Miami, maggio 2022. La città americana nota per le sue spiagge bianche e lo skyline ospita per la prima volta un Gran Premio di Formula 1.
La scelta di Miami in realtà non deve sorprendere: ogni anno infatti ospita moltissime competizioni (tra cui cito soltanto il celebre torneo di tennis, il Miami Open) e numerose squadre sportive di rilievo di ogni disciplina (o quasi). Per questo la Formula 1 non poteva mancare tra gli eventi sportivi in calendario per il 2022.
I lavori per la scelta e selezione del circuito, un anello di circa 5 chilometri erano già iniziati nel 2017, ma solo lo scorso anno si è arrivati alla scelta definitiva che vede nell’Hard Rock Stadium il fulcro del percorso, disegnato con 19 curve percorribili ad una media di circa 223 km/h.
Lo scorso 8 maggio ha debuttato quindi la Formula 1 a Miami e alla fine la vittoria è andata dopo un’ora e mezza (esattamente 1:31:361) e 308 chilometri a Max Verstappen (Scuderia Red Bull).
Sicuramente il circuito americano ha colmato le aspettative regalando un weekend ricco di emozioni e divertimento e contribuendo alla crescita economica e turistica della zona di Miami Gardens.
Tuttavia non possiamo non notare che, nonostante la tecnologia e la bellezza dei paesaggi della città della Florida, le presenze femminili siano purtroppo nulle e che ancora oggi, nel 2022, non sia possibile vedere in pista una buona percentuale di pilote in F1.
E, anche se le professioniste di motorsport non mancano, nella storia delle corse solo cinque figure femminili sono riuscite a debuttare e correre nella gara ‘regina’ di questa disciplina.
Prima tra tutte Maria Teresa de Filippis (1926-2016), campana, appassionata di motori sin da piccola. Talmente appassionata che nel 1948 si mette al volante per sfidare i pregiudizi dei suoi fratelli e vince su una Fiat 500 una corsa vicino Salerno.
Il desiderio di voler emergere in un mondo che sostanzialmente non concepisce che le donne si mettano in pista la porta in seguito, nel 1954, a vincere una medaglia d’argento nel campionato italiano. Nel 1958 entra nel team Maserati ed esordisce in Formula 1 con una Maserati 250F.
In F1 non porta a casa successi, ma sicuramente bisogna riconoscere che Maria Teresa abbia aperto la strada a tutte quelle donne appassionate di motori che si sentivano inadatte al ruolo di pilota.
Passano alcuni anni e troviamo infatti un’altra partecipazione femminile in F1, quella di Maria Grazia Lombardi (1941- 1992), conosciuta come Lella.

Lella è piemontese e guida la macchina sin da adolescente. Dopo un debutto con i kart e alcuni anni in Formula 3 e Formula 5000, nel 1974 debutta in Formula 1, nello specifico nel Gran Premio di Gran Bretagna. Nel 1975 porta a casa un sesto posto diventando la prima (e unica) donna nella storia a collezionare punti nel mondiale.
Nel 1976 Lella si impossessa di un altro record: sempre durante il GP di Gran Bretagna per la prima volta nella storia si assiste a ben due pilote nella stessa gara: una è lei, l’altra è Divina Galica.
Divina Galica, inglese, classe 1944 è anche conosciuta per la sua carriera olimpica nello sci alpino. Una vera sportiva che decide di iniziare negli anni Settanta un percorso nel motorsport, partendo dalla Formula 3 fino alla Formula 1, anche se non riesce mai a qualificarsi.
Anche la sudafricana Desiré Wilson, classe 1953, approda alla Formula 1, nello specifico nel 1979. Nonostante le mancate qualifiche Desiré si ricorda per un famoso sorpasso durante il Gp del Sudafrica nel 1998 a Nigel Mansell, ex campione del mondo.

Negli anni Novanta, e in particolare nel 1992 a debuttare in un mondiale è invece Giovanna Amati, nata nel 1962. Giovanna è la seconda guida per la scuderia Brabham. Purtroppo però i suoi mancati successi e qualificazioni la portano ad essere sostituita nello stesso anno.
Sono pertanto soltanto cinque le pilote che hanno corso in un mondiale di Formula 1 nella storia, decisamente troppo poche. Sicuramente è vero che i risultati sportivi non siano stati eccellenti ma numerose sono le donne che lavorano anche oggi come test driver in tutti i motorsport e sono apprezzate per quello che fanno.
Bisognerebbe pertanto animare e favorire la crescita delle donne in Formula 1 e negli sport a motore in genere.

Segnalo in tal senso l’iniziativa della ex pilota Susie Wolff Dare to be different che vuole aiutare e finanziare le donne e le bambine nel motorsport ad emergere.
Sicuramente la strada per correre e vincere in F1 è ancora lunga, come purtroppo lo è il raggiungimento della parità di genere nei motori. Ciononostante dobbiamo guardare con speranza a tutte le pilote che attualmente stanno lavorando con successo nel settore sperando di vederle un giorno in pista, magari nella gara ‘‘regina’’ delle automobili.
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Articolo di Marta Vischi

Laureata in Lettere e filologia italiana, super sportiva, amante degli animali e appassionata di arte rinascimentale. L’equitazione come stile di vita, amo passato, presente e futuro, e spesso mi trovo a spaziare tra un antico manoscritto, una novella di Boccaccio e una Instagram story!