettivo della scienziata e della sua associazione è una mappatura degli asteroidi potenzialmente pericolosi, visto che gli oggetti spaziali non sono solo protagonisti dei film di fantascienza, ma potrebbero procurare danni immensi. Comunque, per ora, l’umanità può dormire sonni tranquilli!
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Articolo di Laura Candiani

Ex insegnante di Materie letterarie, dal 2012 collabora con Toponomastica femminile di cui è referente per la provincia di Pistoia. Scrive articoli e biografie, cura mostre e pubblicazioni, interviene in convegni. È fra le autrici del volume Le Mille. I primati delle donne. Ha scritto due guide al femminile dedicate al suo territorio: una sul capoluogo, l’altra intitolata La Valdinievole. Tracce, storie e percorsi di donne.